giovedì 29 ottobre 2020

Ci penserà il tempo e la natura

 

Dopo nove mesi, le massime istituzioni dell’Unione Europea hanno deciso, forse, di battere un colpo. Nel frattempo noi, come specie, non siamo riusciti nemmeno a salvaguardare i più esposti e deboli, convinti di averla fatta franca. Lui, il virus, che non è nemmeno un mostriciattolo ma un’entità eterea che punta a sopravvivere e moltiplicarsi, secondo leggi di natura, ha atteso il momento giusto per colpire, nell’autunno-inverno e nel via vai delle città, i luoghi più maledetti, come le scuole e i ritrovi di socialità.

È difficile capire la natura, ma ancor più metter d’accordo i virologi. A sentire certe cose in tv, verrebbe quasi da dire che il virus sia diventato l’intelligenza di questi specialisti.

C’è chi considera un evento straordinario avere la febbre a 38 e mezzo. Vero però che le terapie intensive sono diventate il sudario di questa sventura. La vita sedentaria e il lento avvelenamento dei corpi hanno fatto il resto. Ogni persona è simile al suo stomaco. Le cose possono essere in un modo o nell’altro non solo per volontà del destino e delle circostanze, ma anche per via della volontà e del comportamento di ciascuno nell’arco della sua vita.

Ci penseranno il tempo fuggitivo e la natura testarda, abili amministratori, a sostituire quelli che scompariranno.

Se mi accusate di cinismo è perché non avete frequentato abbastanza il mondo.


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