domenica 10 marzo 2024

Un eterno ricominciare

 

In attesa degli esiti dell’Operazione Overlord in Abruzzo, qualche riflessione sui successi (pochi) e le sconfitte (ripetute) della sinistra italiana e francese. Partiamo da una grande vittoria, sia detto senza ironia, sui “diritti”.

Questa settimana è diventato legge un disegno di legge che sancisce il diritto all’aborto nella Costituzione francese! Chi ha presentato e promosso quel disegno di legge? La France Insoumise (LFI) e il Partito dei Verdi. LFI, è un movimento fragoroso e dispersivo, come il suo ideatore, che raduna varie componenti della sinistra e costituisce il più grande blocco di opposizione in Parlamento, con circa il 26% dei seggi, abbastanza per impedire a Macron di avere una maggioranza di controllo.

La France Insoumise è stata fondata nel 2016 da Jean-Luc Mélenchon, 72 anni, al quale è ampiamente riconosciuto il merito di aver sostenuto la sinistra in Francia e di aver ottenuto ottimi risultati nelle ultime due elezioni presidenziali. Mélenchon è arrivato terzo alle elezioni presidenziali del 2022, con il 21,95% dei voti, circa un punto dietro Marine Le Pen, leader del Raggruppamento Nazionale di estrema destra (ex Fronte Nazionale), che è arrivata al ballottaggio finale contro Macron.

Grazie ai risultati ottenuti alle elezioni legislative, Mélenchon è riuscito a formare una coalizione con altri partiti di sinistra – il PCF (o Partito Comunista Francese), i Socialisti e i Verdi – ciascuno dei quali ha raccolto solo una frazione dei voti. La coalizione, nota come NUPES, ha ampiamente adottato la piattaforma LFI: domare il caos del libero mercato prevedendo grandi aumenti delle tasse sui ricchi, aumentare il salario minimo, rinazionalizzare le società precedentemente pubbliche e combattere il cambiamento climatico e la disuguaglianza razziale e di genere.

Immagino già che chi sta leggendo storca un po’ il naso, per un motivo o per l’altro. Succede anche in Francia: i francesi credono che i problemi che la sinistra dice di voler affrontare siano importanti, ma non credono nelle loro soluzioni. LFI finora non è riuscita a tradurre la sua pluralità elettorale in quel tipo di consenso e di sostegno ampio che potrebbero eventualmente portare alla gestione del paese.

Su molte questioni economiche, l’opinione pubblica francese è in gran parte a sinistra, ma poi vota per il centro e la destra. Ciò ricorda qualcosa anche a noi. Mentre in Francia, come altrove, la sinistra e l’estrema destra sono spesso viste in competizione per conquistare l’elettorato “grigio”, le condizioni per vincere non sono affatto le stesse per l’estrema destra e per la sinistra.

Le politiche di immigrazione e asilo, almeno a parole qui in Italia, le emozioni alimentate dalla guerra in Ucraina e tra Israele e Hamas (la Francia ha sia la più grande popolazione ebraica che quella musulmana in Europa) creano un clima favorevole all’estrema destra sul piano sociale. L’immigrazione è un tema difficile da affrontare per la sinistra, in Francia perché molti dei suoi elettori sono essi stessi immigrati o discendenti di immigrati, e anche perché, specie in Italia, l’ideologia di sinistra, è favorevole nelle parole e inevitabilmente nei fatti ad accogliere tutti.

Marine Le Pen e Giorgia Meloni non hanno nemmeno bisogno di parlare, si sa bene come la pensano. La sinistra appena apre bocca crea sconcerto. L’estrema destra è riuscita ad essere egemonica nel modo in cui i media interpretano alcune questioni, come la questione dell’Islam in Francia e la questione dell’immigrazione in Italia. La sinistra invece si trova nella posizione di dover offrire proposte concrete e convincenti su come affrontare il problema dell’immigrazione e dell’integrazione.

Dunque la sinistra riformistica tradizionale deve fare politica con proposte concrete e però difficili da far digerire all’elettorato “grigio” o assente, mentre alla destra bastano gli slogan. Le tattiche della destra sono mirate all’economia dell’attenzione, poi, quando sono al governo, come in Italia, gli slogan non bastano più e il bluff viene allo scoperto. Ma ci vuole tempo perché ciò avvenga, e del resto è gioco facile dare la colpa alla sinistra, all’Europa matrigna e al fatto che piove.

