Gli statunitensi sono liberi di farsi ammazzare dal primo svitato che passa con un fucile mitragliatore, ma le donne in circa metà degli Stati perderanno il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza. Infatti, la corte suprema americana ha seppellito la sentenza Roe vs Wade, che risale al 1973 e garantiva il diritto all'aborto. Gli Stati sono ora “liberi” di approvare proprie leggi in materia e molti hanno già predisposto il nuovo quadro normativo con il divieto all’aborto.
Esempi: il Missouri ha annunciato venerdì il divieto, così sarà presto anche nel Texas, dove una legge che vieta l'aborto dovrebbe entrare in vigore 30 giorni dopo la decisione della Corte Suprema. Tennessee e Idaho hanno fatto lo stesso. In Florida, dal 1° luglio entrerà in vigore una legge che vieta l’aborto dopo 15 settimane di gravidanza. In alcuni stati, come il Kansas, gli elettori voteranno per decidere se la costituzione dello stato debba essere modificata.
Naturalmente per il NYT la colpa è tutta di Trump.
Capisco che non è carino sindacare la scelta altrui dei temi da discutere. Ma vorrei sapere: a noi che cazzo ce ne frega se alcuni stati degli USA permettono o non permettono l'aborto? Perché dovrebbe interessarci più di quello che succede alle donne egiziane, o angolane, o brasiliane? Faccio notare che, anche sotto il profilo numerico, le donne brasiliane sono prevalenti rispetto a quelle che vivono negli stati USA a maggioranza repubblicana. Ciascuna di loro dispone di un utero solo, esattamente come le americane.
RispondiEliminaA dire il vero, mi sono stufato di questa dipendenza psicologica dagli Stati Uniti, che riguarda sia i filoamericani che gli antiamericani. Pure le armi. Vogliono girare con la pistola in tasca? a parte che succede nella maggior parte dei paesi del mondo (maggior parte in senso numerico): ma sta scritto nella loro costituzione, accidenti. Pensiamo a rispettare e far rispettare la nostra, che è giunta a un grado di sputacchiamento francamente intollerabile. Già Gramsci lamentava il complesso di inferiorità nei confronti dell'America. Non mi pare che, un secolo dopo, stiamo granché meglio.
Glielo spiego io, Erasmo, perché ce ne frega. Perché gli Stati Uniti sono, purtroppo, la prima potenza mondiale. La loro incidenza culturale - vuoi o non vuoi - non è pari a quella dell'Angola o del Kazakistan, purtoppo. In questo senso, spesso gli States anticipano tendenze che, da Paese della periferia dell'impero, poi si impongono anche da noi. Diamoci due o tre anni, con la Meloni a palazzo Chigi, e ne riparleremo. D'accordissimo sull'ingiustificato complesso d'inferiorità. Saluti.
EliminaGrazie per la spiegazione, Stefano. Solo che il suo contenuto era già implicito nel mio commento. Sarebbe stato stravagante se io avessi strillato “che ce ne frega della legislazione angolana!” o “del Kazakistan!”. Nessuno, giusto o sbagliato che sia, nutre sudditanze psicologiche nei confronti di quei paesi, mentre da molto tempo ciò avviene per gli Stati Uniti. Però il problema è la sudditanza, non i singoli atti politici che potrebbero influenzarci. Altrimenti siamo in balia di come soffia il vento in America. E, in effetti, siamo in questa condizione. Ritengo semplicistico farne una questione di destra o sinistra, come dimostra l’attuale crisi ucraina, generata da influenze americane di stampo dem.
EliminaPertanto, decodifico il mio invito a fregarcene (anche se credevo fosse già chiaro): è un grave errore farsi influenzare da ciò che avviene negli Stati Uniti, specialmente sotto il profilo politico e legislativo. E’ un errore che ci ha già portato gravi danni, e altri ne porterà. E, per continuare a usare la stessa espressione, a noi che cazzo ce ne frega se in America consentono o no l’aborto, oppure consentono o no di portare la Glock in tasca? Cerchiamo di ragionare con le nostre teste e di pensare ai diritti nostri, perdio.
Proprio a causa di questa sudditanza psicologica sarà più facile per tutti quelli che non vogliono rinunciare ad esercitare il loro controllo sul corpo delle donne gabellare questa porcheria come un segno di cambiamento necessario. In Polonia le cose sono più o meno uguali quanto ai diritti sull'aborto ma non sono molti a portarla ad esempio. Se a questa canaglia importasse qualcosa dei bambini lotterebbero anche per una scuola di qualità, una assistenza sanitaria decente e così via. Le donne non possono decidere di interrompere una gravidanza ma in compenso possono far ammazzare i figli a scuola. Finché non saremo noi a sparare non ci sarà cambiamento possibile
RispondiEliminaNon saprei cosa aggiungere
EliminaL'America usa la corruzione per rovesciare i governi eletti e installare burattini sottomessi agli obiettivi militari, economici e politici americani
RispondiElimina-Scott Bennett 11th Psychological operations battalion US Army-Political Analyst.
