Finalmente Mario Draghi è arrivato oggi a Kiev in treno con un ritardo di circa tre mesi. Com’è noto, il presidente del consiglio italiano era atteso lì da marzo. Trenitalia si è giustificata con non meglio specificati “motivi tecnici” come causa del ritardo.
Ad ogni modo l’accoglienza ucraina alla stazione centrale di Kiev è stata calorosa. Un funzionario ucraino si è lasciato sfuggire: “Beh, dovevamo aspettarcelo un tale ritardo dalle ferrovie italiane, ma l’importante è che Draghi abbia portato gli spaghetti e il vino”.
Il presidente del consiglio ha preso parte ai colloqui con il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy insieme al presidente francese Emmanuel Macron e al cancelliere Olaf Scholz, ai quali ha chiesto di condividere il costo del biglietto per il viaggio di ritorno.
Il rientro di Draghi non è atteso a Roma prima di settembre.
Macron ha regalato a Draghi e Scholz un paio di guanti di lana per il prossimo inverno.
Scholz a Zelenskyy ha consegnato una busta il cui contenuto non è stato rivelato. Ai giornalisti che chiedevano chiarimenti, Scholz ha risposto: “Ho sempre detto che a Kiev non sarei venuto a mani vuote”. Fonti vicine al presidente ucraino hanno detto che dentro la busta c’era un voucher di 50 euro per l’acquisto di armi pesanti. Il voucher è riscattabile senza restrizioni fino a dicembre 2023.
Estratto il voucher, a Zelenzky è stato raccomandato di non gettare la busta, ma di agitarla sopra uno specchio collocato orizzontalmente su un tavolo. Zelensky lo ha fatto, e ha chiesto una carta di credito. Draghi gli ha obiettato che aveva già avuto il voucher, ma Zelensky ha detto: va bene anche scaduta.
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