Dello
studio delle “tendenze” sessuali degli individui si occupano prevalentemente la
psicologia e la biologia, o una combinazione di entrambi. Hanno questo di
bello: rivedono di continuo l’interpretazione del proprio oggetto d’indagine, e
ciò che evincevano con certezza fino a mezzo secolo or sono, oggi è diventato tabù (*).
Per
quanto riguarda la psicologia, una posizione dominante è quella coperta dalla
psicanalisi (nelle sue varie scuole e deliri). Sul piano generale essa cerca
nella sfera stessa dello psichico la spiegazione dei fenomeni psichici e dunque
comportamentali, ma con tutto questo la psicanalisi non ha saputo superare in
psicologia un volgare biologismo. Sul piano dei comportamenti sessuali essa
considera primarie le pulsioni organiche e il sesso come sostrato biologico di
ogni successiva metamorfosi. I fatti culturali nella psicologia dell’uomo
costituiscono un fenomeno spontaneo, secondario, sempre un prodotto causato e
mai causante.
A
loro volta gli studi di genetica insistono nel cercare nei geni le cause che
orientano il comportamento, laddove sicuramente le evidenze fisiologiche
giocano un ruolo, ma assai più limitato di quanto si voglia far credere. Si
tratta, a ben vedere, di concezioni di stampo naturalistico a riguardo dello sviluppo
psichico culturale, nel tentativo di spiegare ogni fenomeno del comportamento
con un’unica argomentazione “scientifica”. Laddove il dato fattuale, genetico,
fatichi a rispondere in termini politicamente corretti al quesito, come nel
caso dello studio sull’omosessualità, allora si prende la comoda scorciatoia di
chiamare in causa prevalenti e generici “fattori ambientali”.
Uno
degli errori più comuni è quello di mischiare concetti quali l’identità
sessuale e l’orientamento sessuale (**). Altro errore è di considerare il
comportamento dei singoli, in vitro,
disgiunto da quelli che sono i comportamenti delle classi e dei gruppi sociali,
soggetti in modo decisivo a fattori storico-culturali.
Vengo
a un quesito concreto: per quale motivo in certe epoche storiche e nei relativi
contesti culturali l’omosessualità è nettamente più diffusa? Si può spiegare
questo fenomeno solo con una maggiore “tolleranza” (o minor pregiudizio) verso
i comportamenti considerati altrimenti devianti, e dunque con il venire allo scoperto
di ciò che prima era costretto nell’ombra? Tenuto conto, storicamente, che lo
stesso amore sessuale differisce in modo sostanziale dal semplice desiderio
sessuale (p. es. dall’eros degli antichi), per quale motivo, in ogni epoca, in
certi ambienti e gruppi sociali i fenomeni di omosessualità e bisessualità sono
più diffusi che in altri?
La
scienza borghese è una combinazione di tendenze materialistiche (il
materialismo naturalistico, s’intende, quello dell’uomo che è ciò che mangia) e
idealistiche (il soggettivismo freudiano, le coglionerie popperiane e dei vari
altri maîtres à penser), che compiendo
un passo avanti nel campo dell’accumulazione del materiale fattuale, compie due
passi indietro nella sua interpretazione e nel suo chiarimento.
(*)
Uno studio che avesse l’obiettivo opposto rispetto a quello riferito
nell’articolo della Stampa, ossia
quello d’indagare se sussista e in quale ordine e misura una base genetica per
l’eterosessualità, condurrebbe agli stessi risultati, cioè ad un precario
equilibrismo tra disposizione genetica individuale e a non meglio dettagliati
fattori “ambientali”.
(**)
Si arriva a deliri di questo tipo: «L’orientamento
sessuale è rivolto al sesso opposto (eterosessualità), allo stesso sesso
(omosessualità) o a entrambi (bisessualità). L’orientamento sessuale è fissato
durante lo sviluppo intrauterino dai geni e dai fattori che regolano le
interazioni fra gli ormoni sessuali e i neuroni. […] Concluso lo sviluppo, e comunque dopo la nascita, non esiste alcuna
possibilità di cambiare l’orientamento sessuale.
Nella seconda parte della gravidanza, quando
gli organi sessuali sono già da tempo completamente formati, avviene la
differenziazione sessuale nel cervello [sic!]: il normale aumento cospicuo di testosterone porta al cervello
mascolino, altrimenti il cervello avrà caratteristiche femminili
indipendentemente dagli organi sessuali già formati» (Sexual
differentiation on the human brain in relation to gender identity and sexual
ordintation).
Benedetto
cervello, combina più casini dell’anima!
L'importante è fare l'amore, NON la guerra.
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