Cosa succederà nel 2012, ossia fino alla scadenza del calendario Maya? Non desidero esercitare abusivamente la professione d’indovino, e perciò per rispondere alla domanda l’unica cosa seria da farsi sarebbe valutare i fatti, ma le notizie in mio e nostro possesso sono molto contradditorie e scarsamente attendibili, poiché le informazioni che contano sono, come sempre, segrete e quando viaggiano non lo fanno in internet e nemmeno in cablo, bensì in cifra o per altre vie.
Non c’è da avere del resto nemmeno eccessiva fiducia negli esperti. Come ebbe a osservare Lenin, a nessuno scienziato magari molto capace nel proprio campo di competenza è possibile credere sulla parola quando si tratta di generalizzazioni teoriche. Nei pronostici sociali i modelli matematici, i dati statistici, non sono numeri asettici, ma essi comprendono anche la limitazione storica, i pregiudizi sociali, le illusioni e disillusioni, l’ottimismo e il pessimismo dei loro autori.
L’errore, com’è noto, non diventa verità solo perché rivestito di formule matematiche; la matematizzazione di un fenomeno deve formarsi sulla corretta analisi dialettica del fenomeno reale. Ecco un altro motivo che ci dovrebbe far riflettere quando demandiamo le decisioni ai “tecnici” su questioni che sono anzitutto politiche. Non deve quindi sorprendere che sulla chiusura dei cantieri navali di cui lo Stato è proprietario non venga detta una parola. È solo un fatto tecnico ("ci stiamo lavorando"), come il trasferimento degli impianti della Omsa in Serbia, ecc. ecc..
In fondo, almeno dal mio punto di vista, la questione è sempre la stessa e cioè che ci troviamo in presenza di un sistema sociale incapace di prevedere e controllare le conseguenze negative del proprio agire e men che meno quelle della rivoluzione tecnico-scientifica in atto (un esempio tra tutti: gli scambi finanziari in tempo reale nelle dark pools). Del resto è stupido supporre che l’utilizzazione razionale delle risorse naturali possa dipendere dal meccanismo della domanda e dell’offerta, dei prezzi di mercato, ma vai a dirlo a un liberal del partito democratico. Così come è illusorio ritenere che l’inquinamento prodotto dalla produzione basata sulla massimizzazione del profitto e l’antagonismo dei mercati possa essere efficacemente combattuto e controllato adottando un sistema di quote e tributi.
Potrei continuare a lungo con tali esempi ma presuppongo lettori onesti che ragionano con la propria testa e che perciò non si lasciano fuorviare dalla propaganda dei capitalisti e dei loro servi. Così come ritengo che appaia evidente l'urgenza d'intraprendere la strada della pianificazione e gestione scientifica coordinata dei processi sociali nell’interesse di tutta la popolazione del pianeta. Tuttavia non possiamo farci nemmeno illusioni sul fatto che si tratti di un processo facile e tantomeno pacifico.
Auguro ai lettori e amici del blog un sereno anno nuovo.