martedì 26 luglio 2022

Cchiù pilu pe’ tutti

 


C’è chi si diletta a leggere e tradurre i programmi dei partiti, ossia le solite affabulazioni, quando basterebbe una sommaria analisi sulla composizione delle classi sociali e dei relativi rapporti di forza per accorgersi che le carte sono truccate. L’unica cosa che in definitiva conta e interessa alla borghesia, grande o piccola che sia, è l’estrazione di ricchezza dal lavoro altrui e mettere le mani sui contributi statali.

Per cogliere le contraddizioni fondamentali tale analisi è indispensabile, senza di essa è impossibile una visione realistica delle situazioni concrete. C’è ancora chi crede che le classi sociali rappresentino dei gruppi psico-sociali, di status; in realtà esse materializzano il modo in cui i soggetti vengono a trovarsi e si organizzano all’interno di ciascuna formazione economico-sociale. Ciò allude in primis ai rapporti di proprietà e di divisione sociale del lavoro, vale a dire alle forme di sfruttamento e alle quote di appropriazione della ricchezza socialmente prodotta.

La sovrastruttura “politica” (una regione incantata), i programmi dei partiti, composizione e azione dei governi, vanno dunque letti in connessione al movimento contraddittorio del capitale e alle fasi di sviluppo e di crisi che esso attraversa. In questi ultimi lustri abbiamo visto che le politiche sono incapaci di rilanciare l’economia, che il quantitative easing alimenta bolle finanziarie sostenendo artificialmente il prezzo delle azioni, a vantaggio dei più ricchi che le possiedono.

Perciò correre dietro alle dichiarazioni dei cosiddetti leader, gente perduta, è faccenda di giornalisti, grandi firme che armeggiano tra volgarità e infamia e non hanno altro reale interesse che difendere il livello di retribuzione e privilegio raggiunto all’interno della propria casta professionale.

A noi anime comuni che cosa resta? Le illusioni profuse a piene mani in campagna elettorale, la spinta incessante verso la competitività, l’individualismo e la solitudine nell’intrattenimento televisivo, la serietà burlesca di “esperti”, sciamani, semplici paesani nei talk show.

3 commenti:

  1. Io capisco benissimo i tuoi post, però permettimi: hai fatto caso che quando scrivi in una certa maniera, diciamo così troppo forbita, nessun commento, nessuna argomentazione?

    Purtroppo, bisogna mantenere un "profilo" più basso, pena l'isolamento.
    Prendila come una critica costruttiva, non ti sto offendendo.

    Cari saluti!

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    1. oltre al titolo avrei dovuto scrivere anche il testo in calabrese? salutoni :)

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  2. Con questo sistema elettorale partecipare al voto è come quando la servitù viene invitata alla festa del padrone “democratico”. E’ come partecipare a un gioco fingendo di non vedere che le carte sono truccate. Come comprare la crema scioglipancia di Wanna Marchi o i grissini per tagliare il tonno. Come aspettare fiduciosi per non perdere la priorità acquisita.

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