giovedì 16 giugno 2022

Ritorno al passato: le gite in treno

 


Quello scorcio d’estate del 1914 fu l’ultimo della cosiddetta belle époque (bella per chi se lo poteva permettere, ovviamente). Indubbiamente segnò una cesura tra un prima e un dopo. I contemporanei d’allora ne ebbero consapevolezza? Pochi di loro l’ebbero e solo in parte. L’esercito francese vestiva di panno blu e rosso, combatteva come fosse ancora a Sedan. Nel torno di pochi anni quattro imperi, tre dei quali plurisecolari, sarebbero scomparsi e i loro territori spartiti, fagocitati. Solo la Russia, e non subito, recupererà ciò che aveva dovuto cedere a Brest-Litovsk. A Versailles, nel 1919, si porranno le basi geopolitiche per un altro conflitto europeo che diventerà mondiale.

Secondo gli storici, con l’intervento bellico diretto degli Stati Uniti (1917) e il declino del ruolo britannico quale dominus mondiale, si apriva il cosiddetto “secolo americano”. Questa espressione fu coniata solo molto più tardi e la sua cronologia è discutibile. Sicuramente l’imperialismo americano nasce molto prima e però si può parlare di “secolo americano” con Yalta, Bretton Woods, Hiroshima, Piano Marshall.

Un esempio un po’ trascurato è dato dalla Dottrina Truman, annunciata il 12 marzo 1947, in un discorso tenuto dal presidente statunitense avanti a una sessione congiunta al Congresso, prendendo spunto dai casi di Grecia e Turchia (*).

A differenza dei suoi predecessori alla Casa Bianca dopo la prima guerra mondiale, Truman non ha parlato di alcun “ritorno alla normalità” del dopoguerra. Ha iniziato le sue osservazioni con una nota minacciosa, parlando della “gravità della situazione che deve affrontare il mondo oggi”, come se una nuova guerra mondiale fosse imminente.

Il breve discorso è stata dimenticato, salvo per una frase, quando il presidente annunciò quella che divenne nota, appunto, come la sua dottrina: “Credo che debba essere la politica degli Stati Uniti a sostenere i popoli liberi che stanno resistendo al tentativo di sottomissione da parte di minoranze armate o da pressioni esterne”.

Da allora, Washington si è sentita in diritto d’intervenire in tutto il globo sulla base dei suoi criteri di valutazione, ossia su chi fossero i “popoli liberi”, gli “interessi vitali” degli Stati Uniti”, i “diritti umani”, la “democrazia”. In questo modo, la Dottrina Truman ha impegnato gli Stati Uniti nei successivi 75 anni in guerre e colpi di stato di ogni genere, con ingenti budget militari, fino ad oggi nella guerra per procura in Ucraina.

I “popolo liberi” per i successivi 13 presidenti sono stati: Franco in Spagna e Salazar in Portogallo; Marcos nelle Filippine e Suharto in Indonesia; Syngman Rhee in Corea del Sud e Ngo Dinh Diem nel Vietnam del Sud; Reza Pahlavi in Iran e la dinastia Saud nella penisola arabica; Batista a Cuba e “Papa Doc” Duvalier ad Haiti; Mobuto nello Zaire e Mubarak in Egitto; le sanguinose giunte del Sud America e il regime di apartheid del Sud Africa; i Contras in Nicaragua e i Mujaheddin di Bin Laden in Afghanistan; i terroristi del Fronte Al Nusra in Siria e del cartello della droga dell’UCK in Kosovo, il governo fantoccio a Kiev e le falangi neonaziste di Azov in Ucraina, eccetera.

A ciò, volendo, si potranno contrapporre i gulag sovietici e tutte le dittature “comuniste” sparse per il globo, le carestie, a cominciare dalle sette piaghe d’Egitto, fino all’odierna aggressività mercatista della Cina, la patologica perfidia di Putin e altro ancora. È un gioco che appassiona variamente un po’ tutti, una volta per un motivo e un’altra per una nuova “giusta causa”.

(*) Ciò che accadde allora in Grecia e Turchia penso non sia più di alcun interesse, tanto più che anche ciò che succede realmente in Ucraina e intorno a noi sta perdendo l’appeal ricreativo dei social media. Dirò solo che allora Truman riconobbe ufficialmente, così come se avesse annunciato la chiusura di una banca di secondo livello sovraesposta, la liquidazione dell’imperialismo britannico, non più in grado di fornire ulteriori aiuti finanziari e militari ai paesi satelliti. Gli Stati Uniti erano padroni del pianeta. Nessuna Inghilterra, nessuna Francia, nessuna Germania, nessun Giappone potevano contestarne la volontà e la potenza. Salvo quei pezzi di merda dei comunisti.

5 commenti:

  1. Quei tre nella foto, sicuramente stanno bevendo Jack Daniels!
    😁😁😁

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  2. https://www.storiauniversale.it/522-TOTALITARISMO-E-IMPERIALISMO-DEGLI-USA.htm

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  3. Mi ha dimenticato quel simpaticone di Papadopoulos con la sua allegra compagnia, non sia mai! E poi quelli che prima erano 'bravi ragazzi' e poi sono diventati 'cattivi dittatori', come Noriega "cara de piña".

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