martedì 6 dicembre 2011

Dalla teoria alla pratica (con aggiornamento)



Chi non ha cura delle condizioni del presente sarà costretto a subirne le conseguenze anche in futuro. Non mi stupisce, l’ho già scritto, che il 66% degli italiani – compresi Bersani e Berlusconi – siano favorevoli ai “sacrifici”. Soprattutto a quelli che fanno gli altri, ossia il 34% che non è favorevole, probabilmente i più alfabetizzati, nel senso che hanno capito di che cosa si tratta e non si sono fatti commuovere dalle lacrime false e isteriche di un ministro (mi è odiosa, questione di pelle) che per decenni ha teorizzato all’università e sui giornali il taglio delle pensioni e ora ha la possibilità di passare dalla grammatica alla pratica.

In questi giorni ho avuto la possibilità di parlare con diverse persone dei loro casi pensionistici, così come di illustrare loro la nostra invidiabile posizione di essere dei veri e propri bancomat a disposizione dei governi. Mi hanno colpito i casi di due signore. Ne racconto uno perché è il più breve, il meno complicato e dà subito l’idea che l’ombrello è stato infilato immancabilmente ai soliti noti. Si tratta di un’operaia che ha cominciato a lavorare a 17 anni e ha avuto la fortuna, davvero straordinaria, di lavorare sempre e in regola nella stessa ditta. Se maturasse il diritto (il condizionale è d’obbligo in questa materia) alla fine del 2018, con oltre 41 anni di contributi e all’età di 58 anni, così come previsto nuovamente, ebbene, la sua pensione sarà calcolata con il solo retributivo. L’operaia è a conoscenza di questo fatto e, nonostante le stronzate che scrivono i giornali, intuisce che la sua pensione sarà più bassa di come verrebbe calcolata con il sistema misto (altrimenti perché fare la “riforma”?). Quello che non sapeva è che dovrà subire un’ulteriore penalizzazione del 16 per cento (che non è poca cosa), per effetto dei due punti percentuali in meno, annuali, tra l’età anagrafica e quella per la pensione di vecchiaia (nel 2018 sarà 66 anni anche per le donne). Tale penalizzazione, infatti, scatta anche per le pensioni di anzianità.

Questa operaia non era favorevole ai “sacrifici” nemmeno prima, ma dopo quanto gli ho detto mi è parsa assai “inquieta” e non credo che voterà più, né per il Pd e nemmeno per altri. Tanto per rovinargli completamente la giornata, sui due piedi gli ho fatto anche un conticino: stimando una pensione di poco superiore a mille euro, si tratta di quasi 200 euro in meno solo per quanto riguarda la penalizzazione del 16%, vale a dire, per 13 mensilità, circa 2.500 euro l’anno. Su vent’anni sono 50mila euro. Insomma, invece di una pensione superiore ai 1000 euro, si troverà con una di 900 euro, salvo aggiornamenti da qui al collocamento in pensione. Infine, gli ho augurato di conservarsi in salute e che la ditta per cui lavora non chiuda.

Aggiornamento : I punti di penalità, così come descritti nel post, è come li prospetta il Corriere della sera (qui). Su altri siti trovo che chi va in pensione di anzianità prima di aver maturato i requisiti di vecchiaia (cioè chi matura i requisiti appena descritti prima di raggiungere l’età minima prevista per la pensione di vecchiaia), prende un assegno “tagliato” del 2%, solo per l’eventuale quota retributiva (che non è poca cosa), per ogni anno di anticipo. Viceversa, sono previsti incentivi per chi prolunga l’attività lavorativa (dopo i 41 e 42 e mezzo !!).

Secondo Il Sole 24ore (qui), i punti di penalità sarebbe addirittura tre, ma solo per la quota retributiva. C'è grande confusione sotto il cielo. E allora vediamo cosa scrive il sito del Governo:
«L’accesso “anticipato” alla pensione è in ogni modo consentito con un’anzianità di 42 anni e un mese per gli uomini e di 41 anni e un mese per le donne, anch’essa indicizzata alla longevità. Si prevedono penalizzazioni percentuali (2% per ogni anno di anticipo rispetto a 62 anni) sulla quota retributiva dell’importo della pensione, tali da costituire un effettivo disincentivo al pensionamento anticipato rispetto a quello di vecchiai».

Però i 62 anni sono adesso, non nel 2018 come nel caso esposto nel post. In attesa di chiarimenti, si tratta pur sempre di una bella fregatura.
Per chi volesse leggere il Decreto relativamente alle pensioni clicchi QUI

7 commenti:

  1. scusami, ma credo tu abbia fatto un minimo di confusione nel post. L'operaria andra' in pensione con il sistema misto. Retributivo fino ad oggi, e contributivo negli ultimi 6 anni di vita lavorativa.

