lunedì 5 dicembre 2011

Lo stile e la sostanza



Si punta allo stile quando la sostanza è merda. Perfino i vescovi dicono che le misure dovevano essere più eque. Cominciassero a pagare l’Ici, per non dire altro. E invece l’ignoranza media degli italiani, implementata dalla scuola e coltivata dai media, apprezza masochisticamente. I sindacati proclamano ben due ore di sciopero, resta da decidere se prima o dopo la pausa caffè. Quando la realtà è ridotta alla prospettiva dei mercanti, è normale che l’ideologia dello sfruttamento celebri la sua “necessità”, di fronte alla quale la vita delle persone diventa il nulla.

Quando la sostanza andrà a effetto, quante lacrime imbecilli sul ceto medio sempre più in coda alla Caritas. Allora anche lo stile non basterà più a nascondere l’evidenza e qualcuno comincerà a dire che Mario Monti e quelli che la pensano come lui non capiscono un cazzo di economia. Intanto glielo manda a dire il Nobel Paul Krugman:

Benché i leader europei identifichino il problema nella spesa pubblica troppo alta dei Paesi debitori, la realtà è che in Europa la spesa è troppo bassa. E imporre una maggiore austerità è stata una mossa negativa, che ha peggiorato la situazione.

[…] c´è assoluto bisogno di politiche fiscali e monetarie espansionistiche a sostegno dell´economia, mentre i debitori lottano per rimettersi finanziariamente in salute. Ma, da noi [in Usa] come in Europa, il dibattito pubblico è dominato dalle ramanzine sul deficit e dall´ossessione dell´inflazione. La prossima volta che vi diranno che in assenza di tagli alla spesa l´America farà la fine della Grecia, rispondete pure che tagliando la spesa in corso di depressione economica faremo la fine dell´Europa.

Tassare la casa, i consumi, tagliare le pensioni, aumentare la spesa sanitaria, significa tagliare i redditi e deprimere il mercato immobiliare e quindi l’edilizia. La riduzione del reddito significa subito diminuzione dei consumi, meno produzione, meno lavoro, meno gettito fiscale. Le politiche di crescita fatte con i bruscolini, le martellate ai salariati e pensionati daranno tristi frutti.

Bisogna uscire dall’economia di bancarotta gestita da divinità dementi, da un potere impotente sempre in via di sviluppo. La fine della sua menzogna non sarà la fine del mondo, ma la fine del suo dominio totalizzante sulle nostre vite. Ma cos’è questa paura che colpisce il formicaio proletarizzato se non il terrore di rovinare insieme ai tiranni? Nasce dall’orripilante spettacolarizzazione della crisi, dalle ansie per il fallimento, la disoccupazione, la paventata penuria di quei beni al cui consumo siamo indotti e non sappiamo più disintossicarci. Monti, Merkel e Sarkozy, i prestanome dei padroni del mondo, hanno fatto bau bau, e come un riflesso pavloviano scatta la nostra paura folle di dover ricreare la nostra vita, e così restiamo condannati alla loro profittevole inumanità.

3 commenti:

  1. Impeccabile post. Quello che mi aspettavo è puntualmente avvenuto: una manovra INIQUA che colpisce la casa (ma non quelle del vaticano), le pensioni (ma non quelle d'oro, specie quelle dei "servi" dello Stato), di tasse sul consumo, ma non sulla produzione (infatti le aumenta ai soliti noti e le diminuisce alle aziende); in compenso la finzione di equità si dispiega in tutto il suo cinismo: finte tasse sul lusso (auto e barche), obolo del 1.5% ai capitali scudati (totale pagato 6,5% contro tasse sul lavoro del 36%), piagnisteo da stress da prestazione, rinuncia falsa al doppio stipendio di P. del Consiglio e ministro ad interim, ma non a quello da senatore a vita e potrei continuare molto a lungo. Ma quello che in realtà questa manovra ha dimostrato è che siamo in mano ad una manica di ignoranti, servi del potere capitalistico. Sono istruiti, ma niente affatto colti, sono avidi e per nulla tecnici. Insomma la solita merda, ma più presentabile di quella di prima.

    M

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  2. Mi si perdoni la mancanza di informazione.
    Ma l'indicizzazione, riguarda le pensioni di anzianità da lavoro sopra i 936 euro, e anche quindi, quelle dei "servi dello stato", ed altri come docenti universitari, professionisti e commercianti, manager pubblici e privati, giornalisti e funzionari di polizia e ufficiali delle forze armate, prefetti e ambasciatori, ecc., ecc?
    Se è così, anche se non sono d'accordo, (colpisce comunque le classi subalterne) almeno comprende anche i "servi" dello Stato, come li chiama M. nel post sopra.

    Grazie per il ragguaglio

    Apolide

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  3. quando percepisci dai 4 ai 20mila euro di pensione, il mancato adeguamento lo senti meno
    un po' come il rincaro della benzina pe chi ha la ferrari
    un po' come l'ici per berlusconi o scalfari

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