lunedì 30 novembre 2020

Bestie!

 

Poco fa stavo leggendo dei commenti in un blog e ho esclamato: oddio, siamo ancora alla diatriba tra pensiero e linguaggio. All’assioma banale che “il pensiero non è possibile se non in forma di linguaggio”. Bestie! La coscienza, tratto specificatamente umano, dove cazzo l’avete dimenticata?

Né i pensieri né il linguaggio formano di per sé un proprio regno, essi sono soltanto la manifestazione della vita reale. Ma senza coscienza, il linguaggio e il pensiero restano a livello del branco.

Dov’è finita la coscienza reale, quella praticata da ciascuno di noi? Il bisogno di stabilire rapporti con individui della collettività, i soli che spingono all’appropriazione ed al perfezionamento di questo strumento, il linguaggio; ed il suo grado di appropriazione e di perfezionamento definisce, insieme alle possibilità reali, anche gli orizzonti e le forme possibili della coscienza reale, pratica, di ciascuno e di tutti.

Al grado zero c’è la coscienza del gregge, niente più che un istinto cosciente, una coscienza puramente animale della natura.

Gli individui appropriandosi del linguaggio si mettono in grado di agire e moltiplicare i loro rapporti entro la formazione sociale e con la natura circostante, e per questa via si allontanano sempre più dalla loro animalità originaria. Oppure vogliamo rimanere alla disputa trita e ritrita se viene prima la maionese e poi la gallina, e viceversa?

Rapporti sociali, dicevo, che denotano un processo che non si dà nel regno animale, un processo essenzialmente umano. La specificità del linguaggio umano consiste nell’essere una forma fondamentale dell’attività umana: attività verbale di pensiero che produce informazione extra-genetica in forma materiale di segno per soddisfare un bisogno essenziale del collettivo: la produzione di quei soliti stramaledetti rapporti sociali. 



9 commenti:

  1. Il titolo del post è BESTE e non BESTIE!

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  2. Purtroppo il costruttivismo ha creato dei mostri. Si confondono i fenomeni con il mondo reale. Come diceva Kant, è proprio della ragione comprendere questa distinzione, senza però fermarsi ai soli fenomeni. Linguaggio e pensieri sono i fenomeni con cui conosciamo la coscienza!

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  3. Buongiorno, ma pensiero e coscienza non sono la stessa cosa? Leggendo sopra sembra ci sia una differenza, o sbaglio. Grazie
    GS

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    1. È lo stesso discorso che riguarda l’interrelazione tra pensiero e linguaggio; è chiaro che vi sono delle relazioni interfunzionali. Meno chiaro, per molta della psicologia corrente, quali esse siano in realtà e quale sia la loro interdipendenza e organizzazione nella struttura della coscienza come un tutto.

      Per quanto riguarda il pensiero e il linguaggio, per troppo tempo vi sono state due posizioni estreme che vanno dall’identificazione del pensiero e del linguaggio ad una loro egualmente assoluta, quasi metafisica, disgiunzione e separazione.

      Esempio. Pensiero linguaggio negli animali nascono da radici diverse e seguono percorsi indipendenti. La comunicazione di questi animali è sempre direttamente collegata con la loro azione e non raggiunge mai lo stadio della rappresentazione oggettiva. È qualcosa di molto simile ad una reazione istintiva ed è ben lungi dal costituire un tentativo cosciente ed intenzionale di informare e influenzare gli altri.

      A differenza degli altri animali, nell’uomo questi due sistemi, pensiero e linguaggio, cominciano ad interagire fin dalla nascita, ed è proprio la loro unità dialettica che costituisce l’essenziale del comportamento umano. Tuttavia tale interazione investe solo un’area circoscritta, seppur fondamentale: il pensiero verbale, dalla quale restano esclusi il pensiero non verbale e il linguaggio non razionale.

      Pertanto e per moltissimo altro ancora, per quanto riguarda l’identificazione di pensiero e coscienza, non basta dire: cogito ergo sum.

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    2. Coscienza è qualcosa di più articolato del pensiero. Ha degli addentellati con l'etica. La "coscienza" di classe, per esempio, rispetto al "pensiero" economico borghese, è in grado di guardare oltre gli effetti immediati e al tornaconto algebrico di un'operazione.
      La coscienza fa i conti, quindi, con le relazioni e i rapporti sociali, è più dialettica e profondamente umana (?).
      Non riesco ancora e mi scuso a cogliere il senso del concetto "rappresentazione oggettiva". Buona serata. GS

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    3. è quello che hai appena fatto nel tuo commento, ciao

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    4. Ho appena risposto ad un mio amico dicendogli che non ha una rappresentazione oggettiva della realtà! Si stava litigando sul fatto che i colossi del WEB non pagano le tasse. Gli ho risposto che anche le classi medie fanno del loro meglio per evadere! GS

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