mercoledì 21 giugno 2017

Quell'anti-nazista di Erwin Rommel


Il mese scorso, nell'esercito tedesco (Bundeswehr), è stata scoperta una cellula terroristica di matrice neonazista. Per farvene un’idea in lingua italiana, leggete qui. La rete sembra più vasta di quella supposta in un primo momento. Ad ogni modo cito questo fatto quale cornice di un altro fatto che ha ad oggetto il quasi mitico feldmaresciallo Erwin Rommel.

Tutti sappiamo grossomodo chi fu Erwin Rommel, il suo ruolo, soprattutto nella guerra in Nord Africa e poi nel cosiddetto vallo atlantico, cioè a difesa dello sbarco degli alleati in Francia. Va notato che egli ebbe parte, in posizioni di rilievo, nella macchina da guerra nazista anche in altre tre campagne: in Polonia, in Francia e nel 1943 nell’occupazione dell’Italia, assumendo il comando del Heeresgruppe B operante nelle regioni settentrionali.

Diventò il più famoso “eroe di guerra” di Hitler, e proprio per tale motivo Rommel non fu solo ciò che scrivono le agiografie, e tantomeno fu un “eroe della resistenza” tedesca, così come sostiene l’attuale ministro della Difesa,  Frau Ursula Albrecht sposata von der Leyen.



Nel mese di ottobre 1942, dopo una conversazione di Rommel con Hitler, Goebbels scrisse, non a caso, nel suo diario: “Rommel ha fatto una profonda impressione su di lui [Hitler]. [...] Ha la stessa visione del mondo, non è solo vicino a noi nazionalsocialisti, ma egli è un vero nazionalsocialista”. In realtà Rommel, al pari di moltissimi altri, era un nazionalista e imperialista tedesco convinto della necessità dell’espansione germanica. Un progetto che non poteva essere realizzato entro le coordinate politiche dell’imbelle repubblica di Weimar.

Durante la prima fase dell’occupazione nazista dell’Italia, con l’ordine del 1 ottobre 1943, dispose: “Questa guerra è una guerra totale. Se gli uomini d'Italia non hanno più la possibilità di lottare per la libertà e l'onore della patria, hanno il dovere di usare il loro lavoro a sostegno totale di questa lotta”. Contro le norme della Convenzione di Ginevra, Rommel ebbe un ruolo preminente nell’invio ai lavori forzati, come “internati militari”, di circa 500mila soldati italiani per l'economia di guerra tedesca (*).

Solo una settimana prima, il 23 settembre 1943, aveva emesso: “Tutte le inibizioni sentimentali da parte dei soldati tedeschi nei confronti di bande fedeli all'ex generale Badoglio quali ex compagni d'armi sono completamente inadeguate. Ogni bandito che combatte contro i soldati tedeschi ha perso ogni diritto e deve essere trattato con la durezza poiché appartiene a quella feccia che improvvisamente rivolge le sue armi contro il suo amico. Questo punto di vista deve essere fatto proprio fra tutte le truppe tedesche”.

Meno noto il fatto che ad Augustdorf, nel Nord-Reno Westfalia (sul margine meridionale della foresta di Teutoburgo, dove furono annientate tre legioni di Varo nel 9 e.v.), ha sede la più grande caserma dell'esercito tedesco (tra gli altri reparti è di stanza la 21^ Panzer Brigade Lipperlann). Nulla di strano se non fosse che la caserma è intitolata al Generalfeldmarschall-Rommel. All’inaugurazione, nel 1961, erano presenti anche la moglie e il figlio del generale nazista.



Ora, il ministro della Difesa, la cristianodemocratica Ursula von der Leyen, nella giornata delle forze armate tedesche, ha dichiarato che non intende assolutamente, come da più parti e da tempo richiesto, di cambiare nome alla caserma intitolata a Rommel, avendo costui preso parte alla “resistenza tedesca”. Quella di Rommel quale resistente al nazismo è una balla colossale.

L’esercito e la classe dirigente tedesca avevano puntato l’ultima fiche sul fallimento dello sbarco alleato in Francia, cui doveva seguire una trattativa politica. Fallito questo progetto non restava altra strada che la resa al fine di far subire alla Germania il minor danno possibile. L’ostacolo ovviamente era rappresentato da Hitler, il quale anteponeva il proprio destino personale a quello della Germania. Questo il motivo fondamentale dell’attentato del 20 luglio 1944. Rommel con la “resistenza” non c’entra nulla, e tutto va ricondotto invece al fallimento del progetto imperialista tedesco.

