Beppe Grillo dice che questo
sistema è peggiore del fascismo. Come solito gli piace dirne tante ed esagerare.
Peggiore del fascismo non certo, ma presenta molti tratti del regime
autoritario, laddove si pensi che la nostra è sempre stata una democrazia
(borghese) incompiuta e vincolata dapprima agli Usa e ora anche a Berlino e a
una cupola economico-finanziaria internazionale dai tratti nettamente
criminogeni.
Dal punto di vista politico, a gestire il mazzo e a mischiarlo
come vogliono sono alcuni partiti che si sono fatti padroni in nome e
per conto dello Stato. Gestiscono lo stato delle cose, la liquidazione di ciò che c'è ancora in cassa. Resta il
simulacro delle libere elezioni, ma sappiamo bene che esse sono tali solo
formalmente, e se anche fossero le più libere e democratiche il discorso non cambierebbe nella sostanza.
L’unica formazione politica sorta esterna ed estranea ai partiti è
stata proprio il movimento di Grillo. E però come tutte le formazioni politiche
borghesi nate per riformare “il sistema” dal suo interno, essa è stata ridotta
all’impotenza nel gioco parlamentare. Perciò Grillo strilla come una zitella
tradita nella speranza.
Non lo sapeva di già ben prima Grillo che
non c’è nemmeno l’ombra di democrazia in questo paese, laddove tutto è controllato
dalle oligarchie e sottoposto al gioco delle fazioni? Si dirà che è così
dappertutto, e che ciò rispetta l’ordine economico sociale vigente. E per l’appunto,
non lo sapeva che oltretutto l’Italia presenta delle particolarità, delle
unicità nelle democrazie occidentali? Certo che lo sapeva.
Anche se ora hanno smesso di dirlo, fino ad un anno fa volevano fare la rivoluzione i
grillini, passando alla cassa a fine mese, riscuotendo l’assegno, il premio per
il loro impegno parlamentare. Tutto contabilizzato, scontrini alla mano.
Puerili. Volevano cambiare le regole del gioco, rendere il sistema efficiente e
trasparente. Illusi, questo gioco non ha regole. Non volevano scendere a patti coi partiti, non accettavano
alcun compromesso. Velleitari, la politica è l'arte del compromesso. Insomma, chiedevano di comandare sulla base
del risultato elettorale ottenuto. Davvero stupidi.
I problemi non riguardano più solo l’ambito politico
nazionale, ma l'ordine globale. E perciò le risposte possono venire solo avendo chiara l'origine delle contraddizioni. Pensiamo solo alla questione del lavoro, della sua
internazionalizzazione, dello sviluppo delle tecnologie, della disoccupazione,
ecc.. Immaginiamo che basti ridistribuire qualche soldo ai
disoccupati e cose del genere come dice Grillo? O imporre dei dazi, come
farneticano quelli della Lega?
E d’altronde, anche dal punto di vista riformistico, possiamo sperare, come dice Scalfari, in gente come Renzi, Padoan, Madia, Boschi, come già prima in Monti o Letta? Gente che ha deciso, tra l'altro, di monetizzare il trattamento inumano (cioè la tortura) in carcere? Possiamo credere che i responsabili
politici pro tempore dell’Europa, come la Merkel, degli Usa, come Obama, e di
altre potenze come la Russia o la Cina, siano interessati a trovare un qualsiasi
accordo nel merito di questa come di altre problematiche?