venerdì 15 luglio 2022

L’abbiamo chiamata libertà

 

Non è vero “per la prima volta”. Circa 50 milioni sopravvivono grazie ai food stamps. Ne ho scritto diverse volte.

*

C’è davvero un piacere nel pronunciare la parola “stronzo”, allarga il campo della libertà d’espressione, della gioia più primitiva. Antonin Artaud, guardando in faccia il mondo, poteva dire: “Dio esiste? Se c’è, è una merda”. Noi non abbiamo nemmeno il diritto d’insultare chi se la ride tacciandoci di “populismo”.

Affidare la direzione del mondo a degli stronzi è parte del programma fin dai tempi più remoti. Con le loro continue crisi ed emergenze, alcune così ridicole che diventano oscene, ci tengono sotto il loro controllo. Con il ricatto se la ridono approfittando del nostro bisogno e dunque della nostra inerzia.

Il capitalismo è frutto della ragione pratica, ossia di una morale utilitaristica che aspira a ridurre il mondo alla misura dell’interesse. Il punto è proprio questo: l’interesse di chi? Bisognerebbe ricordare a questo genere di stronzi che non sono i padroni che s’immaginano, perché quelli che non sono niente possono smettere di obbedire ai loro comandi.

Uno sciopero generale, ecco cosa ci vorrebbe tanto per cominciare. Non per mobilitarsi contro un tale governo, una tale legge o un’ennesima ingiustizia, ma lo sciopero generale a oltranza per disarmare un sistema che ci vincola ai suoi ricatti e folli squilibri.

Dovremmo dimostrare quanto siamo ingovernabili alle loro logiche. Aprire il parlamento come una scatoletta di tonno, in questo puerile programma c’era l’errore esiziale che ora condanna i proponenti all’estinzione. Che ce ne facciamo di un parlamento che non conta niente, delle narrazioni sulla resilienza, il telelavoro, la transizione ecologica e di altre balle così?

Nel mondo del capitalismo integrato non c’è catarsi, scatolette da aprire e riforme possibili. Sempre sull’orlo della rottura e della distruzione, il nostro mondo (quello che ci viene imposto) è un disastro sociale, basta guardarsi intorno. Abbiamo possibilità straordinarie e sopravviviamo di elemosine e bonus, sedotti da ogni stupidaggine e mentre miliardari crackati sognano di vivere su Marte.

La presa che i mercanti hanno sulle nostre vite l’abbiamo chiamata libertà, accontentandoci dei soliti piccoli extra sempre a rischio di revoca, in attesa di farci sterminare da questi stessi stronzi ubriachi di arroganza.

Ora attendo l’immancabile domanda dello schiavo che teme di perdere il padrone che provvede alla sua sopravvivenza: se mandiamo a casa loro, con chi li sostituiamo? Con le migliori canaglie, così combattiamo ad armi pari.

12 commenti:

  1. Tanto per cominciare uno sciopero generale. Una proposta finalmente! Epperò ce ne hai messo di tempo eh!
    Una volta c'erano i partiti, i sindacati, come si fa oggi ad organizzare uno sciopero generale senza una struttura politica di riferimento?

    Buongiorno a te.

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    1. Dimmi che senza mamma e papà, ossia partiti e sindacati, non riesci nemmeno ad andare in bagno. Non serve aver letto Sorel (non è al suo volontarismo che mi riferisco), sapere che cosa fece Spartacus, ecc.. Basta riandare agli anni settanta, agli scioperi improvvisi e spontanei che padroni & sindacati definivano “selvaggi”. Tutto ciò che non controllano li spaventa e denotano negativamente e spregiativamente (sull’uso strumentale delle parole abbiamo ancora molto da imparare).
      Tutti sappiamo che cosa accadde il 14 luglio del 1789, ma pochi sanno delle endemiche rivolte che per due secoli precedettero quella data famosa. Alcune non furono rivolte da poco, prepararono il terreno. In quel luglio, poi, una delle prime cose che fecero i proletari parigini fu quella di procurarsi le armi. Le andarono a prendere dove stavano. Adottarono la tattica del terrore, fin da subito, senza sconti per nessuno. L’unica tattica vincente è il terrore quando si tratta di affrontare un nemico subdolo e più forte sulla carta. Poi si fecero intortare dagli avvocati e più avanti dai generali. In buona sostanza non avevano speranza di mutare una rivoluzione dai connotati ideologici borghesi in una rivoluzione secondo i loro interessi di classe.
      Tuttavia, oggi, fino a quando non fuggiremo alla presa che i mercanti e i loro rappresentati politici hanno sulle nostre vite e che chiamiamo libertà, non succederà nulla. Perciò i padroni del mondo se ne stanno tranquilli, sanno che nemmeno i razionamenti ci desteranno dal nostro torpore, dai nostri semplici mugugni. Basterà un semplice atto amministrativo per tenerci tappati in casa.

