lunedì 25 luglio 2011

Il potere delle immagini e le immagini del potere



Le immagini che i media presentano in questi giorni dei fatti accaduti in Norvegia, anche se velate e non troppo esplicite, non possono non provocare sentimenti di angoscia e raccapriccio. “Il mostro”, come viene chiamato Anders Behring Breivik, è stato etichettato come estremista di destra e fondamentalista cristiano. Dire che è fascista e cattolico è sembrata una mancanza di riguardo. E del resto cosa cambierebbe? Nulla. Si tratta solo di essere precisi e meno ipocriti.

Giorgio Napolitano (*) ha mandato a dire la sua: «ripudiare ogni forma di violenza e impegnarsi a favore delle ragioni del dialogo e della pace».

Se le tv trasmettessero invece che le cabrate degli aerei, la pacifica navigazione delle portaerei o le colonne di blindati in gita, le immagini dei civili innocenti colpiti dai missili intelligenti, dalle bombe a grappolo, dai droni, i corpi dilaniati dalle mine e dalle schegge o semplicemente esplosi, insomma i morti e i feriti nei vari fronti in cui operano le forze della “democrazia, del dialogo e della pace”, credo che tutti noi avremmo finalmente contatto con una dimensione meno lontana e astratta, per non dire meno idilliaca, della guerra. Di una guerra, come quella libica, dichiarata a soli fini commerciali. Come già quella irachena e molte altre.

Se trasmettessero le immagini dei corpi dei pacifici oppositori torturati nei paesi “amici”, come nel Bahrain (qui uno scampolo), ci faremmo un’opinione diversa del ruolo degli Usa nel mondo. Se finalmente trasmettessero le immagini che Obama e la Clinton hanno visto in diretta mentre si eseguiva la vendetta contro Osama bin Laden e i suoi famigliari, noi potremmo farci un concetto diverso del premio Nobel per la pace.

Ci sarà ben un motivo, un perché tutti i poteri vogliono il controllo dei media. Un motivo molto semplice è che se le immagini dei misfatti della “democrazia” capitalistica fossero rese pubbliche nei grandi circuiti mediatici, la trance ipnotica cui siamo sottoposti ogni giorno svanirebbe e i discorsi paranoici dei potenti che viaggiano come proiettili nella comunicazione delirante verso le nostre coscienze più immediate, i linguaggi del controllo sociale con il loro marchio d’oppressione, di sofferenza e di morte, verrebbero smascherati.

(*) Colui che a proposito dall’arresto di Solgenitsyn, scriveva in riferimento dell'Urss: «L’originalità della prospettiva che sta davanti al movimento operaio del nostro paese e dell’Europa occidentale». Do you remember? 

domenica 24 luglio 2011

Fondamentalismi


Non è casuale che sui fatti norvegesi si punti su categorie quali la follia e dintorni, dell’appartenenza al cosiddetto fondamentalismo. C’è qualcosa di meno fondamentalista di Ratzinger o del democratico Obama? È il compito degli specialisti del travisamento e dell’intossicazione mediatica esercitarsi in tema di fondamentalismo e di terrorismo. Attendiamo i commentari dei prossimi giorni, laddove, immancabilmente e pacatamente, il determinismo di tipo biologico avrà il sopravvento nella spiegazione dei fenomeni di comportamento, giammai intesi come programmi di comportamento ritualizzato e riproduttivo. In questo modo la violenza assume un carattere individuale, fatta di “forze oscure” che vanno ricercate nei risvolti altrettanto oscuri della psiche, nella mitica programmazione genetica, nella “devianza”.

Che la violenza definisca un carattere intrinseco e storicamente determinato dei rapporti sociali, normale divenire delle contraddizioni di questo stadio del sistema capitalistico, è fuori discussione. Ma sia mai che i media possano dar conto della coercizione spettacolare e subliminale che impone le finalità del capitale, cioè la violenza di feticci contro feticci. E quindi avanti tutta con le seghe sul fondamentalismo islamico e anti-islamico.

Quello che la Tv non ha detto stasera e non dirà domani

Obama ha accusato i repubblicani di aver rifiutato quel che ha definito un' “intesa particolarmente equa” che includeva tagli alla spesa per 1650 miliardi. Il presidente ha sottolineato come il piano rispondesse alle richieste dei repubblicani di ridurre in maniera significativa il disavanzo federale, portando tagli dolorosi.

Nel dettaglio – ha spiegato Obama – l’intesa mancata per tagliare il deficit prevedeva “un taglio alle spese non obbligatorie di oltre 1.000 miliardi di dollari, un’ulteriore riduzione di 650 miliardi di dollari alla spesa grazie a tagli ai programmi federali di previdenza sociale e di assistenza sanitaria a poveri ed anziani, scrive il sito ultra comunista America 24, emanazione del sovversivo Il Sole 24 ore, giornale della Confindustria.

In soldoni i repubblicani vogliono tagli ancora maggiori per altri 400mln di dollari all’assistenza dei “poveri ed anziani” e mantenere intatti i privilegi di ricchi e supericchi, in particolare degli individui con patrimonio finanziario superiore a 1 milione di dollari (High Net Worth Individuals, HNWI ).

Vediamo la situazione globalmente e nel dettaglio, cioè relativa agli Usa secondo quanto ha riportato la 15ª  edizione del WorldWealth Report, il rapporto annuale sulla ricchezza nel mondo della Merrill Lynch.