LFI invece si è modellato dentro e per l’era dei social media, come il M5S. La sua piattaforma politica punta sull’effetto mediatico, nell’ottica della protesta, della rabbia e delle iniziative teatrali, un modo per mobilitare contro il neoliberismo tecnocratico, il primato dei mercati e dei valori sociali che favoriscono l’individualismo rispetto al bene collettivo. Detta così, può andare. A ben vedere in definitiva si tratta di un nuovo tipo di populismo di base che tende a coinvolgere gli elettori che da tempo hanno smesso di votare e interessarsi alla politica.

Carattere vulcanico, Mélenchon è un sovranista con una vena antiamericana, come ce ne sono molti anche da noi. Ex apparatchik socialista fino al 2008, quando ha lasciato il partito per formare un suo partito perché pensava che i socialisti, come i loro omologhi in tutta Europa, fossero caduti sotto la schiavitù del neoliberismo. “Viviamo attualmente in un paese, la Francia, la settima economia del mondo, con nove milioni di poveri, sei milioni che non possono nutrire i propri figli”, sostiene Mélenchon, “questa non è mai stata la Francia”.

Forse voleva dire: non è mai stata la Francia recente. Mélenchon combina il sociale con l’ecologia (divieto del glifosato, sviluppo dell’eolico offshore), sostiene la fondazione di una nuova repubblica, la sesta, cambiando la Costituzione per spostare il potere dal presidente al popolo. Come se bastassero le alchimie lessicali per “rompere con il capitalismo, l’uscita dai trattati di libero scambio” e scongiurare i venti di guerra.

Dove vuole arrivare la sinistra francese e quella italiana del cosiddetto “campo largo” (Pd più M5S e chi altri ci sta)? Dicono che vogliono scalzare la destra, in realtà si tratta solo di sostituirli al potere mobilitando il pollaio socio-ecologico e dei “diritti”. Tutto il loro agitarsi, così come del resto quello della destra, non porta necessariamente a una maggiore affluenza alle urne. Sostengono che la destra vince perché in Francia e in Italia c’è il 50% di astensione. Guardano il dito e non vedono la luna.

La politica non è sempre un eterno ricominciare, bluff dopo bluff. Sotto il dominio assoluto del capitale non c’è speranza né di maggiore uguaglianza né di pace. Pertanto l’obiettivo strategico non può essere quello di riformare il sistema capitalistico e degli Stati nazionali.

5 commenti:

  1. Gentile signora, la seguo molto spesso condividendo quasi sempre le sue considerazioni. Questa volta però mi è oscuro il senso dell' ultima frase. Forse manca un non?
    Con gratitudine,
    Nicola

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    1. Caro Nicola, per una volta il non c'è. L'obiettivo strategico NOzn può essere conseguito con il riformismo, che semmai rappresenta un momento tattico. Grazie

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  2. https://www.officinadeisaperi.it/agora/sinistra/lossimoro-del-riformismo-neoliberista-da-il-manifesto-e-socialismo-italiano/

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  3. Se qualcuno ha fatto i soldi, non importa come, e vuole trasmettere i vantaggi ai figli, sarà ingiusto ma è umano. Se qualcuno vuole comprare una cravatta, non sa scegliere il colore e si rivolge all'influencer, sarà cretino ma è umano. se qualcuno è contrario alle vaccinazioni senza avere la minima idea di cosa è un vaccino e come funziona, sarà ingenuo ma è umano, se qualcuno pensa che sia giusto uccidere in nome di un dio diverso sarà folle ma è umano, se qualcuno massacra un "tifoso" avversario sarà un criminale ma è umano, se qualcuno pensa sia giusto che si guadagnino miliardi prendendo a calci una palla, sarà un pazzo ma è umano, se qualcuno legge un giornale per seguire le vicende matrimoniali di Ferragni e Fedez, sarà penoso ma è umano, se qualcuno pensa sia giusto vendere alcoolici e proibire di fumare erba sarà un ipocrita ma è umano, se qualcuno pensa che sia giusto affidare dei bambini a persone sessualmente represse sarà un idiota ma è umano, se qualcuno condanna la morte di Navalny e dimentica le centinaia di morti per lavoro, sarà leggerezza me è umano. E potrei continuare all'imfinito..... Un obiettivo strategico è un "Vaste programme" ma è "disumano". Un riformismo a livello di pianerottolo è forse più realistico.

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    1. I padroni del mondo puntano sul realismo tipico dei rassegnati

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