venerdì 13 settembre 2019

Denaro, il resto sono chiacchiere


Mentre ci lambicchiamo con elenchi di ministri, sottosegretari e altre mene, l'élite della ricchezza mostra di avere altre priorità, e cioè quella anzitutto di accrescere e concentrare il proprio potere finanziario ed economico. Qui in Italia, in Europa, ovunque nel mondo (*).

Una singola persona, Dieter Schwarz, cittadino onorario di Heilbronn, possiede un patrimonio in capitale azionario, immobili, collezioni d'arte e valori aziendali, di 41,5 miliardi di euro. È il tedesco più ricco di Germania. Quasi niente rispetto ai soliti Gates, Bezos, Buffett, Zuckemberg, Arnault, Ortega, ecc..

In Germania la ricchezza totale dei 1.000 tedeschi più ricchi è cresciuta del 3,33 per cento su base annua, a 1.053 trilioni di euro. Se si aggiungono le attività dei 16 grandi gruppi familiari più ricchi, per un importo di 142,9 miliardi di euro, l'élite della ricchezza locale possiede un totale di quasi 1,2 trilioni di euro.

Tale importo corrisponde a oltre un terzo del prodotto interno lordo tedesco, ossia al valore totale di tutti i beni e servizi prodotti o realizzati nell'ultimo anno. Le cose non vanno molto diversamente per altri paesi, europei e no. Non si tratta d’invidia e risentimento, ma di chiedersi se sia razionale e sostenibile, ancora nel secolo attuale, che un migliaio di persone possieda una ricchezza pari ad un terzo del Pil di una nazione ricca come la Germania.

Nel 1917-22 si dissolsero quattro imperi e le loro aristocrazie che solo qualche decennio prima sembravano dover durare eterni. I poveri e, per converso, i ricchi, non sono spariti.




(*) In Italia i patrimoni sono molto solidi e però spesso quasi invisibili. Passavo il mese scorso ai margini di una tenuta agricola, in Friuli, di oltre 3.800 ettari (una superficie di circa cinque per otto chilometri) con oltre 2.000 vacche da latte, di proprietà di un tizio, molto amico di un imprenditore di Arcore, che nel ranking di Forbes risulta solo dopo il 2000esimo posto (Giuliana e Luciano Benetton sono 877esimi, dei poveretti). Un sindaco del Veneto, sconosciuto alla classifica Forbes perché ancora troppo povero, s‘è comprata una buona fetta dell’Etruria, tra l’altro con una tenuta in Val di Chiana, un allevamento di chianina che stando alle voci dovrebbe assumere dimensioni colossali, dove l’anno scorso ha invitato a una festa 3.800 persone, tra le quali la presidente del Senato. La società capofila è la Umana S.p.A., agenzia per il lavoro!

7 commenti:

  1. Capisco che comparando patrimoni e PIL volevi solo fornire al lettore un ordine di grandezza, ma il "lettore" medio è già abbastanza confuso tra i concetti di patrimonio e reddito, come, del resto, fra deficit e debito. Questa triste realtà di ignoranza poi fa presto a convertirsi in misure fiscali che non scalfiscono i grandi patrimoni, ma mettono in difficoltà pensionati che hanno appena finito di pagare il mutuo trentennale, o magari no, non hanno ancora finito.

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    1. hai ragione in generale, ma per quanto riguarda i lettori di questo blog sono tutti di livello, compresi quelli che non commentano perché di troppo livello assai

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  2. Cerco di indovinare chi potrebbe essere il sindaco, vediamo, mi spremo, una città che comincia con la lettera v... ,v.. di di di venezia? Ho forse indovinato? Cosa ho vinto?
    Scusami se ho voluto un po' giocare.
    un caro saluto
    roberto b

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  3. curiosando nel sito cui rimanda il link ho appreso che il "San Giobbe" nel nome dell'azienda era "uno dei più rinomati macelli d'Europa". Agghiacciante.

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    1. lei è un erbivoro? io adoro la carne ai ferri, specie la chianina

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    2. ''curiosando nel sito cui rimanda il link ho appreso che il "San Giobbe"'' e se noti bene il signor santo, in figura , viene chiamato Saint Job...che meravigliose coincidenze!

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