L’odierno numero del Domenicale è corposo ed interessante. Vi si trova una recensione di
Salvatore Settis dedicata a sei saggi di Ernst H. Gombrich finora inediti in
italiano. Dall’arte si passa alla genetica con un articolo di Lucio Luzzatto
dal titolo Il senso della genomica.
L’articolo si chiude con una considerazione che mi sento di condividere: “Chiunque oggi può ottenere da un
laboratorio di biotecnologia la sequenza del proprio DNA, corredata da stime
probabilistiche delle malattie che potrebbe avere nel presente o nel futuro. […]
dal punto di vista medico per ora non lo
consiglio a nessuno, perché in quella sequenza non figurano fattori ambientali
di gran peso, e tanto meno il ruolo indomabile del caso”.
C’è un articolo sulla crisi
dell’antropocentrismo, di Leonardo Caffo, il quale tra l’altro dice che non sta
finendo il mondo, ma questo tipo di mondo. E questo, soggiungo, è già accaduto
parecchie volte, anche in modo radicale e catastrofico, ma mai come sta
avvenendo nel nostro tempo. Sostiene Caffo, sulla scorta della scuola di
Francoforte, che “il concetto di umanità
attraverso cui ci siamo pensati è semplicemente sbagliato, finito,
convenzionale in modo ingiustificato”. Sarà, ma non mi ci vedo a “descrivere il reale nel senso di Martin
Heidegger”.
In prima pagina apre questo numero del Domenicale un articolo di Luigi Mascilli
Migliorini, uno dei maggiori storici a livello internazionale dell’epopea
napoleonica (sua anche una preziosa biografia di Metternich). Si tratta della
recensione al libro di Terry Crowdy, Marengo
1800, LEG edizioni, Gorizia. Il titolo originale è semplicemente Marengo, essendo superflua la
precisazione della data in cui avvenne l’unica battaglia combattuta in quel
luogo divenuto celebre.
L’articolo di Luigi Mascilli Migliorini è
godibile ma non dice nulla di
nuovo su quanto accadde a Marengo (seconda coalizione antinapoleonica) e
accenna incidentalmente al personaggio che dà il titolo alla recensione stessa,
Napoleone e la spia: doppio gioco a
Marengo, vale a dire il torinese Carlo Gioelli, un doppio agente responsabile della molta confusione che caratterizzò il giorno della
battaglia, rendendo impossibile ai vari comandanti qualunque previsione sul suo
sviluppo. L'indomabile ruolo del caso!
Chi possieda uno o più scaffali delicati all’epopea
napoleonica non può farsi mancare il libro di Terry Crowdy. Un lavoro poderoso
e meticolosissimo, ricco di mappe esplicative, basato su fonti di primissima
mano, come del resto si evince dalle note a piè di pagina e dalla Nota dell’autore sulle fonti (pp.
325-332). Vi sono dettagliati anche gli ordini di battaglia dei due
schieramenti, con i comandanti, le unità, la rispettiva forza suddivisa per le
varie armi (pp. 320-24). In appendice al volume illustrazioni in nero e a
colori. Si legge davvero come un avvincente romanzo.
Sui fattori ambientali ci siamo,sul ruolo indomabile del "caso"anche , se non fosse perché statisticamente parlando,in parte è "domabile "percentualmente essendo bombardati quotidianamente da una infinità di microparticelle.
RispondiEliminao saremmo diventati già tutti dei mutanti?
Su Napoleone corro a comprare il libro,per comprendere quanta "confusione" vi fu e quanto il "genio programmatore " del Corso abbia compensato in partenza le bizzarrie del "caso".
caino
Impossibile sottrarsi ai tuoi consigli bibliografici. Macché consigli. Ordini.
RispondiEliminaguarda, si legge veramente come un romanzo. l'ho letto in tre giorni, cosa per me inusuale.
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