martedì 19 luglio 2022

Con la mano nel ... cuore

 

Davvero c’è chi crede che se Draghi resterà al potere fino al prossimo anno e in prospettiva anche dopo le elezioni politiche, i gravi e per molti aspetti atavici problemi di questo nostro meraviglioso Paese saranno risolti o quantomeno avviati a soluzione?

Davvero ci aspettiamo che con Draghi al potere, oppure Meloni e qualsiasi altro demagogo o deficiente dell’ultimo minuto, avremo lavoro e salari decenti, contratti non infami, prezzi dell’energia non meramente speculativi e inflazione sotto controllo, corruzione nel limite del tollerabile, un fisco più equo e meno oppressivo, risanamento del gigantesco debito, un’informazione un po’ meno asservita, una magistratura che non prevarichi sugli altri poteri, concessionari pubblici che non mettono in pericolo la vita di altri, una concorrenza che non sia monopolio e che non ricatti in termini di occupazione, stop dei bonus a pioggia e alla politica folle di donazioni alle imprese, cura dei territori e città pulite, regioni libere da mafia-camorra-’ndrangheta, eccetera?

Vi lascio cantare l’inno di Mameli, poi riprendo.

Nessun voto politico, governo ordinario o anche straordinario, riuscirà non solo a risolvere ma anche solo a migliorare questa situazione. Che è di non ritorno. La forbice tra ricchezza e povertà si divaricherà ancora di più, e il degrado accompagnato da improvvisazione e passività proseguirà la sua marcia. Del resto, non si riesce dopo decenni di vane promesse a tenere passabilmente pulita la capitale della nazione, a organizzare una raccolta dei rifiuti che non sia semplicemente una presa in giro, figuriamoci se vi può essere interesse ad avere cura del resto.

Sono decenni che ci aggrappiamo all’illusione che le doti taumaturgiche e salvifiche di un Berlusconi, di un Dini, di un Prodi, di un Monti, perfino di uno come Renzi, poi di un personaggio come Grillo, di nullità come Salvini e Di Maio, possano mutare la nostra disperata condizione di Paese. E ora Draghi; poi ancora lui o Meloni? E così si tira avanti ancora per qualche anno, forse un po’ di più, sempre convinti che la questione si possa giocare tutta in termini di leadership, di partito politico, di schieramenti, nel tentativo di convincere la UE di farsi carico delle nostre contraddizioni e dello sperpero.

Allora quale potrebbe essere la soluzione? Non c’è. Non entro le coordinate politiche, economiche e sociali di questo sistema. Mi pare di un’evidenza perfino sfacciata. Ma voi che ancora ci credete, continuate a cantare l’inno di Mameli, anzi, The star-spangled banner, con la mano nel cuore.

5 commenti:

  1. Mana manà https://youtu.be/QTXyXuqfBLA abbi pazienza (tra l'altro scopro colpevolmente che l'autore del motivetto è un compositore italiano, Piero Umiliani)

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  2. https://www.officinadeisaperi.it/materiali/in-crisi-il-progetto-di-una-democrazia-assoggettata-al-mercato-da-il-manifesto/

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  3. Proprio per questo credo che se ne vada, che scappi, magari restasse, sarebbe la sua corda al collo, per lui e i suoi compagni.
    Il fatto è che tutti loro ne sono consapevoli, certo, di essere dei criminali e che tutta questa merda sta per venire a galla.

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  4. Draghi si o Draghi no?
    La democrazia borghese è un paradiso per i ricchi e una trappola per i poveri.
    Amen!

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