venerdì 22 aprile 2016

Approfittando dell’infamia dei tempi


Questa mattina, nella trasmissione Primapagina di Radiotre, il commentatore era Marcello Veneziani, già direttore del gruppo editoriale di Ciarrapico, nonché estimatore di Giulio Evola e dintorni. Ognuno è libero di frequentare, stimare e ammirare chi vuole, anche personaggi come Ciarrapico ed Evola, basta che non pretenda poi di dare lezioni di virtù, correttezza e di democrazia agli altri, come capita spesso a Veneziani.

Come questa mattina, quando non ha perso occasione di accostare, con tono livoroso, Palmiro Togliatti alle “responsabilità per i crimini del comunismo”. Dalla prosa di Veneziani ci si può attendere questo ed altro e non può stupire, né spetta a me eccepire che ogni gattopardo ha le sue macchie. Perciò lascio volentieri ed eventualmente agli ex dirigenti e militanti del Pci l’onere di difendere il buon nome e la vicenda storica del loro ex segretario generale, cioè considerare se una contestazione completa sia non solo utile ma doverosa. Da parte mia desidero solo rilevare che definire come comunisti i regimi stalinisti e maoisti denota malafede e ignoranza.


Nello stesso commento, Veneziani ha invece definito Giovanni Gentile come un “martire”, omettendo di dire che il “grande filosofo” non è stato giustiziato dai partigiani per le sue idee filosofiche, bensì per la sua piena adesione al fascismo e in seguito al governo di Salò, invitando i giovani ad arruolarsi nelle fila della RSI. Ciò non denota ignoranza (potrebbe mai ignorare cosa fu il nazi-fascismo?), ma tanta voglia d’imbrogliare le carte, di riassumere la storia considerandone solo una parte, approfittando di microfoni pubblici e dell’infamia dei tempi.

4 commenti:

  1. Questi tipi di considerazione sono trasversali: la maggior parte degli intellettuali di complemento e i giornalai per malafede e per ignoranza, la maggior parte del pubblico mondiale per ignoranza e per piccola convenienza e soprattutto pigrizia. Non gliene può ....... interessare di meno.

    E' da anni che in questa rubrica (perlomeno da quando seguo), e non solo, si sostiene a buon titolo che Josif Vissarionovič e compagnia hanno blindato un pregresso tale che comunismo e marxismo sono sinonimi della Kolyma. Suppongo che non possiamo ripetere le stesse cose soprattutto a coloro che sono già convinti del contrario, gli altri si distraggono intellettualmente con la gazzetta dello sport e youporn.
    E' vero, anche a Cuba; attendiamo che il marxismo sia correttamente interpretato e applicato, ma intanto ho assistito con il massimo della tristezza e del dispiacere al ritorno della bandiera americana sulla propria ambasciata all'Havana. Ma cosa potevamo aspettarci dal discorso di Obama in Plaza de la Revolution?
    Ma cosa possiamo aspettarci da Pasticcio Veneziani?
    L'unica cosa che ha sostenuto in questi giorni è che la democrazia è carente per la plurielezione di presidenti del consiglio al netto del voto.
    Chi possiede quel minimo di onestà intellettuale e di voglia, legge, si informa e potrà dissentire con tesi alternative. Così vorrebbe il serio dibattito (a dir certe cose sembra di essere a scuola dietro la cattedra ABC). Il marxismo nelle scuole (in che ordine di scuole?) come auspicato, verrà "forse" insegnato nei secoli a venire quando la maggior parte di noi avrà già presentato il passaporto a s.pietro.

    A quelli prossimi al catetere stabile, con dolori quasi persistenti e gioiosi per arlecchini di pastiglie trangugiate, non sono più consentiti ingenuità e stupori : prevaricazione nei microfoni pubblici, parzialità del giudizio storico, imbrogliare le carte .....ma in quanti sanno che la scuola italiana fu informata per la maggior parte da Giovanni Gentile?

    Auguriamoci che la costanza didattica e didascalica potranno dare dei risultati. Come a scuola. :-)))))

    gg



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  2. Viviamo in tempi in cui perfino la rivoluzione francese è considerata un errore, se non addirittura un crimine...
    Ora certi personaggi si permettono di spararle grosse su Togliatti: che può anche aver commesso degli sbagli, ma a cui certo non possiamo imputare lo stalinismo.
    Sempre questi ineffabili personaggi, dimenticano di dire che Gentile sostenne fino all'ultimo Salò, regime nel quale, cosa questa che non sanno in molti, agivano anzi massacravano e torturavano anche delle SS.. italiane.
    Abbiano un minimo di pudore, certi pseudointellettuali!

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    1. già che in Spagna, e non solo, fece un pò di "sbagli", anche per questo il 25 aprile m'è rimasto poco da festeggiare

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    2. Chiamali "sbagli"!
      Con il dovuto rispetto caro riccardo, ma mi chiedo a chi dovremmo imputare lo "stalinismo italiano" se non, in primis, al "Migliore".
      E con lo stalinismo, la totale eliminazione di una prospettiva anticapitalista, di classe ed internazionalista; il forzato imbarco del proletariato italiano sulla nave del "bene nazionale", legato mani e piedi alle compatibilità con gli interessi borghesi; la falsificazione dolosa dell'unica arma proletaria, assimilata e ricondotta allo statalismo (che fa rima con stalinismo, non solo foneticamente).
      Falsificazione che, ancora oggi, non smette di creare una evidente e voluta confusione in una classe smarrita, frammentata e plagiata.
      Ben vengano i nemici di classe dichiarati, come Gentile, rispetto ai lupi travestiti da agnelli.
      Bordiga, al solito, vide giusto e lungo: "L'antifascismo è il peggior prodotto del fascismo".

      P.s.: per informazioni sugli "sbagli" del Palmiro nazionale, chiedere a Mario Acquaviva o Fausto Atti, tanto per citarne due.

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