martedì 19 agosto 2014

Una domanda semplice


"Ci sono giovani uomini neri che commettono crimini. Possiamo discutere sul perché accada, per la povertà in cui sono nati o per il fallimento di sistemi scolastici o per quello che volete. Ma se commettono un reato devono essere perseguiti".

Chi può aver pronunciata una frase così? Un poliziotto, oppure un giudice, o anche il proprietari di un negozio che ha subito una rapina. L’ha invece pronunciata il presidente Obama, il quale evidentemente non va oltre a ciò che potrebbe dire chiunque. E invece sarebbe di estremo rilievo che egli spiegasse per quali motivi la stragrande maggioranza dei detenuti nei carceri sono neri. E che cosa egli intende e può fare dalla sua altissima carica istituzionale.



Il problema non riguarda solo i neri, anche se riguarda soprattutto loro, s’è vero che il numero dei detenuti è percentualmente quasi dieci volte quello italiano, e comunque il più elevato del pianeta. A fine 2012, circa 6.940.000 persone hanno avuto a che fare con problemi di carcerazione diretta o in libertà vigilata, il che equivale a circa 1 su 35 americani adulti (o 2,9 per cento della popolazione residente adulta).

I dati ufficiali, in dettaglio, parlano di 3.940.000 persone sottoposte a libertà vigilata in comunità e 851.200 in libertà vigilata. Gli incarcerati sono stati 1.350.000 nelle prigioni di Stato, 217.800 nelle prigioni federali e 744.500 in prigioni locali.


La domanda alla quale Obama dovrebbe rispondere è molto semplice: per quale cavolo di motivo il paese che si autodefinisce il più democratico e libero del mondo è anche il paese dove sono commessi più crimini e dove ci sono molti più carcerati che altrove?

3 commenti:

  1. Tendenza inarrestabile all'aumento di chi non ha nulla da perdere se non le proprie catene. E se ormai, oltre ad essere povero senza rimedio, hai anche la fedina penale sporca, dei coops inizi a fottertene.

    Risposte politiche ormai nulle come prima della rivoluzione francese. gianni

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  2. Sarebbe interessante conoscere inoltre la percentuale di latinos rispetto ai neri (i carcerati non vengono contabilizzati come 'unployed'). La guerra di secessione non ha risolto questo problema essendo poi Lincoln di fatto un razzista.

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  3. Un economista americano, certo Tyler Cowen indicato dall'Economist nel 2011 come uno degli economisti più influenti, in un suo libro del 2013:Average is Over: Powering America Beyond the Age of the Great Stagnation, afferma che il futuro degli Stati Uniti è in una piccola classe di meritevoli ricchi (10% della popolazione o poco più) con il restante 90% con salari/redditi bassi, il sunto del libro sarebbe questo. Con la scomparsa della cosiddetta classe media (che poi che vorrebbe dire classe media in soldoni? Per questi economisti la classe dei salariati che roba è, se è qualcosa? Domanda retorica).
    Saluti,
    Carlo.

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