Tra il 9 e il 12 agosto 1941, Churchill e Roosevelt s’incontrarono a Terranova. Il presidente americano, in cambio dell’entrata in guerra a fianco dei britannici, pretese che gli inglesi rinunciassero ai dazi sulle merci americane destinate al Commonwealth. Pretese anche la fine del colonialismo. Naturalmente la questione fu posta in termini formalmente più aulici: l’articolo tre della Carta delle nazioni, stilata in quella sede, prevedeva che dopo il conflitto i paesi sotto dominio straniero fossero liberi di autodeterminarsi, ossia di aprirsi al commercio dei nuovi padroni del mondo. Di fatto questo significava la fine dell’impero britannico. Churchill, di ritorno a Londra, tentò di confondere le carte sostenendo che per paesi sotto dominazione straniera si dovevano intendere quelli sotto occupazione nazifascista. Non gli credette nessuno.
* * *
Churchill una piccola vendetta, per così dire, se la prese. La vittima fu il generale Eisenhower. Questi, durante la guerra, in qualità di comandante supremo delle forze alleate in Europa, scrisse una lettera al capo di stato maggiore dell’esercito, generale Marshall, formalmente suo superiore, chiedendogli il permesso di poter divorziare dalla propria moglie per poter sposare la sua autista. Marshall gli rispose naturalmente accordandogli il permesso di divorziare, ma ricordando a Ike che se avesse sposato la sua autista, una spia che i servizi inglesi erano riusciti a far assegnare come chauffeur al generale, ebbene Ike si sarebbe trovato sollevato dall’incarico e mandato in pensione a godersi la seconda giovinezza.
Si disse che il presidente Truman avesse copia di questa lettera di Ike quando quest’ultimo nel 1947 dichiarò di rinunciare a candidarsi alla presidenza per i repubblicani. In tal modo Truman non ebbe rivali importanti e Ike rimandò di un turno la sua corsa alla Casa bianca.
Nessun commento:
Posta un commento