venerdì 9 agosto 2013

Giudici


L’attacco al giudice Esposito, da parte dei soliti banditi, è iniziato ben prima dell’improvvida, ingenua, e innocua conversazione telefonica con il giornalista “amico” (esistono “amici” in quegli ambienti?). Il presidente del consiglio superiore della magistratura – dato il rilievo della faccenda – due parole di monito avrebbe potuto levarle. Se n’è guardato bene. Si tratta della stessa persona che un tempo fu responsabile della Commissione culturale del Partito comunista italiano, ed in tale veste ebbe a scrivere – quando ancora Belpietro e Sallusti frequentavano la scuola – dello “shopping di Solgenitsyn per le vie di Zurigo o sulle cospicue somme da lui accumulate, grazie ai diritti d’autore, nelle banche svizzere”.

E quando si hanno simili maestri imparare l’arte diventa più facile.

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Un non credente che dichiara di essere “interessato e affascinato dalla predicazione di Gesù di Nazareth, figlio di Maria e di Giuseppe, ebreo della stirpe di David”, è uno che dà per scontate troppe cose per spacciarsi quale non credente.

Ma sentite questa domanda che il “non credente” vorrebbe porre al papa: “se una persona non ha fede né la cerca, ma commette quello che per la Chiesa è un peccato, sarà perdonato dal Dio cristiano?”.

Questa domanda è come il versamento di una caparra per l’aldilà. L’educazione cattolica impregna le coscienze a tal punto che molti – dopo una vita passata nella soddisfazione compulsiva dei desideri di natura – nei loro ultimi anni si preoccupano di manovrare gli scambi verso l’inferno e il paradiso, insomma di tenersi buono il “dio cristiano”. Si sa mai.


C’è da dire che le religioni hanno trasformato il loro dio in giudice e ciò autorizza i preti a presentarsi come suoi pubblici ministeri. Perciò Scalfari si appella in cassazione, sperando di non imbattersi in un giudice comunista o, quasi peggio, napoletano.

mercoledì 7 agosto 2013

L'ostacolo


La fine del tunnel semplicemente non c’è – lo sanno bene Saccomanni e Letta –, la crisi non è più solo un dato strutturale del ciclo capitalistico ma un dato irreversibile. Le bugie hanno le gambe corte, e infatti secondo l’Istat, rispetto a giugno 2012, il dato della produzione industriale resta negativo, -2,1%. È la ventiduesima flessione tendenziale consecutiva. E nel secondo semestre dell'anno va giù anche l'agricoltura, insieme a industria e servizi, che viceversa nei trimestri precedenti aveva retto. Un disastro su tutta la linea e la disoccupazione aumenta e la cassa integrazione dilaga. Sono invece tutti d’accordo sul disegno della borghesia, ossia che a pagare la crisi devono essere i salariati e i piccoli pensionati.


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Se guardo all’Italia con gli occhi di chi crede ancora che questo paese sia riformabile ed emendabile, cioè con lo sguardo di chi non vede la realtà se non nelle forme dell’allucinazione mediatica, vedo sulla via delle riforme un gigantesco ostacolo che porta il nome di Berlusconi.

Basta togliersi dagli occhi quest’immagine, per constatare che Berlusconi esiste solo in quanto prodotto specifico di determinati e diffusi interessi, abile nel far leva sulle molle sociali dell’individualismo italico e del convenzionalismo antistatalista, ma che egli sia l'ostacolo sulla via del cambiamento, rimosso il quale molto andrebbe per il verso giusto, è tutto da dimostrare.

martedì 6 agosto 2013

«Il Grande Fratello è arrivato»


Governare è far credere, diceva un certo Machiavelli. In questa frase è possibile cogliere tutta l’essenza dell’intrinseco legame che sussiste tra l’informazione e il potere. Del resto perché spendere per 250 milioni di dollari per acquistare il Washington Post, oppure il Boston Globe, o, per venire in Italia, spendere centinaia di milioni di euro per controllare il Corriere della sera? Che cosa spinge un tipino come Warren Buffett a comprare, come ha fatto negli ultimi due anni, più di 60 quotidiani? Ma non è in crisi la stampa su carta? Non si tratta dunque di business, specie per quanto riguarda l’ultimo quotidiano citato, il quale, se si trattasse di valutarlo dal punto di vista dei bilanci, sarebbe stato dichiarato fallito da lungo tempo.

