lunedì 26 ottobre 2020

E neanche così

Ricordiamoci di questa roba qua.

*

Da un documento del patriarcato di Venezia evinco che il battesimo avvenne solo due giorni dopo il mio approdo su questo pianeta. Ciò conferma le notizie familiari secondo le quali corsi grave rischio di vita alla nascita. Non era evento infrequente a quel tempo. Un paio di anni dopo, sempre secondo quelle cronache domestiche, mi beccai anche la famosa “asiatica” del 1957. Di cui non ricordo nulla.

Invece rammento molto bene l’influenza detta Hong Kong, che imperversò alla fine degli anni Sessanta. Rimasi indenne, ma ho ancora negli occhi le immagini dei molti banchi vuoti durante il primo anno nella nuova classe che cominciai proprio allora. Quel virus cinese mise a letto milioni d’italiani, senza troppe distinzioni d’età.

Dopo le festività, in Riva degli Schiavoni arrivavano regolari le giostre. Noi ormai ci sentivamo troppo adulti per quelle cose, e però quello era rimasto il luogo del nostro appuntamento pomeridiano, a conferma di un legame recente con quel genere di divertimenti che ora guardavamo con altezzoso e compiaciuto distacco.

Dopo aver sbrigato in fretta i compiti di scuola, sempre troppi, dal luogo di prima raccolta il nostro gruppetto sciamava per la città. Una delle nostre mete preferite, oltre ai “giardini” e, quando pioveva, un certo “cantinon”, erano i cinema, che ovviamente non avevano subito alcuna chiusura a causa dell’epidemia virale.

A nessuno sarebbe passata per la testa la balzana idea di chiudere causa un evento del genere.

I cinema allora erano molto più frequentati di oggi, gli spettacoli serali affollati. C’era da scegliere: il Malibran (la “fiaschetteria toscana” nei pressi), il Rossini (chic e appartato), l’Accademia (puzzolente di fumo), San Marco (nobile), Italia (infine declassato a “luci rosse” e poi supermercato), il proletario Garibaldi, i mitici Santa Margherita e Giorgione, quindi quello alle spalle del bacino Orseolo di cui non mi sovviene il nome, l’austero Olimpia, in seguito comparve anche l’oscuro Mignon.

Se colpiti dal virus (una brutta bestia), si restava a casa, nel letto per due settimane, a volte tre o quattro per smaltire febbri, catarri, mal d’ossa e raffreddori persistenti. Si accusava strascichi per l’intera stagione, e anche ci si lasciava la pelle. Non solo anziani con altre rogne di salute, ma questi erano naturalmente i favoriti dalla sorte maligna.

Allora le trasmissioni televisive, nell’unico canale disponibile, iniziavano alle 17 con i programmi dedicati ai ragazzi. Seguiva un controllatissimo tg, alle 21 carosello, poi un film, oppure una commedia, in seconda serata l’inchiesta giornalistica settimanale, il sabato Canzonissima e la domenica il varietà di pragmatica.

Mi chiedo che cosa sarebbe successo allora se ci avessero imposto, d’autorità, di restarcene tutti a casa per mesi causa epidemia virale, di sottoporci a coprifuoco e controlli stringenti alle libertà più elementari, di rinunciare alle attività consuete con il rischio concreto di perdere il lavoro, o quantomeno di veder ridotte e compromesse le proprie entrate economiche, distrutto in toto il settore turistico e altro.

In pieno “autunno caldo”? Diciamocelo francamente, ci sarebbero volute le bombe per creare e diffondere una psicosi isterica come quella di oggi. E neanche così si sarebbero raggiunti certi livelli di follia. 

Questo titolo l'ho visto subito dopo il post. Del resto non ci vuole molto per questo genere di sintonia.

10 commenti:

  1. Forse il cinema Gigante?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho cercato anche io su internet ma quel nome non mi ricorda nulla e non ho certezza nemmeno che sia esatto mignon forse ritz? È li che ho cercato di vedere l'ultimo di Pasolini. La memoria mi sta lasciando, eppure io non l'ho mai tradita. Puttana

      Elimina
    2. Che vuol dire “cercato di vedere l'ultimo di Pasolini”?

      Elimina
    3. mi obblighi al turpiloquio: perché è una cagata, non solo in senso figurato. che tra l'altro gli è costata la vita.

      Elimina
    4. No, è un capolavoro. Vorrei capire perché tanta gente certo non conservatrice odia questo film. Ma se non l'ho capito in 45 anni, non credo possa più rimediare.

      Elimina
    5. per me non ha valore artistico e nemmeno sotto la ricostruzione storica mi dice nulla, ma su queste cose ognuno si tiene le sue opinioni, peraltro sempre suscettibili di essere mutate

      Elimina
    6. Beh, allora riguardalo, perché, al tempo, Pasolini in alcuni ambienti passava per reazionario.

      Elimina
  2. ok, facciamo che siano dello stesso ordine tutte le influenze.
    Allora perché secondo te oggi queste reazioni?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. mai detto che sono tutte uguali perché non risponde a realtà. del resto cito non a caso quelle del 57 e del 69. posso capire l'allarme, non l'isteria distribuita a piene mani. non "stanare" chi diffonde il contagio. e simili. non misure assurde e contraddittorie. non chi non ha provveduto in nove mesi a predisporre terapie intensive addestrando personale, ecc. non chi dice il vaccino forse, si vedrà, chissà quando e come.

      Elimina
    2. non pensi che andrebbe capita una strategia politica in fare questo? La strategia della... neanche con le bombe appunto. Ma sempre modello italiano.

      Elimina