Il numero degli individui con patrimonio finanziario superiore a 1 milione di dollari (HNWI ) nel mondo è aumentato in termini di popolazione e ricchezza nel 2010, superando i livelli pre-crisi del 2007 in quasi tutte le nazioni. La crescita della ricchezza degli HNWI globali ha raggiunto livelli strabiglianti nel 2010, con la popolazione degli HNWI in aumento dell’8,3% a 10,9 milioni e la ricchezza finanziaria degli HNWI in crescita del 9,7% a 42.700 miliardi di dollari USA (rispetto al 17,1% e al 18,9% rispettivamente nel 2009). La popolazione globale degli individui con patrimonio finanziario di oltre 30 milioni di dollari (Ultra-HNWI) ha registrato un aumento pari al 10,2% nel 2010 e la sua ricchezza è cresciuta dell’11,5%.

La popolazione globale degli HNWI è rimasta altamente concentrata negli Stati Uniti, in Giappone e in Germania che insieme rappresentano il 53,0% degli HNWI di tutto il mondo. Gli Stati Uniti sono ancora il paese con il segmento singolo HNW più grande del mondo con i loro 3,1 milioni di HNWI, pari al 28,6% della popolazione globale degli HNWI. 

sabato 23 luglio 2011

Il cattolico cattivo e quello buono

Quando ho letto dell’attentato di Oslo e della matrice islamica ho avuto dei dubbi. Mi è venuto in mente il nome dello scrittore svedese Stieg Larsson e le organizzazioni neonaziste scandinave. Quando poi ho saputo della sparatoria in un campo estivo del partito laburista norvegese, allora non ho più avuto dubbi: “la pista islamica” era roba dei fancazzisti dei media. Sembra che l’attentatore (ha fatto tutto da solo?) sia un fanatico antislamico legato a gruppi cattolici cosiddetti fondamentalisti.

Ora le autorità norvegesi hanno sospeso il trattato di Schengen e la paura dilaga. Pensate che ‘ sti cazzi dei servizi segreti la smettano di giocare con i gruppi neonazisti?
* * *
"Il Barack Obama italiano". Così l’Huffington Post definisce Nichi Vendola in un lungo editoriale dal titolo "Nichi Vendola, politico gay italiano, è il principale rivale di Berlusconi". Secondo il sito americano, tra i più visti al mondo, il presidente di Sinistra Ecologia Libertà, grazie all’attrattiva che esercita sull’elettorato giovanile, è lo sfidante più credibile del premier.
L’Huffington Post ha parlato con Vendola alcuni giorni fa quando il presidente della Puglia era negli Stati Uniti per promuovere i prodotti enogastronomici della sua regione. Vendola "è un politico che ha saputo aggirare il controllo asfissiante esercitato da Berlusconi sui mezzi di comunicazione e si è saputo rendere attraente ai giovani" e pertanto rappresenta il principale rivale del premier, in difficoltà per le note vicende personali. 
L’articolo di Andrea Stone descrive Vendola come "un bambino, nel contesto di una establishment politico statico guidato da un presidente di 85 anni, Giorgio Napolitano e Berlusconi, che ha 74 anni". L’autrice è convinta che "anche se il governo Berlusconi dovesse resistere fino alle elezioni del 2013, Vendola ha cambiato la faccia della politica italiana per sempre".
Il sito Huffington Post appartiene alla AOL che l’ha acquistato il 7 febbraio 2011 per 315 milioni di dollari.

venerdì 22 luglio 2011

Marx: prima di tutto un rivoluzionario


Intervengo brevemente su un’obiezione sollevata da Andrea in un suo commento a questo post nel sito di Bentornata Bandiera Rossa. Egli scrive, tra l’altro: leggendo i testi di Marx si trovano tante teorie che cambiano da un testo all'altro”. Per quanto riguarda certi dettagli, inevitabilmente, Marx si è espresso talvolta anche con posizioni e accenti diversi. È normale per un autore che ha scritto così tanto e nel corso di quattro decenni sui più disparati argomenti.

Ma noi dobbiamo badare alla sostanza del lascito marxiano, alle sue grandi scoperte. Come critico dell’idealismo e del vecchio materialismo ha scoperto la legge dello sviluppo della storia umana e con essa la legge peculiare dello sviluppo del moderno modo di produzione capitalistico e della società borghese da esso generata; con una profondità d’analisi ineguagliata ha scoperto il plusvalore, gettando un fascio di luce nell’oscurità in cui brancolavano, in tutte le loro ricerche, tanto gli economisti borghesi che i critici socialisti; conseguentemente ha rivelato il meccanismo dell’accumulazione e la legge sulla caduta tendenziale del profitto.

Su tali capisaldi teorici si è innestato il movimento, certamente e necessariamente variegato, che chiamiamo marxismo. In questo senso, anche senza l’avvallo di un notaio o di Fusaro, possiamo considerare Marx il fondatore di quel movimento, così come consideriamo Darwin il fondatore del variegatissimo darwinismo. È questa una polemica speciosa tesa a sottrarre Marx dalla sua realtà storica per farne un santino ad uso delle camarille accademiche e mediatiche, in definitiva per disinnescarlo e renderlo potabile per altri progetti.

Non è un caso, infatti, che in questa operazione a tavolino si dimentichi del tutto volontariamente che Marx ­– come ebbe a sottolineare Engels – “era prima di tutto un rivoluzionario”. La sua azione era volta a contribuire, in un modo o nell’altro, all’abbattimento della società capitalistica e delle istituzioni statali che essa ha creato, quindi all’emancipazione del proletariato moderno al quale egli, per primo, aveva dato la coscienza delle condizioni della propria liberazione.