Del resto, il ritorno del militarismo tedesco e la trasformazione sistematica della Bundeswehr in una task force militare a difesa degli interessi dell'imperialismo tedesco in tutto il mondo richiede il rilancio delle vecchie tradizioni e dei loro metodi.


(*) 82 generali, 13.000 ufficiali e 402.600 soldati (Gerhard Schreiber, Die italienischen Militärinternierten im deutschen Machtbereich 1943-1945: Verachtet – verraten – vergessen, München 1990, p. 118).

7 commenti:

  1. 82 generali, 13.000 ufficiali e 402.600 soldati
    dalla proporzione numerica si evince che come "da tradizione" i generali ( che in italia sono in genere migliaia ) si erano posti in salvo meglio della truppa :-)

    Per il resto Rommel fu un generale sopravvalutato , ottimo comandante di corpi tattici ma incapace a gestire bene schieramenti di entità superiore. La sua strategia per il fronte italiano era sbagliata (mentre funzionò alla stragrande quella di kesselring )e sbagliata la difesa rigida del "vallo atlantico" alla cui direzione fu nominato solo grazie al suo essere "nazista della prima ora".
    Poi il vero fronte che impegnò sempre il meglio della whermacht era quello russo dove invece emerse Von Manstein ( magistrale la sua "difesa per linee interne" dopo stalingrado che portò poi alla vittoria della "terza battaglia di karkov"), non a caso però questultimo poi cancellato dalla "narrativa " della WWII

    Ma probabilmente il migliore di tutti fu Guderian ,il trionfatore del '40, che dopo la battaglia di mosca venne giubilato da hitler per la sua manifesta convinzione che la guerra in russia non poteva essere più vinta.
    ws

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    1. kesselring aveva ragione, lo dimostrarono i fatti
      in africa se rommel avesse avuto mezzi e rifornimenti non ci sarebbe stata partita con vanesio di Montgomery
      in francia si difese bene. gli alleati impiegarono 40 gg per fare pochi kilometri, poi tutto precipitò. si deve tener conto che gli alleati erano superiori in tutto e avevano il controllo totale dell'aria. inoltre gran parte delle truppe tedesche erano di seconda o anche di terza scelta

      guderian pensava di ripetere in russia ciò che aveva fatto in francia. gli spazi non sono gli stessi e i russi avevano il T 34 che impiegavano in massa e non dispersi come i francesi

      Rommel un generale sopravvalutato? che dire degli americani? a ruoli invertiti avrebbero perso tutto in due mesi

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  2. certo, il valore dei generali tedeschi era nettamente superiore , specie ai generali "anglosassoni"i quali hanno dalla loro anche il monopolio della post-verità e avevano un disperato bisogno di giustificare le sconfitte ricevute generalmente da Rommel su fronti secondari , e se si unisce questo al cronico senso di inferiorità che i tedeschi hanno verso gli inglesi si capisce benissimo la sopravvalutazione di rommel rispetto a Guderian e Von Manstein che ebbero maggior successo in comandi e problemi strategici ben più grossi
    ws

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  3. Ah dimenticavo. Se hitler non lo avesse fermato in francia e deviato in ukraina guderian avrebbe buttato a mare gli inglesi nel '40 e preso mosca nel '41.
    E lui la guerra alla russia non la voleva fare, lui conosceva bene il problema avendo tra il '24 e il '32 costruito in URSS , all' ombra del trattato di Rapallo, il primo nucleo delle forze corrazzate tedesche.
    ws

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  4. cara Olympe,

    interessante,questo tuo post,mi ha ricordato le parole del mio papà che notava come gli ufficiali tedeschi di rango inferiore-medio mangiassero lo stesso rancio della truppa ,i nostri valenti combattenti godevano di a)mensa ufficiali, mensa sottufficiali e sbobba per la truppa.
    Quei poveri diavoli erano sprovvisti di cultura politica, ma questi "piccoli particolari " li notavano ..eccome !!

    Intanto domani vado a comprare Micromega poiché ci spiegano :

    Quel che è certo è che per ricondurre l’economia sotto il controllo della politica è innanzitutto indispensabile arginare il settore finanziario, che negli ultimi anni ha letteralmente divorato ricchezza e, da volano dell’economia reale, si è trasformato in suo parassita: Marco Vitale e Massimo Pivetti spiegano come farlo.

    Dopo, che so , facciamo dei commenti ?

    caino

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  5. "ricondurre l’economia sotto il controllo della politica", davvero esilarante! ciao

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