Quante balle ci hanno rifilato e alle quali in
molti hanno creduto. A cominciare dalle cosiddette liberalizzazioni e
privatizzazioni che avrebbero favorito la concorrenza e fatto diminuire le
tariffe. E gli investitori che rifuggivano l’Italia per via dell’articolo 18,
ricordate? Ora le tipologie contrattuali ci hanno riportato ad una schiavitù di
cui s’era persa memoria. Spudoratamente hanno chiamato la cosa “a tutele
crescenti”. C’è dell’allegria nel prenderci per il culo. E che dire delle
pensioni? Cose da paura. E così per quanto riguarda tutto il resto. Basti
pensare alle famose casette per i terremotati promesse entro natale (scorso)
dal “mentitore seriale”.
E sullo smaltimento dei rifiuti? I termovalorizzatori
uccidono, s’è gridato. Sì, quelli di quarant’anni fa. A Roma e da altre parti
sono convinti di fare la raccolta differenziata. Da quelle parti te lo dicono seriamente e
francamente a me non va neanche di replicare. Quando sono a Roma faccio
effettivamente la raccolta differenziata, se non altro per abitudine e
praticità, poi scendo in strada e metto il tutto nei cassonetti! Peraltro
scassati e immondi. Mettessero i romani per la loro città la stessa passione
che dimostrano per il calcio e si stessero zitti, per vergogna.
E da vergognarci c’è anche qui da noi. Basta pensare
al Mose di Venezia. Non mi riferisco solo alla solita corruzione. È un’opera inutile
e, a mio avviso, anche pericolosa, che richiederà spese demenziali per la
manutenzione. Peraltro non è ancora operativo. Uno dei motivi fondamentali –
noto da più di mezzo secolo – dell’aumento del fenomeno dell’acqua alta è
l’escavazione del cosiddetto canale dei petroli (ma non solo quel canale) per
consentire alle petroliere di attraccare a Porto Marghera. Le barriere mobili
del Mose, peraltro, è previsto che entrino in funzione solo quando la marea
raggiunge un certo livello, vale a dire che l’acqua alta invaderà ugualmente
tutta la parte più bassa della città, compresa la zona di Piazza san Marco. Decenni
e miliardi buttati, anzi, rubati.
Un paese di mentitori seriali, d’ignoranti, di
creduloni. Di gente che continua ad andare a votare perché sennò sarà peggio.
Peggio di così?
col mose naturalmente hanno rubato, ma per una volta anche in Veneto hanno lavorato tante tante famiglie. E' l'Italia.
RispondiEliminaRitengo che l'ultimo ventennio rappresenti il punto più basso nella storia d’Italia dall’Unità in poi. Dall'Unità in poi, quindi compreso il fascismo che, con tutta la sua negatività, costituì pur sempre il tentativo di sostituire a un sistema in aperta crisi, quello liberale, un sistema completamente diverso, quello - come disse acutamente Bordiga - di una socialdemocrazia totalitaria. A ciò si aggiungano i connotati reazionari di una ‘democrazia autoritaria’ in transizione verso un sistema di potere sempre più oligarchico e personalistico: l’atrofia e l'autoreferenzialità della vita politica, l'asservimento al potere dei monopoli (UE), l’idiozia della stragrande maggioranza dei dibattiti televisivi, il crescente disinteresse delle masse per la politica. Tutti segni di una stasi che non è soltanto economica: “Si tratta di descrivere la sorda pressione che tutte le sfere sociali fanno reciprocamente pesare le une sulle altre, l’apatico disaccordo generale, la grettezza presuntuosa e ignorante, il tutto nell’ambito di un sistema governativo che, vivendo della conservazione di ogni insufficienza, non è altro che l’insufficienza al governo”. Marx parlava della Germania del 1843, ma parole simili potrebbero servire, per quanto 'in minus',a descrivere la situazione dell’Italia di oggi.
RispondiEliminanon so se è il più basso, forse, cmq forte è la competizione per il primato
EliminaIstat:"la disuguaglianza è diminuita di 15 punti per le politiche fatte dal 2014 al 2016...".
RispondiEliminaEstica, avrebbe detto il maresciallo Giraldi.
Basta col disfattismo...��
Saluti,
Carlo.