giovedì 22 febbraio 2018

Se l’acchiappo ...


Càpita di cercare un libro tra gli scaffali di casa e di non trovarlo, magari di scoprirne un altro del quale non si aveva ricordo di averlo acquistato, letto o magari solo sfogliato. Toh, sembra dirti, ho atteso per anni e finalmente ti degni. Un po’ ti vergogni. E invece no, questa volta, da ieri, cerco solo e proprio lui, famigerato. Proprio non si fa trovare, s’è offeso sentendosi trascurato, negletto. Si sta vendicando del fatto che l’ho riposto o troppo in alto o troppo in basso. I libri sono vanitosi, ci tengono a stare in bellavista, su scaffali importanti e non d’ordine secondario. Tra prestigiosi colleghi, dandosi arie, non stretti tra libracci plebei. Né il ricercato posso invocarlo per nome, ma solo indagare con gli occhi. Sono furbi, e alcuni, come questo disgraziato, anche un po’ carogne. Appena scoprono che li stai cercando si defilano apposta. Si burlano di te, per dirla carina. E non voglio dargli troppa soddisfazione. Ma se l’acchiappo, poi non lo mollo più. Ed è quello che vuole, sia chiaro, ma intanto mi fa soffrire. Molto.

4 commenti:

  1. Succedono anche altre cose strane: cerchi un libro e scopri che ne hai tre copie. Altri scherzano fra loro: fra i libri di cucina si va a nascondere la carta stradale della Macedonia. Altri ancora simpatizzano: Olympe de Gouges(!) si è sistemata accanto a Simone Weil. Le "Pagine anticlericali" di Ernesto Rossi si appoggiano alla "Lettera a una professoressa".

    RispondiElimina
  2. E a proposito di Simone Weil, in questo periodo elettorale vale la pena di leggere o rileggere "Note sur la suppression générale des partis politiques". La traduzione è uscita su "Diario 1985-1993" di Bellocchio e Berardinelli e poi per Castelvecchi.

    RispondiElimina