Che
cos’è, in concreto, la Costituzione della quale si sente parlare tanto spesso,
specie da parte di insigni costituzionalisti, e tanto sovente a sproposito? In
sostanza essa è un insieme di norme che regola e formalizza i rapporti sociali
esistenti. Rapporti di classe,
innanzitutto.
Tutti
gli insigni costituzionalisti e gli ideologi en détail accettano e propugnano come ovvie le leggi sulla
proprietà privata su cui poggia il sistema borghese e il relativo linguaggio.
Al
primo articolo la Costituzione afferma che la Repubblica è fondata sul lavoro. Non
certo sul lavoro di commercialisti, filosofi e caporali vari si fonda la
società borghese, sia essa incardinata ad ordinamento monarchico, repubblicano
o soviettista.
Senza
lavoro salariato – in primis il lavoro produttivo di plusvalore – la società
borghese smetterebbe di esistere all’istante. La libertà di chi è privo di
mezzi propri per vivere, cioè di chi vive soltanto come lavoratore, è anzitutto la libertà di vendere se stesso e la sua
umanità.
Fateci
caso, per l’insigne costituzionalista o l’editorialista deficiente, l’interesse
dell’operaio non deve essere mai in contrasto con l’interesse della società (le
famose “compatibilità”), mentre la società sta sempre e necessariamente in
contrasto con l’interesse dell’operaio.
Che
senso ha il “lavoro”, su cui si fonda la “repubblica democratica”, quando esso
viene considerato soltanto sotto forma di attività di guadagno? Che senso ha affermare
“il diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del
lavoro” se il lavoro estorto serve per aumentare le ricchezze di una minoranza?
La
Repubblica fondata sul “lavoro” ha procurato “al popolo” la libertà politica, dichiarati
uguali i diritti, sancita la purezza del “dovere civico”, a cominciare da
quello del voto, attraverso il quale lo schiavo, al pari del suo padrone, come
unico gregge, esprime la sostanziale adesione all’ordinamento sociale e
politico vigente, allo stesso modo in cui il pecorame cattolico, recitando il Credo,
rinnova la sua fedeltà alla Chiesa di Roma.
La concreta costituzione globale
RispondiEliminaGoogle, Apple, Coca Cola e altre 47 big company americane hanno nascosto 1,4 trilioni $ in paradisi off shore
http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2016-04-15/google-apple-coca-cola-e-altre-47-big-company-americane-hanno-nascosto-14-trilioni-$-paradisi-off-shore-103834.shtml?uuid=ACFDZL8C
ciao,g
Il pecorame cattolico ormai è ben poca cosa, i bovidi piddini sono milioni e chinano sempre il capo, e chi la poltrona ce l'ha se la tiene alla faccia della costituzione che è poi in definitiva un foglio di carta che si può sempre cambiare alla bisogna, tanto i soldini sono al sicuro. lorsignori non temano!.
RispondiEliminaCondivido in pieno....Tutti che dicono ancora "difendiamo la Costituzione", retaggio di una retorica pcista anni 60/70....Il problema è che le cose stavano come le descrivi tu nel '47 quando la Costituzione fu approvata: poi piano piano è stata fatta a pezzi e messa nel congelatore a scanso degli equivoci che potevano venire fuori con le lotte operaie e dei movimenti negli anni '70.....da allora in poi a difendere il vuoto- nell'illusione di un capitalismo "buono ed equo" è rimasta quella parte di borghesia che votava a sinistra , gli "antiberlusconisti", i lettori del Fatto quotidiano...........
RispondiEliminaCara Olympe,
RispondiEliminachissà perché , come al solito, concordo.
Sarà magari perché sono un "riduzionista" ?
Caino
ps-La natura nel suo intimo essere è riduzionista, ciò non toglie che abbia dato origine nell'evoluzione storica alla complessità. Dialettica è l'unico metodo per non perdersi nella complessità, si resta sempre fregati.