    D'altro canto la penalizzazione non e' del 2% ma del 3% per cui andrebbe a perdere ben il 24% e non il 18, anche se bisogna capire bene su quale parte della pensione si applica questo 'taglio'

    C'e' anche da dire che l'operaia e' stata pure fortunata, visto che e' rimasta nel retributivo per pochi mesi, visto che dalle date che inserisci aveva maturato da poco i 18 anni di contributi nel 94, anzi a fa bene i conti mi pare che ne avesse solo 17, pero' magari mi sbaglio

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  2. mentre tu scrivevi il commento io scrivevo l'aggiornamento.

    come vedi c'è grande confusione,le cose non sono ancora chiare, nemmeno nel sito del governo

    la fregatura c'è comunque, speriamo sia di lieve entità. ma sommandosi le fregature di lieve entità fanno una grossa fregatura
    ciao

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  3. aspettativa di vita dal WORK HISTORIES ITALIAN PANEL 3 marzo 2008: speranza di vita nella popolazione a maggior reddito = 80,6 anni; speranza di vita nella popolazione a minor reddito = 75 anni in pratica la fornero mandandoci in pensione a 66 anni fa si che un lavoratore (io, eta 55 ho iniziato a 16 anni turnista dal 1977, quando ne avrò 66 avrò lavorato e versato 50 anni di contributi e stando all' aspettativa, non media, ma per classe sociale mi godrò ben 9 anni di pensione. la solita media di mezzo pollo a persona .cordiali saluti fabio:
    P.S.l' azienda in cui lavoro sta incentivando l'uscita in mobilità con un contributo economico che mira al raggiungimento dello stpendio completo per i tre anni mancanti al raggiungimento della pensione con il sistema attuale e io stesso ero in procinto di firmare accettando anche alcuni mesi di CIG fino a raggiungre aprile 2015 prima finestra utile all'uscita dal lavoro, ora di botto via fino al 2020! Altroche lavoro fino a 66 anni io a 55 per l'azienda sono già vecchio e come citato nel post speriamo non chiuda...

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  4. grazie fabio per la segnalazione

    scusa, ma tu se hai iniziato nel 1977 e hai versato senza interruzione puoi andartene nel 2019, cioè con 42 anni di contributi e 62 anni d'età, che comunque non è un regalo. o sbaglio?

    i tipi tosti come te vivranno almeno fino a 99 anni, tanto per far dispetto alla fornero

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  5. La trattenuta sul testo ufficiale è del 3% annuo (per l'anticipo rispetto a 63 anni)e si applica sulle quote retributive comunque maturate al 31.12.2011.
    Conosco chi ha ha avuto la "fortuna" di iniziare a 14 anni e che raggiungerà i 42 anni a 56 anni di età. Allora sarà effettivamente nella condizione puramente teorica di ottenere la pensione di anzianità se dovrà sacrificare il 21% della quota retributiva (nel suo caso la gran parte della pensione) ?
    E' questo perverso meccanismo ad aver fatto "candidamente" ammettere al ministro che dopo il 2018 di fatto le pensioni di anzianità saranno di fatto eliminate.
    Dalle pensioni baby alle pensioni granny!

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  6. Gentile Olympe, preciso che nel 77 ho iniziato a lavorare a turno, ma la mia attività di dipendente è iniziata a luglio del 73 fino ad oggi ininterrottamente e sempre con contributi versati, più una piccola parentesi nell'estate del 72 durante la pausa scolastica estiva, eh già allora usava così. Inoltre avendo lavorato in ambiente a contatto con l'amianto ed avendo in teoria diritto ai benefici di legge, non mi vedo riconosciuto tale diritto dall'inps per il fatto di avere presentato domanda con un giorno di ritardo. cordiali saluti Fabio 56

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  7. Sto per dire una cosa che forse risulterà antipatica vista l'età media che si intuisce hanno molti fruitori di questo blog. Ma la riforma Fornero trae la sua origine dalla riforma più iniqua che si possa immaginare: quella Dini che ha diviso le classi lavoratrici in 2 macro tronconi: i miracolati del retributivo (i famosi 18 anni già compiuti) e i vuoti a perdere del contributivo (coloro per i quali lo Stato mette zero). Curiosamente mi ricordo che in una trasmissione tv lo stesso Dini parlando di questa riforma si commosse. Così mentre ora c'è un gran calcolare chi ci rimette di più si dimentica la profonda ingiustizia del 1994 in cui si decise che l'ombrello era più facile metterlo nel c...o delle giovani generazioni. E tutto questo senza che i sindacati proferissero parola (neanche lo sciopero del dopo caffè). E arriviamo alla parte antipatica: voi dove eravate? Perchè è ora di capirlo una volta per tutte: se si accettano ingiustizie di discriminazione (sessuale, razziale, generazionale ecc..), è solo una questione di tempo, prima o poi voi sarete i prossimi nel mirino. O pensavate di esservela scampata? La prossima puntata a quando toccheranno le reversibilità.

    M

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