venerdì 8 luglio 2022

La battaglia per il nucleare


Della guerra bisogna considerare la natura, non ascoltare il rumore.  

I trattati europei non dicono nulla sulla proprietà delle società: queste possono benissimo essere pubbliche. Se l’UE non impedisce la nazionalizzazione, impone invece la cosiddetta libera concorrenza, che dovrebbero spiegare che cos’è in un mondo dominato dall’oligopolio. Apparentemente non c’è nulla di paradossale, una grossa società può essere pubblica e in concorrenza con società private nazionali e straniere.

Electricité de France (EDF) torna a essere pubblica, scrivono i giornali. Quando mai è stata privata se lo Stato francese già ora possiede quasi l’84%? L’1% è detenuto da dipendenti e il 15% da azionisti istituzionali e individuali. A che cosa servirà il lannunciata completa nazionalizzazione?

Anche formalmente, come si può avere reale concorrenza sul mercato se una società come EDF diventerà al 100% dello Stato francese? Parigi può eludere la normativa europea, così come elude le regole del Patto di Stabilità (ora sospese e prorogate al 2023), o diverse normative ambientali europee (anche l’Italia).

L’avventura borsistica di EDF non è stata un grande successo: il titolo, quotato a 32 euro quando l’azienda è stata immessa sul mercato nel 2005 (ricorda qualcosa la collocazione di Telecom, ecc.?), vale oggi circa 9 euro e solo dopo un apprezzamento dovuto alla notizia della nazionalizzazione al 100%.

Nessun fondo d’investimento vuole questa società, indebitata per 60 miliardi di euro. Perché è così indebitata è molto semplice: lo Stato francese ha chiesto a EDF di vendere elettricità a prezzi molto più bassi rispetto a quelli di mercato (anche quando erano meno folli di oggi), in tal modo da permettere ai fornitori francesi di elettricità formalmente concorrenti di EDF d’acquistare una parte della sua produzione nucleare a un prezzo politico, cioè stracciato.

C’è una spiegazione di fondo sul perché EDF riacquisterà le azioni dagli azionisti privati per un costo stimato di 7 miliardi di euro, e riguarda il rilancio del programma nucleare da parte del tecnofilo Emmanuel Macron, che costerà decine di miliardi di euro (la Corte dei conti francese stima 100).

A che cosa puntano dunque i francesi? Allo spezzatino: è il progetto Hercule (mi raccomando la pronuncia ...) ribattezzato Grand EDF, che risale a giugno 2019. L’idea è di separare EDF in più entità. Una società pubblica (EDF blu) per le centrali nucleari e la rete elettrica di trasporto; un’altra (EDF verde) riunirebbe le attività commerciali, la distribuzione di elettricità e le energie rinnovabili; e una terza (EDF azzurra) per le dighe idroelettriche. Le concessioni per le rinnovabili sarebbero messe a concorrenza, accontentando Bruxelles, che nel frattempo, approfittando di un disallineamento dei pianeti, ha classificato il nucleare nella tassonomia delle energie verdi.

A seguito di pesanti scioperi, della contrarietà di alcune forze politiche, e anche in vista delle elezioni presidenziali e legislative, il progetto è stato abbandonato nel luglio 2021. Un anno dopo ci sono le premesse perché torni. Penso rientri nella logica di questa operazione anche il superamento del meccanismo del prezzo politico in modo da remunerare meglio EDF che in tal modo troverebbe una parte dei mezzi per le nuove centrali nucleari. Insomma, se così fosse, bisogna prendere atto che Macron ha una visione strategica che gli oppositori del progetto non hanno.

Senza Hercule e la ricapitalizzazione da parte dello Stato, EDF non avrà i mezzi per svilupparsi e per portare la Francia a produrre 100 GW nel 2030 (con le centrali attuali e le sole rinnovabili arriverebbe a 50-60 GW). Enel, dal canto suo, annuncia 120 GW nel 2030. Tuttavia in tema di energia ci sono troppe manine e manone, come dimostrano tanti fatti accaduti. Si vedrà.

La battaglia per l’energia, oggi come ieri, è il fulcro della guerra; quella segreta, quella economica, politica, diplomatica, eccetera. Anche per quanto riguarda l’energia, così come per altre fondamentali questioni, in Europa ognuno procede sostanzialmente per la sua strada. Divide et impera è la parola d’ordine di Washington. 

4 commenti:

  1. Intanto, le sole rinnovabili (solare, eolico, idro e biomasse) forniscono per l'intero semestre 2022 il 49% dell'energia elettrica alla Germania. E consideriamo che la Germania è il paese più energivoro d'Europa.

    https://reneweconomy.com.au/renewables-supply-nearly-half-of-german-power-demand-in-first-half-2022/

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    1. Mi scusi, per errore l'ho inserito qui, invece che nell'altro suo post dedicato alla Germania.

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  2. https://www.evwind.es/2022/07/08/iberdrola-installs-substation-for-its-first-large-offshore-wind-farm-in-france/86905

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