Ci sono avvisaglie di turbolenza a Wall Street. A noi frega nulla perché siamo in una botte di ferro. Come Attilio Regolo.
La Federal Reserve, secondo il verbale della sua riunione del 27-28 luglio, pubblicato ieri (i verbali del Comitato sono messi a disposizione ordinariamente tre settimane dopo il giorno della riunione programmata), si sta muovendo, con cautela, verso una riduzione del suo programma di acquisto di asset da 120 miliardi di dollari il mese (80+40). Ciò avverrà verso la fine dell’anno o all’inizio del prossimo.
Saranno fuochi artificiali perché il mercato finanziario è drogato. Non puoi ridurgli la dose senza che dia di matto. Lo sanno anche le pescivendole che quando le condizioni monetarie si restringono, anche in misura minima, la bolla speculativa scoppia, con conseguenze di vasta portata per l’economia nel suo insieme.
E perciò Wall Street non l’ha presa bene, gli indici sono scesi di un “cicinin” sia ieri e anche oggi. È solo un venticello, per ora. Tutto dipende dalla velocità con la quale avverrà il tapering e il rialzo del tasso d’interesse di base, che oggi è praticamente a zero.
L’orientamento della Fed è motivato da due timori: la continuazione dello stimolo alimenta l’inflazione (con minaccia di richiesta di salari più alti), e la continua offerta di denaro a buon mercato (tassi bassi incoraggiano leva finanziaria) potrebbero ulteriormente gonfiare una bolla che alla fine inevitabilmente scoppierà.
L’escalation del debito di bassa qualità è a livelli record e la faccenda immobiliare avrà anche questa volta la sua parte con livelli elevati di default. Bisogna sempre tener presente che ciò che è gestibile oggi, potrebbe diventare insostenibile in un ambiente ad alto costo del denaro e a bassa crescita. Tuttavia tranquilli, il capitalismo non “crollerà” per motivi borsistici, anzi, ma non è escluso che seppellisca noi poveracci con il suo fall out.
Riporto la chiusa di una recensione di Mauro Campus al libro di Tobias Straumann: 1931. Debt, Crisis, and the Rise of Hitler:
«I giochi degli specchi non sono mai utili se non come provocazione intellettuale, ma le conseguenze della “crisi del debito” che nell’ultimo nostro decennio hanno raggiunto il centro del sistema capitalistico riecheggiano sinistramente il sonnambulismo della classe politica fra le due guerre. Il contesto economico internazionale è evidentemente diverso, ma l’entità del problema e la fragilità delle democrazie occidentali lo sono assai meno.»
Lotta comunista? No, un foglio che dichiara qualche copia venduta in più: Il Sole 24ore.
Ci avrei scommesso sulle sue simpatie per Lotta comunista!
RispondiElimina:-)))
GS
:-) nutro una forte simpatia anche per i bimbi e i cani, purché siano allevati da altri
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