giovedì 17 giugno 2021

Come ebbe a dire quel Lord britannico

 

La Federal Reserve, la principale banca centrale del mondo, nella riunione conclusasi ieri, ha indicato che non farà nulla che possa essere interpretato come un ritiro del sostegno alla montagna di debito e di capitale speculativo (80 miliardi di dollari al mese di bond più 40 di asset backed securities) che le sue politiche hanno creato negli Stati Uniti e nel mondo e continuerà ad immettere denaro praticamente gratis (0-0,25%), cosa che ha consentito l’ulteriore arricchimento dell’oligarchia finanziaria a livelli mai visti prima nella storia.

La Fed potrebbe iniziare ad aumentare il suo tasso d’interesse base alla fine del 2023 anziché nel 2024, come era stato indicato in precedenza, ma in realtà non ha mosso un dito per cambiare la sua politica monetaria, in attesa di vedere “l’andamento dell’inflazione o le aspettative di inflazione di lungo termine”.

In vista della riunione, negli ambienti finanziari era stata sollevata la questione se la Fed avrebbe iniziato a ridurre i suoi acquisti di attività finanziarie. Il presidente, Jerome Powell, ha offerto rassicurazioni sul fatto che non sarebbe stato fatto nulla per innervosire i mercati finanziari. Riporta il Sole 24ore: “le interruzioni delle forniture, aumentano la possibilità che l’inflazione diventi più elevata o sia più persistente di quanto ora ci aspettiamo”.

Prima della crisi finanziaria globale del 2008, la Fed deteneva nei suoi libri attività finanziarie per un valore di circa 900 miliardi di dollari. Tale importo è salito rapidamente a oltre 4.000 miliardi e poi di nuovo a oltre 8.000 nel 2020 ed è ora in procinto di raggiungere almeno 9.000 miliardi entro la fine di quest’anno (più di tre volte il debito pubblico italiano, per dare un’idea di grandezza).

Le politiche della Fed, che sono state seguite da altre grandi banche centrali, hanno avuto due effetti. In primo luogo hanno direttamente facilitato il trasferimento di ricchezza nelle mani dell’oligarchia finanziaria e aziendale globale. Dati pubblicati da Forbes ad aprile dicono che nel solo 2020 la ricchezza patrimoniale collettiva dei miliardari del mondo è aumentata del 60 percento, da 8.000 a oltre 13.000 miliardi, descritta dalla rivista come “la più grande accelerazione della ricchezza nella storia umana”.

In secondo luogo questa politica monetaria ha creato una montagna di debiti. In un articolo sul Wall Street Journal di questa settimana si legge che dopo aver emesso 1.700 miliardi di obbligazioni lo scorso anno, quasi 600 milioni in più rispetto al precedente massimo, il debito totale delle società statunitensi alla fine di marzo ammontava a 11.200 miliardi, equivalente a circa la metà del prodotto interno lordo degli Stati Uniti.

Stessa situazione in Europa, dove migliaia di aziende sono sostenute solo dalla politica del tasso d’interesse zero della Banca centrale europea e dai suoi acquisti di attività finanziarie, nonché dal sostegno diretto dei governi nazionali. Se così non fosse, s’innescherebbero in tutta Europa (dunque non solo in Italia) decine di migliaia di fallimenti.

La creazione di un indebitamento mostruoso è una delle conseguenze delle politiche monetarie delle banche centrali. L’ondata di denaro a tasso prossimo allo zero nel sistema finanziario globale ha promosso una gigantesca giostra speculativa, che va dalle materie prime alle abitazioni, alle azioni e alle criptovalute, solo per citare alcuni esempi. È saltato qualunque rapporto reale tra prezzo delle azioni e il valore che esse rappresentano. Il rendimento delle obbligazioni societarie spazzatura, quelle con rating inferiore allo status di investment grade, è sceso ai minimi storici.

Insomma, mi pare evidente che le banche centrali non possono staccare la spina alla speculazione aumentando i tassi, se non vogliono terremotare il sistema finanziario, ma nel contempo il debito pubblico (e privato) continua ad aumentare e diventa sempre più ingestibile. I nodi verranno al pettine, è solo questione di tempo, come ebbe ad osservare banalmente anche quel Lord britannico di cui al momento non mi viene il nome.


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