sabato 5 ottobre 2019

Anniversari



Ricorre in questi giorni il 70° anniversario della proclamazione della Repubblica popolare cinese. La lotta contro l’imperialismo occidentale e nipponico consentì l’unificazione del paese, la rivoluzione sociale sollevò le condizioni di vita della popolazione ed eliminò gran parte di ciò che era culturalmente e socialmente arretrato. Ciò posto, resta da spiegare come e perché i sogni e le aspirazioni dei lavoratori cinesi per un futuro socialista abbiano portato infine al vicolo cieco del capitalismo.

I livelli inediti e miracolistici della crescita economica cinese degli ultimi tre decenni hanno provocato un abisso sociale tra gli oligarchi miliardari e le masse di lavoratori e contadini cinesi (centinaia di milioni) che lottano per sopravvivere in un ordine sociale dominato dal profitto e dalla più feroce competizione.

La domanda più generale che ci dobbiamo porre è: perché le rivoluzioni del secolo scorso, soprattutto in Russia e Cina, si sono concluse con la vittoria del capitalismo?

In entrambi i casi la risposta più frequente riguarda l'emergere e il consolidarsi di una burocrazia di partito, sia nell'Unione Sovietica e sia in Cina, che giustificava il proprio potere e i suoi privilegi sulla base della prospettiva nazionalista del socialismo. In effetti, in paesi con uno sviluppo capitalista tardivo non si sarebbero potute soddisfare né le aspirazioni democratiche della borghesia né, dall’altro lato, le istanze sociali delle masse.

Con la guerra di Corea, Mao fu costretto, dal blocco economico degli Stati Uniti e dalla minaccia diretta di guerra, a nazionalizzare le compagnie straniere e nazionali, che stavano sabotando lo sforzo bellico, e istituire una pianificazione economico-burocratica lungo le linee guida dell'Unione Sovietica. La proprietà veniva nazionalizzata e la pianificazione economica stabilita, ma nel nuovo Stato la classe operaia era privata di qualsiasi voce politica e di diritti democratici.

La prospettiva di Mao di una Cina autosufficiente portò rapidamente in un vicolo cieco. Come risultato di tale programma, basato su una prospettiva antimarxiana, il regime maoista passò da una crisi all'altra: dal catastrofico Grande Balzo in avanti degli anni 1950 alla contesa sino-sovietica e alla disastrosa rivoluzione culturale degli anni 1960.

Deng Xiaoping, a sua volta, fu autore di politiche a favore del mercato e di restaurazione della grande proprietà privata, portò avanti la logica del riavvicinamento di Mao con il presidente americano Richard Nixon del 1972. La riforma di Deng coincise con il rapido sviluppo della produzione globalizzata, guidata dagli Stati Uniti, laddove gli investimenti stranieri si riversarono nel paese per sfruttare le infrastrutture e l'industria di base e una forza-lavoro rigidamente irreggimentata e a costi bassissimi.

Nel suo discorso celebrativo, Xi vanta gli indubbi successi della Cina, rende omaggio ai rivoluzionari maoisti ed evoca il suo sogno di riportare il paese alla grandezza e al ruolo internazionale che gli compete. L'ascesa economica della Cina, tuttavia, la mette faccia a faccia con l'ordine mondiale imperialista dominato dagli Stati Uniti, che sono fermamente intenzionati a usare tutti i mezzi a loro disposizione, compresi quelli militari, per impedire alla Cina di sfidare la loro egemonia globale.

4 commenti:

  1. bè, attualmente il capitalismo cinese, a guida fortemente centralizzata politicamente e finanziariamente, sembra avere la meglio su quello apparentemente più confuso e schizofrenico impersonato da Trump, dilaniato dagli interessi contrastanti delle tante cordate che premono preoccupate

    ma, appunto, lo sviluppo ineguale contiene in sè la probabilità che qualcuno debba necessariamente passare il testimone da altri, o che almeno qualcuno ci debba provare

    i dati macroeconomici sembrano presagire una miglior tenuta degli orientali alla guerra dei dazi, punto critico innestato dalla crisi generale



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    1. già, il punto critico della crisi generale e che gli apologeti del sistema cercano di esorcizzare con grafici e tabelle. vivremo tempi interessanti, su questo non ho più alcun dubbio.

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  2. Se per interessante pensi al futuro... aggiungi il nucleare. Ho scritto qualcosa in passato. Da tempo ho preso in considerazione il problema dell'egemonia euroasiatica la cui realizzazione non sarà indolore per la specie umana.

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    1. la Cina è al momento ancora una tigre di cartone (ma per quanto?). è necessario, in alleanza con la Russia, rimetterla nei ranghi. la Russia è sempre stata strategica nelle vittorie dell'occidente. ma gli imperialisti americani hanno ancora una leadership che conosce l'abc della storia?

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