Anch’io, come David "Noodles" Aaronsonin in
C'era una volta in America, alla sera
vado a letto presto. Perciò, ieri sera, ho seguito solo per pochi minuti il
refrain dell’on. Pierluigi Bersani sull’incombere della “destra” (la mucca in
corridoio). Quando mai, chiedo all’onesto Bersani, la destra non ha governato
in Italia? Un solo esempio, per favore. Forse all’epoca delle famose
“lenzuolate”? Nell’epoca dei bonus a pioggia? Quando si è fatta una politica
economica e sociale di sinistra in questo paese? Quando Bersani e i suoi
compari votavano come un sol uomo la legge Monti-Fornero sulla previdenza? Per
salvare l’Italia dal baratro, certo. Oppure quando votavano l’abolizione
dell’art. 18? Quale maggioranza parlamentare votava l’estensione dei vàucer a
cani e porci? Dov’eravate quando la mucca razzolava in corridoio?
Propongo una misura socialdemocratica da inserire nel
programma elettorale. Così blandamente socialdemocratica che nemmeno i partiti
conservatori europei vi si oppongono. Una misura così blandamente
socialdemocratica che il signor Grillo, il rivoluzionario, si guarda bene dal
farla propria (patrimonio cospicuo e famiglia numerosa). Né è mai venuta in luce
a Casaleggio fu Gianroberto.
Si tratterebbe di dare attuazione a una norma della
Costituzione dal sapore bolscevico, laddove all’art. 53 parla di
“progressività” di tasse ed imposte. Segnatamente mi riferisco alle imposte su
successioni, donazioni, polizze vita ed affini. Attualmente, per coniuge e figli, l’imposta di successione è prevista un’aliquota
fissa del 4 per cento, con franchigia di 1.000.000 di euro. L’aliquota del 4
per cento è semplicemente ridicola. Soprattutto perché fissa. Che un tizio
erediti poco più di 1.000.000 di euro o un miliardo, l’aliquota resta la stessa. Solo
in caso si tratti di parenti sino al 4°
grado (zii, nipoti, cugini, suoceri e cognati) l’aliquota fissata è il 6%, per
gli altri soggetti si applica l’aliquota del’8%. Un insulto se si pensa che
l’Iva sull’acqua, gas ed elettricità è al 10 per cento.
Per le donazioni l’imposta è uguale aa quella
successoria, però sugli immobili quali la prima casa si paga solo un’imposta di
trascrizione (168 euro) e una catastale di 200 euro. Sia che si tratti di un
appartamento periferico o di un casale in cima a una collina. Nel caso di
immobili diversi dalla prima casa l’imposta di trascrizione è pari all’1% e
quella catastale il 2%. Il tutto ovviamente con una franchigia di 1.000.000 di
euro per coniuge e figli e di 100.000 per fratelli e sorelle.
Si potrebbe omogeneizzare la nostra legislazione in
materia con quella tedesca (l’imposta è progressiva e varia dal 7 al 50 per
cento), francese (progressiva: dal 5 al 45% per coniuge e figli, fratelli dal
35 al 45%, altri dal 55 al 60%), Spagna (dal 34 all’80%), inglese (franchigia
di 325mila sterline e poi imposta fissa del 40%), ecc.. A scelta, basta
fotocopiare. Naturalmente nella riformata tassazione sulle successioni dovrebbero
rientrare anche tutti i tipi di
obbligazioni (quindi pure i titoli di Stato), così come avviene già per le
donazioni.
Questa sarebbe, ripeto, una misura blandamente
socialdemocratica, in accordo con l’art. 53 della Costituzione. Si tratta di una
riforma a costo zero che per l’esangue erario sarebbe come una manna. Una
riforma che richiede solo la modificazione delle attuali aliquote rendendole
progressive in base al patrimonio, una riforma alla quale recentemente e
incidentalmente ha accennato anche il sen. Mario Monti, il quale evidentemente,
per proporla, deve aver già sistemato gli affarucci suoi.
Si tratta di una misura blandamente socialdemocratica
che non porta voti, ne toglie!!!
chi non parla di tasse di successione perché tolgono voti, sono recessive, non è il momento, tutte cazzate: è semplicemente contro la democrazia. E' l'Italia.
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