Per quanto abbia speso occasionalmente (per ciò che vale, ovvio) qualche parola a favore di una più equa distribuzione del carico fiscale, segnatamente a partire delle imposte di successione e le donazioni, vale a dire rispetto a una misura di minima decenza per potere poi avere la faccia di dire altro, tuttavia non mi nascondo che nella nostra epoca serve ben altro, ossia un progetto nuovo di società.
Se bastasse evocare la trita litania sulla socializzazione dei mezzi di produzione e altre perline da infilare nel lungo filo che ci porterà al “comunismo”, ossia se potessimo risolvere l’equazione pur non disponendo nei suoi termini degli elementi della sua soluzione, l’umanità si sarebbe tolta un gran peso da un pezzo. Evidentemente non è mera questione etica e di decreti attuativi.
Allo stesso modo, per quanto riguarda il riformismo, non bastano des idées qui reviennent, come sa quel 66 per cento di francesi che alle elezioni di domenica scorsa non si sono dati la pena di votare. Non basta promettere una più rigida tassazione delle multinazionali, paventando di far piangere i ricchi e i ricchissimi. I padroni del mondo hanno buoni motivi per continuare a ridere per puerilità del genere spacciate da un secolo in qua come risolutive delle “disarmonie” economiche del “migliore dei mondi possibili” (frase che i Leibniz odierni ripetono sorseggiando Balvenie).
Non so quanto ce ne stiamo rendendo conto, ma siamo ben dentro a un cambiamento climatico repentino, sempre a un passo da un’escalation bellica generale, con una situazione di debito pubblico e privato non più gestibile, una crisi finanziaria incipiente, prezzi delle materie prime alle stelle, e per giunta con le discoteche chiuse e camerieri che non hanno più voglia di servire ai tavoli. È evidente che ciò rischia di rovinarci le vacanze. Ma infine giunge una buona notizia che alimenta la speranza di un’estate alla grande: il presidente del consiglio Mario Draghi promette di destinare il corrispettivo di 14.000.000.000.000 di vecchie lire nella lotta “alle diseguaglianze”, ossia per “ridurre le disparità di genere”.
Retropensiero: chissà se tale "riduzione di disparità" riguarderà anche il personale docente.
RispondiEliminaDittatura è un sostantivo femminile
Eliminafar pagare il debito ai vecchi ricchi è chiedere troppo
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