lunedì 19 ottobre 2020

L’eclissi


Mentre noi ci stiamo accapigliando sui dpcm della disperata improvvisazione e della falsa coscienza, alcune centinaia di persone, al più qualche migliaio, tutte conosciute le une alle altre, regnano sul destino dell’intero pianeta. Società e fondazioni, banche e borse, brevetti e tecnologie, suolo e sottosuolo, ogni ricchezza e risorsa, appartiene anzitutto a loro.

Risorse e relazioni personali che permettono di potersi fare un giudizio molto preciso della situazione in generale così come degli aspetti particolari e segreti, ossia quel flusso informativo e quegli intrecci che permettono di conoscere l’intero meccanismo economico e quello delle forze che lo alimentano.

I popoli sono del tutto impotenti di fronte a questo potere che li sovrasta, che domina i processi reali, quelli che caratterizzano la produzione e la distribuzione a livello mondiale, le comunicazioni e l’informazione, la pace e la guerra, l’effettività sociale da una parte e le psicosi indotte dall’altra.

L’eclissi della democrazia, non meno di quella della ragione, nella quale abbiamo vissuto o creduto di abitare, è ormai un fatto certo e definitivo. Il potere reale è in mano a un ristretto numero di tecnocrati e plutocrati, i cui nomi sono spesso sconosciuti ai più.

Chi pensa di poter uscire da questa situazione sul piano pacifico delle riforme vuol dire che non ha capito nulla dello stato delle cose o è suo complice, e spesso si tratta, come verifichiamo ogni giorno, delle due cose insieme.


7 commenti:

  1. Sottoscrivo parola per parola. Questo non mi impedisce, e me lo perdonerai, di considerare l’analisi marxista con il rispetto che si deve a un bellissimo pezzo di antiquariato.

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    1. è una foto digitale, perciò sottoscrivi parola per parola. dunque che c'entra il dagherrotipo marxista?

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    2. Già la tua similitudine ha in nuce la risposta, perché a parità di funzione d’uso (per esempio, immortalare un bel bambino) il mezzo analogico è intrinsecamente diverso da quello digitale. Ma usciamo di metafora: bisognerebbe fare la rivoluzione, ma la definizione delle classi interessate rispettivamente alla conservazione e alla rivoluzione è diversa da quella che aveva in mente il barbuto. Più importante ancora, se possibile, è il dubbio su che fare dopo. Occorre dire, tuttavia, neanche il barbuto ha dato chiare indicazioni al riguardo.

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  2. Sono d'accordo, ma per quanto riguarda l'uscire da questa situazione, intesa come crisi mondiale, le uniche speranze, probabilmente non pacifiche, sono attraverso una costituzione sovranazionale. Chiunque pensi di risolvere il problema a casa sua è condannato al fallimento, se non all'estinzione.
    Stefano

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  3. ...e ancora; "Dissero che la guerra era necessaria perché avrebbe liquidato l’era dei nazionalismi, preparando il periodo in cui agli imperi sarebbero succeduti, non importa se in modo cruento o no, la società universale e il paradiso in terra".

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  4. e ancora ..."Dissero che la guerra era necessaria perché avrebbe liquidato l’era dei nazionalismi, preparando il periodo in cui agli imperi sarebbero succeduti, non importa se in modo cruento o no, la società universale e il paradiso in terra"

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