domenica 29 novembre 2020

Engels: scienziato e rivoluzionario



Oltre centocinquant’anni anni dopo, il lavoro di Marx ed Engels ha una rilevanza contemporanea bruciante. Erano molto più lungimiranti degli innumerevoli accademici che hanno riempito intere biblioteche con le loro tentate confutazioni del marxismo.

Mercati finanziari totalmente fuori controllo; guerre commerciali che minacciano di sfociare in una terza guerra mondiale; la distruzione d’intere regioni del mondo da brutali guerre neocoloniali; la progressiva disintegrazione della democrazia nel più importante paese capitalista, gli Stati Uniti (cui segue quella nei paesi europei); una catastrofe ambientale incombente e irreversibile; un livello di disuguaglianza sociale tale che 26 individui possiedono la stessa ricchezza della metà più povera della popolazione globale: tutto ciò conferma che la società borghese, come scrissero Marx ed Engels nel Manifesto del Partito comunista nel 1848, rassomiglia al mago che non riesce più a dominare le potenze degli inferi da lui evocate.

Ciò che distingueva Marx ed Engels da tutti i precedenti socialisti, democratici piccolo-borghesi e altri critici laterali del sistema borghese fu l’intuizione che solo superando la divisione della società in classi si poteva impedire una ricaduta nella barbarie e porre le basi per un diverso sviluppo della civiltà e della cultura umana. E ciò poteva avvenire solo soppiantando per via rivoluzionaria la società borghese.

Marx ed Engels non si sono limitati ad analizzare le contraddizioni del capitalismo e le sue tendenze storiche. Erano entrambi dei rivoluzionari e non si può comprendere il loro lavoro teorico separato dalla loro attività politica e rivoluzionaria.

Il contributo di Engels, del quale ricorre il 200° anniversario della nascita, è spesso sottovalutato e frainteso. Egli stesso ammise, senza alcuna traccia di puerile invidia, di aver suonato il secondo violino durante la vita di Marx, ma bisogna aggiungere che l’ha padroneggiato non meno meravigliosamente di Marx, così come del resto ho tentato di porre in luce nel post precedente.

Come ebbe a osservare un altro grande rivoluzionario, “La sua conoscenza di filosofia, economia, storia, fisica, filologia e scienza militare sarebbe bastata per una buona dozzina di professori ordinari e straordinari”.

Sarebbe impossibile trovare un esempio parallelo di due uomini di temperamento così potente e d’indipendenza ideologica come Marx ed Engels, che rimasero per tutta la vita così indissolubilmente legati nel procedere nell’evoluzione delle loro idee, nella loro attività sociale e nell’amicizia personale.

La collaborazione dei due amici è stata così ampia da rendere impossibile a chiunque di stabilire una linea di netta demarcazione tra le loro opere, tanto che taluni scritti sono ancor oggi in discussione per l’attribuzione all’uno o all’altro. Infatti, Marx ed Engels condussero anche un’intensa e talvolta controversa discussione sugli eventi politici mondiali dei loro giorni: la guerra civile americana, la guerra di Crimea, la rivolta polacca del 1863 e su molti altri avvenimenti. Hanno scritto di questi problemi in pubblicazioni internazionali, ed Engels

non di rado sollevava Marx, intento negli studi economici e nella redazione della sua opera maggiore, da questo tipo di lavoro scrivendo gli articoli che poi apparivano a nome di Marx.

Tuttavia, infinitamente più importante della collaborazione puramente letteraria fu la comunità spirituale che esisteva tra loro, e che non fu mai stata interrotta per quattro decenni nella loro continua lotta contro gli ideologi borghesi e la “scienza” ufficiale.

Marx ed Engels hanno vissuto in città diverse per quasi 20 anni, mantenendo però uno scambio epistolare quasi quotidiano attraverso il quale continuarono la loro intensa collaborazione teorica e politica. Marx ha redatto la sua opera principale, Il Capitale, per la critica dell’economia politica, in stretta collaborazione con Engels, al quale spesso ha chiesto spesso consiglio per la sua conoscenza di taluni aspetti concernenti la fabbrica e su altri argomenti.

Senza l’amicizia fraterna e il sostegno illimitato del suo amico, Marx non sarebbe mai stato in grado di completare la sua opera. Del secondo e il terzo libro, incompleti quando Marx morì nel 1883, Engels si assunse la responsabilità del loro completamento e pubblicazione. Non solo decifrò, levigò, trascrisse, corresse e annotò il secondo e il terzo libro di Das Kapital, ma mantenne una vigile difesa della memoria di Marx dagli attacchi ostili dei gaglioffi della borghesia che sempre hanno avuto lo scopo, non certo disinteressato dal punto di vista ideologico e materiale, di tentare di demolire o anche solo di relativizzare la sua opera scientifica.


3 commenti:

  1. Premesso -se ce ne fosse bisogno- che non nutro simpatie per i riccastri, specie quelli che ingrassano con speculazioni puramente finanziarie, vorrei anche condividere un mio disagio nel vedere trattati i dati statistici come fossero gomma da masticare.
    Mi riferisco, specificamente, alle cifre che circolano continuamente comparando i primi in classifica alla porzione più povera della popolazione mondiale. Questi confronti mozzafiato dovrebbero essere almeno fatti sul reddito, e non sulla "ricchezza", che poi vuol dire patrimonio. Il patrimonio sono in tanti a non averlo. Escluso che i poveri del mondo posseggano asset finanziari, quello che potrebbero avere è una casa, o un pezzo di terreno, o almeno un'automobile. Partiamo dall'auto: ce ne sono in circolazione un miliardo e 200 milioni, comprese quelle che sul mercato possono valere poche centinaia di dollari. Possiamo inferire che almeno un terzo degli 8 miliardi di nostri fratelli non disponga di autovettura di proprietà? Io credo di sì. Possiamo anche dire che se non posseggono neppure una vettura da 300 dollari non hanno neppure beni immobiliari, né tanto meno azioni, obbligazioni, quote di fondi mobiliari, derivati e addirittura un conto in banca? Direi di sì. Possiamo quindi concludere che almeno 2 miliardi e mezzo di persone hanno patrimonio uguale a zero? Allora, se questa supposizione appare ragionevole, io ti domando: tu possiedi un'auto, e magari una casa, e magari qualche migliaio di euro in conto corrente? Bene, ti annuncio che la tua ricchezza, riferita a una sola persona fisica, supera quella del terzo più povero della popolazione globale.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Allora mettiamola così: alcune decine di persone comandano milioni di salariali, dei quali non sanno nulla e però ne decidono le sorti

      Elimina
    2. E su questo non ho nulla da eccepire.
      Ossia: penso che siano più di alcune decine, e penso che la condizione di salariato si applichi solo a una quota della popolazione mondiale. Ma sulla sostanza della tua affermazione sono d'accordo.

      Elimina