Sono una persona ostinata, e forse per questo abbastanza solitaria. Ieri scrivevo che un concorso di circostanze conferisce quasi a tutto ciò che diciamo una certa aria d’irrealtà. Non ho dubbi che sia così. Ciò vale per me e per tutti. Sia per chi diffonde la psicosi, e sia per quelli che cercano di opporvi una qualche resistenza.
È comico vedere le arie di superiorità che si danno i pensatori del giornalismo e gli esperti della “salute”. È irritante il loro sarcasmo, la cosiddetta seconda ondata costituisce il loro enfatico trionfo sul terreno di un nuovo tributo di vittime da conteggiare, senza più il freno di nessun’altra considerazione.
Sono diventati i veri padroni di tutto ciò che si fa o è permesso fare. E di tutto ciò che se ne dice! E tutto ciò che vi è di contrario è indegno di attenzione.
È altrettanto comico sentire chi nega la pericolosità di un virus che può uccidere persone anziane, 33.000 su 36.000, in copresenza di gravi patologie. Più qualche eccezione, come sempre quando il caso ci mette la sua zampa.
I giornalisti grandi firme e gli esperti accreditati al loro seguito possono vendicarsi per il limitato successo che per molti mesi hanno avuto i loro avvertimenti. Quando loro stessi, spente le telecamere, si erano dati lunga vacanza.
Oggi ci dicono che sarebbe stato sufficiente sconfiggere le insulse chiacchiere dell’ottimismo estivo, di sottometterci come beoti alla loro indiscutibile e universale competenza, e farci vivere come dei lombrichi e così la falcidia virale dell’autunno e dell’inverno sarebbe stata ben contenuta e controllata.
Che il virus fosse qualcosa d’impreciso l’hanno ripetuto per mesi. Checché se ne sia voluto dire, la sua formulazione oggi non è più oscura, né più difettosa di tante altre conoscenze.
E tuttavia nonostante la vaccinazione di massa si presenti come possibile e prossima ventura, ora ci dicono che la vaccinazione raggiungerà risultati ottimali solo tra un anno. Tra qualche settimana ci diranno che ci vorrà una seconda vaccinazione, poi un vaccino diverso, e così via.
È difficile disintossicarsi dalla notorietà mediatica.
Ne è un esempio paradigmatico l’ineffabile Pregliasco, il quale avrebbe avuto un ben altro destino se Christian De Sica si fosse accorto di lui. Ci racconta che dobbiamo rinunciare ai rapporti sessuali di coppia, surrogandoli con l’onanismo.
Ogni persona che abbia il senso dei piaceri dell’esistenza deve ringraziare individui simili, e anche il cielo che ci ha concesso di vivere in un simile paese e una simile epoca.
Nessuno darebbe retta a un dietologo obeso, o a un oratore dell'ANPI che si presentasse alla manifestazione del 25 aprile con fez e camicia nera. Perciò, al sig. Pregliasco un giornalista che si rispetti deve per forza rivolgere la domanda: ma lei, allora, si fa le seghe?
RispondiEliminahai visto che occhiaie?
Eliminatra i peggiori di questa pandemia gli esponenti della comunità scientifica
RispondiEliminaPregliasco è ai vertici
Pregliasco, il Coprifava
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