… la riforma costituzionale del Senato e la legge elettorale che è
stata riformata dopo la sentenza abrogativa di quella vigente da parte della
Corte costituzionale. Non sono temi da poco:
rappresentano una trasformazione radicale della nostra struttura politica e
dunque della politica nelle sue forme. Prevedono una riforma che va ben oltre le modalità dell'articolo
138, destinato a consentire singoli mutamenti che incidono su aspetti
marginali di attuazione dei principi e dei valori intangibili della
"Carta" approvata dall'Assemblea costituente 67 anni fa.
… i due disegni di legge dei quali stiamo ora parlando (elettorale e
costituzionale, se sarà approvato) e sulle quali le nostre opinioni divergono produrranno un mutamento talmente radicale
che a mio avviso equivale ad una riscrittura del contesto costituzionale che
soltanto una nuova Costituente potrebbe affrontare. A cominciare
dall'abolizione di una delle due Camere che insieme compongono il potere
legislativo, instaurando un sistema
monocamerale e introducendo in quest'ultimo un meccanismo che concede al
premier di nominare un numero ragguardevole di capilista di varie
circoscrizioni, creando un "premierato" al posto della presidenza
del Consiglio, con un sistema elettorale che al posto della legge proporzionale
che ha regolato i rapporti tra il popolo sovrano e lo Stato per quasi
cinquant'anni, destina un premio al partito che raggiunge il 40 per cento dei
voti espressi, quale che sia il numero degli astenuti.
Eugenio Scalfari, 12 agosto 2015
"Voterò sì se ci
saranno dei cambiamenti profondi alla legge elettorale, in caso contrario
voterò no". Eugenio Scalfari, durante la trasmissione Otto e mezzo, 3
novembre 2016.
La legge sulla riforma del Senato e l'abolizione del bicameralismo:
questo è il nodo della questione. Dovresti insistere [rivolto a Renzi, nota
mia] continuamente su questo punto e
porre questa domanda: qual è il Paese europeo che abbia un Senato legislativo?
Salvo qualcuno piccolo o piccolissimo nessuno dei ventisette ha un Senato di
tal fatta.
… il grosso dei No […] non ha
niente a che vedere col merito ma coincide con l'ideologia.
Editoriale del 27 novembre.
*
Perché ho votato per la monarchia? Ero liberale e crociano. […] Croce era convinto che l'istituto
monarchico offrisse maggiori garanzie di laicità rispetto alla repubblica
guidata dalla Democrazia cristiana.
…. ne discussi anche con Italo Calvino, che votò per la Repubblica. Lo
ricordo bene perché fu l'ultima lettera, quella che chiuse il nostro scambio
epistolare.
[…] Eravamo ormai due persone adulte con una diversa esperienza alle
spalle: Italo aveva fatto la guerra partigiana in Liguria; io ero rimasto a
Roma dove la Resistenza era quella dei Gap, agguerrite formazioni comuniste a
cui ero estraneo. Così per ripararmi dai tedeschi avevo trovato rifugio dai
gesuiti, alla Casa del Sacro Cuore in via dei Penitenzieri.
[…] subito dopo il voto mi sentii lealmente schierato con la Repubblica.
Una gara in uso da prima delle Olimpiadi.
RispondiEliminaSalire sul carro del Vincitore.
questa volta ha sbagliato carro
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