Ho seguito con interesse, quasi con un certo divertimento, il dibattito (si fa per dire) seguito alla condanna del presunto neonazista Brevik. C’è chi si duole della pena troppo mite e chi, per contro, la valuta come segno di temperanza e di forza. Sul suo blog, Gilioli lamenta che a fronte di 5.000 contatti su FB relativi all’argomento, solo 7 siano stati i commenti. La cosa non dovrebbe meravigliare.
È forse seguito qualche dibattito sui 34 minatori ammazzati, in Sudafrica, come neanche per le belve autoctone è permesso? E sulle migliaia di trucidati in Siria, vuoi dalle forze governative o dai “ribelli”, qual è il dibattito sviluppatosi sulla traccia di queste notizie? Eppure, in linea d’aria, la Siria non è molto più lontana dall’Italia della Norvegia, sarà forse che in Siria non abitano ariani?
Penso che il motivo principale sia ovviamente diverso e che riguardi una domanda fondamentale che viene elusa: chi dà il diritto agli Usa, alle potenze europee, alla Nato, di fomentare, sostenere e armare queste rivolte locali, di trucidare donne e bambini, sia direttamente o per interposizione fittizia, ora in Siria o come l’anno scorso in Libia e da un decennio in Afghanistan e prima ancora nell’ex Yugoslavia? Chi ha dato il diritto a Clinton, a Busch e a Obama di riprodurre con tale violenza la dottrina Eisenhower?
Quale tribunale si occuperà mai di questi assassini ?
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