Ve lo ricordare Nicolò Pollari? Scrive nella prefazione ad un libro:

“Signori, stiamo attenti perché ci siamo: il Grande Fratello è arrivato, è qui fra di noi, e molti di noi ancora non se ne sono accorti. Spero proprio che il lettore riesca a cogliere questo messaggio: il cyberspazio rappresenta uno strumento di comunicazione/informazione di straordinaria potenza, democrazia e libertà assoluta, ma se male utilizzato può trasformarsi in uno strumento in grado di produrre danni incalcolabili”.

domenica 4 agosto 2013

Saper pensare, Ateniesi


Mai come nel XX secolo la scienza del pensiero – cioè la teoria della conoscenza – è stata considerata superflua.

Non è infrequente tra coloro (pochi) che effettivamente si prendono la briga di leggere il Capitale, non accorgersi come nel corso dello sviluppo dei concetti di quest’opera scientifica venga “applicata” una determinata “teoria della conoscenza”, e magari sono indotti a credere che solo Engels, nel suo Anti-Dühring e ancor più nella Dialettica della natura, si sia “applicato” a tal fine.

Un esempio di questo tipo – ma non ingenuo, bensì voluto – si può trarre da un articolo del 1 agosto di Lucio Villari, il quale scrive a proposito di Marx autore del Capitale:

«Era qui la dimensione artistica, era la sua particolare sensibilità letteraria a permettergli di penetrare nelle strutture proteiformi e epiche del "capitale" e, come diceva, dei «rapporti di produzione e di scambio che gli corrispondono». E come in un poema mitologico o in un romanzo epico, i protagonisti di questo "capitale" diventano espressioni simboliche e astratte del suo racconto critico alla scoperta della verità delle cose dell’economia spesso nascoste proprio dall'"economia politica"».

Che Marx possedesse un dimensione artistica e sua particolare sensibilità letteraria non vi sono dubbi, lo si può dedurre da molti suoi scritti, oppure leggendo un libro di grande interesse di S.S. Prawer, La biblioteca di Marx. Ma non è stata certamente la sua dimensione artistica e particolare sensibilità letteraria a permettere a Marx di penetrare – come invece vuol far intendere Villari – nelle strutture proteiformi e epiche del capitale e nei rapporti di produzione che gli corrispondono.

Il Capitale è una pietra miliare della produzione scientifica di ogni tempo, un'opera concepita e realizzata mettendo a fuoco una determinata teoria della conoscenza, grazie alla quale è possibile rilevare il carattere oggettivo dei rapporti di produzione uniti dialetticamente alle forze produttive, e in tal modo di studiare il movimento della formazione economica della società come un processo storico naturale.

sabato 3 agosto 2013

Troveranno la faccia?


«If Berlusconi had any shred of honour he should now resign», scriveva ieri il Financial Times.

Un individuo del genere non ha mai avuto onore, né si può pretenderlo dalla corte di mantenuti ed eversori che gli fa da claque e che solo grazie a lui siede in parlamento, occupa cariche di governo e vive un'esistenza dorata.

Ma soprattutto – ed è ciò che conta più di ogni altra cosa – non ha onore chi sta al governo con gentaglia così spregevole. Del resto, nessuna persona onesta che avesse caro il proprio decoro e credito, oserebbe – a qualunque titolo o sotto pretesto d’obbligo – avere rapporti con tali inverosimili individui.

Governare assieme alla banda di cui è capo un bandito, rende complici dei suoi delitti.

Non c’è ragion di stato che tenga per tenere in piedi un governo sotto la minaccia portata dai prestanome di un individuo amico di condannati per mafia, con una fedina penale e un curriculum giudiziario da cui risulta, per essere molto sintetici, già amnistiato per falsa testimonianza, prescritto due volte per corruzione giudiziaria e cinque per falso in bilancio e una per rivelazione di segreto, tuttora imputato per corruzione di senatori e indagato per induzione alla falsa testimonianza, nonché condannato in primo grado a 7 anni per concussione e prostituzione minorile, quindi condannato in via definitiva per frode fiscale.