Hegel
ebbe a dire che tutti i grandi fatti e personaggi della storia universale si
presentano, per così dire, due volte. Marx, a sua volta, soggiunse: la prima
come tragedia, la seconda volta come farsa. Diciamo pure, seguendo il Qoelet, che nulla di veramente inedito
appare sotto il sole. Del resto, almeno fino ad oggi, nel governo delle nostre
società ci rifiutiamo d’intenderne la natura e il carattere delle forze
socialmente attive che agiscono in modo assolutamente uguale alle forze
naturali, e crediamo di essere noi a determinare gli eventi e di essere gli
artefici della nostra storia.
Tuttavia,
nei suoi momenti topici così come in quelli più ordinari, la vicenda umana
viene a realizzarsi attraverso circostanze casuali e con il concorso di attori
altrimenti del tutto improbabili come protagonisti. E ciò spiega perché, ex
post, ci s’impicci di ciò che solo in apparenza è stato causa di tali eventi. E
ciò che vale per le circostanze casuali e le maschere, vale anche per le
presunte motivazioni. È ben vero che il manzoniano assalto ai forni ha avuto,
tra gli altri, vero o solo presunto protagonista, anche tal Lorenzo Tramaglino,
e ben vera era la fame che fomentava quelle plebi, ma tutto ciò disegna solo un
fatto isolato tra tanti e che si sono ripetuti lungo i secoli.
E
dunque ancora una volta veniamo a chiederci come sia nato e affermato, per
esempio, il fenomeno Donald Trump. E giustamente si tireranno in ballo le
sofferenze patite negli ultimi lustri dalla cosiddetta classe media americana,
e pertanto gli effetti della crisi economica, le crescenti disuguaglianze, la
disoccupazione, eccetera. Tutte cose vere e stringenti. E che però, dal punto
di vista delle cause reali, non spiegano assolutamente nulla.
Infatti, tutti questi ragionamenti, di ieri, di oggi, e quelli che seguiranno
inesausti se verrà eletto, si limitano a registrare ciò che accade, non il
perché.
Pure insigni accademici si ostinano a chiamare cause quelle che, in realtà, sono soltanto fotografie.
RispondiEliminaneanche fotografie, dagherrotipi
EliminaE ben vero anche che , chiedersi "i perché", può significare ammettere di essersi sbagliati, cosa dolorosa
RispondiEliminaalquanto.
Vuol anche dire mettersi in una minoranza tra le minoranze, ma chi mai ha detto che tra le "maggioranze", risieda la spiegazione dei "perché", anzi proprio il contrario.
caino
Il perché: "Minority opinions become much more likely to dominate due to the presence of latent prejudices in the population." http://m.nautil.us/blog/the-social-physics-of-trumps-shock-tactics
RispondiEliminalei ha capito perfettamente a cosa mi riferisco
Elimina
RispondiElimina"Tutte le parole si esauriscono e nessuno è in grado di esprimersi a fondo" 1-8
Ogni epoca ha i trumps che si merita.