Davvero c’è interesse a commentare ciò che è avvenuto nei palazzi di Roma ieri? Sono
decenni millenni che accadono le stesse cose.
Qualunque partito, formazione politica variamente denominata o leader, intelligente o
solo astuto, liberale nelle questioni sociali oltre che in quelle economiche, ognuno è come
tutti gli altri, ossia un prodotto di questo sistema, e non ha altra prospettiva che
mantenerlo in funzione.
Certo, c’è anche di peggio di uno scarafaggio caduto per caso nel vasetto del miele. Quelli
che per nascita, nell’ambiente sociale in cui sono stati allevati e istruiti, si sono convinti di
essere al mondo per comandare agli altri, programmati per gestire una PMI, dirigere una
multinazionale o presiedere una banca, governare un Paese. Qualunque cosa purché sia
un posto di comando lautamente ricompensato.
Questo sentimento di superiorità è comune in soggetti a destra come a sinistra, qualunque
cosa ciò non significhi. I Draghi, i Macron, eccetera, ma anche i leccaculi e succhiacazzi che
abbiamo la sventura d’incontrare tutti i giorni a ogni angolo di questo meraviglioso
labirinto, di sentire in tv, leggere sui giornali o nello smartphone.
È la razza di quelli che si mettono di sopra della folla per mostrare la strada da seguire:
lavorare di più, consumare di più, contribuire di più, vaccinarsi di più, credere e obbedire
di più per il proprio benessere e ovviamente per l’optimum di tutti.
Per quanto riguarda l’essenziale, le cose non sono cambiate e non si vede come possano
cambiare, se non in peggio. Il sistema capitalistico è l’unico che fa girare il mondo e
nessuno, né a destra né a sinistra, ha idee per sostituirlo e riformarlo è impossibile per
propria legge costitutiva.
Possono aumentare le imposte sui patrimoni, imporre qualche risibile balzello ai ricchi e ai
più ricchi ancora per convincerci che sono davvero di “sinistra”, anzi, di “centrosinistra”
(sono democratici, dunque inclusivi), tuttavia questo non rimette assolutamente in
discussione questo sistema che alla fine sembra far comodo a tutti.
Anche a quel popolo ingrato cui sono devoluti compiti ingrati: cassieri, badanti, corrieri,
manovali, camerieri, facchini, insomma quei mestieri che anche presso un pubblico di
sinistra suscitano malcelate reazioni di disprezzo perché sono considerati “lavori di
merda”.
Possono largire diritti (piuttosto revocarli), aumentare il salario (quando mai?), cambiare il
nome ai mestieri (più facile e gratis), ma questa gerarchia tra esseri umani, non certo
invisibile, è molto presente nella testa delle persone e trova conferma in ogni rapporto
sociale.
Ci sarà mai un modo per gestire una società cosiddetta moderna che sfugga a questa
maledizione? Disprezzo e odio per il nemico di turno, vuoi per Draghi o per Putin, per il
vicino di casa o di ombrellone, ecco la bella alternativa che ci viene offerta.