sono confuso: ma qual è la differenza con l'Afganistan, dove vanno tutti armati e le donne non possono abortire? forse questa? https://bit.ly/3OCIn6b
RispondiEliminaAborto Usa, poliziotto prende a pugni in faccia una manifestante
RispondiEliminahttps://www.adnkronos.com/aborto-usa-poliziotto-prende-a-pugni-in-faccia-una-manifestante_4vvTcfDTyIfOsnTIoK3Gtc
Aborto Usa, poliziotto prende a pugni in faccia una manifestante
RispondiEliminaL'uomo, candidato al Senato per i Repubblicani, ha aggredito un'attivista per i diritti delle donne: sospeso dalla polizia.
menu
Adnkronos
ULTIM'ORA
HomeInternazionaleEsteri
Aborto Usa, poliziotto prende a pugni in faccia una manifestante
26 GIUGNO 2022 | 08.21
LETTURA: 1 MINUTI
L'uomo, candidato al Senato per i Repubblicani, ha aggredito un'attivista per i diritti delle donne: sospeso dalla polizia
alternate text
(Afp)
Un ufficiale di polizia fuori servizio ha preso a pugni in faccia una donna durante una manifestazione per il diritto all'aborto a Providence, capitale dello stato americano del Rhode Island, venerdì sera. Jeann Lugo, poliziotto che si candidava per un seggio al Senato nelle file dei Repubblicani, ha picchiato Jennifer Rourke, un'attivista nera per i diritti dell'aborto che si candida per lo stesso seggio con i Democratici, fuori dal Campidoglio, sede del governo dello Stato.
https://www.adnkronos.com/aborto-usa-poliziotto-prende-a-pugni-in-faccia-una-manifestante_4vvTcfDTyIfOsnTIoK3Gtc
Abbiamo capito. Non insistere: la notizia non è poi tanto sconvolgente. Il poliziotto non ha sparato, come da prassi poliziesca. soprattutto trattandosi di persona di colore. La demo crazia USA sta facendo passi avanti,
RispondiEliminaNon ti scaldare, è partito per sbaglio il primo commento incompiuto.
EliminaTi consiglio camomilla e valeriana. Ciao
STATI UNITI: NON TI PUOI PERMETTERE UNA CASA, DORMI IN AUTO
RispondiEliminaGli affitti di una casa sono troppo cari, nessun problema negli Stati Uniti una cittadina autorizza chi non può permettersi un’abitazione a dormire in auto.
Mossa semplice quella adottata a Salida, nello stato del Colorado, per combattere gli alti costi per l’affitto di una casa: se non puoi permetterti il canone di affitto dormi in auto. Infatti nella cittadina statunitense di Salida, nello stato del Colorado, un programma autorizza gli abitanti che non hanno soldi sufficienti per pagare l’affitto di un’abitazione a dormire in auto.
Il programma “Safe Outdoor Space” (SOS) è stato approvato il mese scorso come misura per preservare i posti di lavoro nelle imprese cittadine. Molti dipendenti di ristoranti o guide turistiche faticano a permettersi una stanza nella contea di Chaffe, dove l’affitto può superare la metà dei guadagni mensili dei lavoratori. La scelta quindi che hanno i lavoratori è quella di dormire in auto oppure tentare la fortuna in un’altra parte degli Stati Uniti dove i costi per l’abitazione siano minori.
Negli Stati Uniti ci sono numerosi divieti di campeggio su proprietà private, nelle aree urbane o lungo le autostrade ma il nuovo programma autorizza questa pratica e fornisce servizi igienici, sorveglianza della polizia e sconti per alcuni servizi come la lavanderia.
https://www.occhisulmondo.info/2022/06/26/stati-uniti-non-ti-puoi-permettere-una-casa-dormi-in-auto/?fbclid=IwAR1Quznl7uh-T_tS7LjayKGvuhueAfQcnol70jdEdpY9bdms-_vCBWUMZy8
"Vehicular residency is one of the fastest-growing forms of homelessness. Estimates show that in some counties, like Los Angeles, about a quarter of homeless individuals are living out of their vehicles."
RispondiEliminahttps://tinyurl.com/3w9h2m78
U.S.A. IN SINTESI
RispondiEliminaHai diritto ad ammazzare una persona che si trova indesideratamente nella tua casa,
ma non un feto che si trova indesideratamente nella tua fica.
Quest'è.
Luca. I
Insomma, per loro (intendo i reazionari in genere, di ogni paese) la vita di una persona è da difendere a spada tratta solo quando è nell'utero o in fase terminale.
RispondiEliminaIn mezzo ti arrangi: mangi se hai i soldi, ti curi se hai i soldi, studi se hai i soldi, vivi in una casa se hai i soldi.
Contrari all'aborto, favorevoli alla circolazione delle armi, contrari all'eutanasia ma entusiasti sostenitori della pena di morte. La vita non deve _MAI_ essere a disposizione di chi la vive o di chi la porta in grembo ma solo e unicamente dello Stato, che pure non deve mettere becco nelle loro tasche, né per prelevare le tasse né per togliere il revolver.