venerdì 24 agosto 2012

Il nuovo totalitarismo europeo


Dunque Mario Monti, presidente del consiglio, altri non è che l’espressione della Trilaterale e delle Banche, ossia delle grandi venalità prevalentemente anglofone. Non dissimile è la situazione per quanto riguarda i tecnocrati della Bce e della UE. I cambiamenti economici strutturali imposti dalla globalizzazione rendono necessarie delle modificazioni politiche e istituzionali in senso reazionario. Infatti, questa non è semplicemente una confisca di sovranità, ma, come denuncia l’avv. Paola Musu, questa è la formale e sostanziale instaurazione di un vero e proprio totalitarismo da parte dei centri di potere economico sull’Europa intera.

Mi fa piacere che qualcuno si sia finalmente accorto che noi sudditi non contiamo proprio nulla di nulla e che la costituzione repubblicana è a tutti gli effetti carta straccia, che l'euro è una superfetazione funzionale a quei poteri. Mi permetto comunque di osservare che denunciare questi fatti all’autorità giudiziaria è come rivolgersi alla “commissione”  dei boss per dolersi del “pizzo”.

Da parte sua, il sistema partitico italiano sta per varare una legge elettorale con un premio di maggioranza che assomiglia alla legge Acerbo del 1924, la quale permise al fascismo di consolidarsi definitivamente. Naturalmente il costituirsi di un’ammucchiata politica di tal fatta non servirà per promuovere politiche di riforma del sistema, ma semplicemente per tenere sotto controllo la macchina statale e i flussi di denaro, cioè la cassa.

Per quanto riguarda i sindacati, se si leggono gli atti fondamentali del fascismo dal 1926 al 1938 si scopre una somiglianza impressionante con gli accordi che i tre hanno stipulato con la Confindustria e i governi.

Scrivevo in un post del 29 giugno dell’anno scorso: Il capitalismo finanziario, il cui scopo è la conservazione di questo stato di cose fallimentare e truffaldino, ha saputo costruire le basi sociali del regime reazionario di massa vigente anzitutto con la collaborazione degli elementi più marci, corrotti e antisociali del sistema, l’alleanza tra il potere economico e il parassitismo politico e le relative camorre sindacali.

In un altro post del 10 giugno 2010, dal titolo Il fascismo non marcia più in orbace, scrivevo: La ex sinistra di lotta e di governo ha sposato, fin che morte non li separi, i principi del neoliberismo fallito: tagli alla spesa sociale, cuneo fiscale a favore delle imprese e incrementi demenziali per quella militare. La sinistra vetero, invece, è ancora ferma allo statalismo cialtrone e inefficiente del secolo scorso e al programma “anche i ricchi piangono”. Poveri illusi.

[...] Tutto il peso della crisi è sulle spalle di chi lavora e ha meno, rilevando che non c’è nulla di democratico in questa politica economica. La classe dirigente sfrutta la crisi mondiale per arricchirsi sempre di più. Il fascismo non marcia più in orbace, ma con il passo felpato dei banchieri.

Non c’è più bisogno della camicia nera o dell’orbace, delle adunate di massa. Il fascismo trionfa ovunque, ci solletica in tutti i modi, conosce le nostre debolezze e blandendoci e terrorizzandoci ci convoca plebiscitariamente a tutte le ore davanti a uno schermo per dire: Sì! Senza una continua campagna diffamatoria contro il passato delle lotte sociali e senza scatenare una continua tensione mediatica sulle questioni del debito sarebbe impossibile condurre l’offensiva economica contro di noi e raggiungere determinati scopi.

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