C’è
solo un valido motivo (altri non ve ne
sono) per andare a votare domenica prossima. Per dispetto a Renzi. Come a
suo tempo per dispetto a Craxi, il quale invitò ad andare al mare e non al
seggio. Venivo dagli anni Settanta e non andai da nessuna parte.
Già
immagino lo strabuzzare d’occhi degli scrutatori nel vedermi entrare nel seggio:
“Ma come, nevica in aprile?”. Quindi mi vedo consegnare all’anziana signorina
presidente del seggio la mia tessera elettorale, intonsa e immacolata. Mi verrà
quasi da dirle: “È solo per dispetto”. “Allora – potrebbe ella a buon diritto
chiedermi – la rivedremo anche nel prossimo autunno?”. Eh già, perché se questo
è dispetto, nel prossimo autunno sarà dispetto ancor più grande!
E
di dispetto in dispetto dovrei poi votare alle politiche, sennò il dispetto di
oggi a cosa vale? E alle elezioni comunali, per gravi motivi di dispetto,
dovrei farmi trovare davanti al seggio già alle sette del mattino! Vedi in
quale vortice di grave peccato può condurti una (tentata) burla a Renzi.
Senza
dover rifare la storia dall’età di Pericle ad oggi, rammento di come per far
dispetto a Giolitti per averci portato in Libia ci ritrovammo poi con Salandra
e Sonnino, in gran segreto, sul Carso e l’Altipiano. Il primo dopoguerra fu un
susseguirsi di dispetti, che culminarono con un dispettaccio di vent’anni di
dittatura.
Nel
1946, nonostante la monarchia fosse defunta nel 1922 e poi fosse stata sepolta
l’8 di settembre del 1943 sotto tonnellate di merda, per dispetto rischiammo di riesumarne la salma, tanto che si
dovette minacciare la guerra civile perché il Carignano sloggiasse dal
Quirinale. Seguirono, con l’avvento della Repubblica, cinquant’anni di dispetti
e paure, democristiane e comuniste. Anche a colpi di bombe e stragi. Poi, per farla breve, ci fu il dispetto di
Berlusconi e della sua teppa, mischiato ad altre meschinità di cui
è capace il paese del Gattopardo (o
de Il giorno del giudizio, se preferite).
Creduli
di aver fatto dispetto a quell’onesta nullità di Bersani e di Prodi presidente,
eccoci a fare la fronda a quell’antipatico di Renzi, un furbo a capo di un
paese che la furbizia (e il dispetto) l’ha elevata a sistema. Da oltre un
secolo Pulcinella dà forma ai suoi sogni inesausti con dispettucci riposti nel
segreto dell’urna, e però lor signori non hanno mai smesso di comandare e
fotterci, con o senza trivella.
Purtroppo si tratta ( come sempre) di un "referendum di m...a" cioe' di una scelta senza alcun pericolo per un sistema che OVVIAMENTE gentisce SEMPRE l' uso del "parere popolare" tramite la SUA corte costituzionale.
RispondiEliminaPero' il furbetto di rignano ha voluto strafare intenstandosi preventivamente "l' astensione" come un suo personale "plebiscito".
Quindi sono fregato, non ho ancora deciso ma temo che "verso sera" mi toccherà andare al seggio "turandomi il naso "; mica posso lasciargli un " plebiscito" accidenti a lui ! .
Da anonimo ad anonimo: se ti toccherà andare al seggio "turandoti il naso", allora non hai capito un emerita cippa di quello che hai letto del post.
Eliminasaluti
Vabbè, dai, in attesa della discesa del paradiso in terra che ci offrirà la rivoluzione proletaria, consenti a noi Pulcinella di toglierci uno sfizio, di tanto in tanto.
EliminaPrego prego, Castaldi.
EliminaS'accomodino lor signori, per carità.
Forse non sono stato capito ma è colpa mia. Qui non si posso inserire quelle "faccine " tanto utili ad evidenziare le sfumature , come ad esempio quando si informa il lettore che si cerca di "fare dell' ironia" .
RispondiEliminaQui invece sono possibili solo le vecchie interpunzioni dell' internet d'antan che pero' capisco dovrei usare più spesso.
ws ( l'anonimo di cui sopra :-) )
mio dio amo queste istruzioni di disuso del voto
RispondiEliminasemplicemente grazie