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    2. Intanto, grazie per il commento.
      Però te lo devo dire: da un lato auspici, dall'altro sei scettico, non ci credi.
      Insomma, risulti spiazzante e demoralizzante.

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    3. bisogna avere valore per scioperare.
      Bisogna avere un qualche valore per dare senso al proprio sciopero.
      Il terrore lo usa il potere.
      Come strategia.

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  2. Tu citi il 1789, ma ho l'impressione che il tuo modello sia più recente, ossia anni 60/70. Personalmente, propendo per il modello CLN, che è ideologicamente duro da adottare, perché mette insieme chiunque sia contro il Potere. Se si comincia a fare gli schizzinosi (quello è troppo a destra, quello è troppo a sinistra) si fa il gioco del Potere.

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    1. Comunque anche John Reed è lettura interessante.

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  3. DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELL’UOMO E DEL CITTADINO
    DEL 26 AGOSTO 1789


    I rappresentanti del popolo francese costituiti in Assemblea Nazionale, considerando che l’ignoranza, l’oblio o il disprezzo dei diritti dell’uomo sono le uniche cause delle sciagure pubbliche e della corruzione dei governi, hanno stabilito di esporre, in una solenne dichiarazione, i diritti naturali, inalienabili e sacri dell’uomo, affinché questa dichiarazione costantemente presente a tutti i membri del corpo sociale, rammenti loro incessantemente i loro diritti e i loro doveri; affinché maggior rispetto ritraggano gli atti del Potere legislativo e quelli del Potere esecutivo dal poter essere in ogni istante paragonati con il fine di ogni istituzione politica; affinché i reclami dei cittadini, fondati d’ora innanzi su dei principi semplici ed incontestabili, abbiano sempre per risultato il mantenimento della Costituzione e la felicità di tutti. Di conseguenza, l’Assemblea Nazionale riconosce e dichiara, in presenza e sotto gli auspici dell’Essere Supremo, i seguenti diritti dell’uomo e del cittadino:
    Art. 1 – Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti. Le distinzioni sociali non possono essere fondate che sull’utilità comune.
    Art. 2 – Il fine di ogni associazione politica è la conservazione dei diritti naturali ed imprescrittibili dell’uomo. Questi diritti sono la libertà, la PROPRIETÀ, la sicurezza e la resistenza all’oppressione.
    Art. 3 – Il principio di ogni sovranità risiede essenzialmente nella Nazione. Nessun corpo o individuo può esercitare un’autorità che non emani espressamente da essa.

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  4. Spaventare i padroni con gli scioperi selvaggi può dare qualche soddisfazione ma non risolve i problemi. Forse il crollo del capitalismo non sarà un crollo ma una lenta declino. Immaginiamo che un giorno gli Iphone e gli Ipad restino invenduti e così le auto elettriche e gli aquascooter. E che le navi da crociera partano semivuote e
    semivuoti rimangano tutti i bed and breakfast e i tavoli dei ristoranti stellati. E tutto questo non per un rinsavimento generale ma solo perchè anche il più cretino dei consumatori si renderà conto che girare con tre cellulari e due orologi al polso è inutile. Si potranno cercare nuovi mercati e stimolare nuovi inutili consumi ma anche questa strategia ha un limite. Si potrà alzare il livello delle tariffe doganali, dei protezionismi, della competizione sfrenata ma poi? Di economia capisco quanto di geometria differenziale ma provo a immaginare. Se Apple non vende più, proverà a vendre Ishoes, scarpe che camminano da sole a velocità preregolabile ma poi? Si potranno inventare nuove industrie, approfittare dell'aumento della popolazione, aumentare le spese dello Stato e l'indebitamento, ma poi? Arriverà una transizione inevitabile e pacifica al socialismo o si correrà ad assaltare le caserme e gli armaioli? Quale soluzione?

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    1. A me sembrava che il senso del post fosse chiaro, ma forse presumo troppo dalle parole.

      Il capitalismo è chiaro che non crollerà, non nel senso proprio del termine. Marx l’ha spiegato molto bene, ne ho volgarizzato un po’ in diversi post, per esempio questo:

      http://diciottobrumaio.blogspot.com/2013/05/il-carattere-storico-e-transitorio.html

      Lo sciopero generale (o altre forme radicali di protesta) è per dire a questi stronzi che non ci stiamo a essere cavie, magari arrostite dalla loro arrogante idiozia.

      Se potessimo risolvere tutto con lo sciopero generale sarebbe allora faccenda da poco. Ci sono di mezzo le leggi del movimento storico e un sacco di altre cazzate. Bisogna essere relaisti, ma non per questo subire all’infinito. Sarà ben ora di dire basta, vogliamo dire la nostra?

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    2. diciamo che nel nazivaccinismo si è visto con che razza di eroi abbiamo a che fare. Il coraggio se uno non ce l'ha mica s elo può dare.

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    3. Bisogna essere relaisti, ma non per questo subire all’infinito. Sarà ben ora di dire basta, vogliamo dire la nostra?

      *realisti

      👍

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