mercoledì 24 novembre 2021

Con la vostra, non con la mia

 

Mi ha divertito, più che sorpreso, un’affermazione ascoltata ieri sera e proferita dal prof. Massimo Cacciari (peraltro una delle poche persone decenti che abbia accesso alla tv), il quale denunciava “La scomparsa della socialdemocrazia in Italia”. Voleva dire la scomparsa di qualunque idea riformista. Possiamo dimenticare che il maggior partito della estinta sinistra è stato dato in mano a gente come Matteo Renzi o a Nicola Zingaretti e prima ancora, per citare, a Valter Veltroni? Tuttavia non è solo questione di leadership, come invece si tende a far credere di questi tempi.

È alquanto singolare che nel 2021 ci si accorga che la sinistra riformista in Italia è scomparsa. Sono decenni che nei fatti non esiste più, a meno non si voglia insistere che da Occhetto-D’Alema e fino a oggi qualcuno l’abbia effettivamente rappresentata. Oppure dei velleitari che volevano far piangere i ricchi. Si può essere più demagogici di così?

Il partito democratico, negli ultimi trent’anni scarsi è stato presente al governo per quasi vent’anni. Vorrei conoscere una sola riforma che si possa ammantare dell’etichetta di “sinistra”. Una riforma vera, che riguardi l’occupazione, i diritti e i salari, l’equità delle pensioni, una politica economica non succube del grande capitale, una riforma fiscale e dei tributi che non dissangui i redditi più bassi, insomma quelle riforme che conterebbero qualcosa davvero.

Abbiamo bisogno di redditi decenti, di un sistema di welfare serio e inclusivo, periferie meno marziane, di mezzi pubblici meno affollati e che non puzzino troppo di piscio, di non essere molestati da una propaganda che rimbambisce e dunque di un po’ di autentica pluralità e democrazia. Una sinistra riformista che non lo fosse solo di nome, qualcosa avrebbe potuto fare. Non molto, ma qualcosa sì.

La socialdemocrazia non c’è più? È il riformismo che è fallito! È così in tutta Europa ma più significativamente nell’Italia delle mille mafie corporative, familiari, confessionali, finanziarie, politiche, ecc..

Con la cosiddetta transizione ecologica dobbiamo ancora vedere il meglio, altro che socialdemocrazia. Il “mercato”, alias il capitale, non esiste per soddisfare i nostri bisogni, ma per soddisfare i nostri desideri (solvibili), per gran parte indotti dalla réclame. Passare dai desideri ai bisogni richiederebbe un’altra società.

Viviamo in un paese ricco, con patrimoni completamente folli, in gran parte ereditati (altro che il merito, l’aver scelto bene i propri genitori!), con sperequazioni stipendiali e pensionistiche che non hanno senso. Perché i bisogni di così tante persone non sono soddisfatti? Perché tanta povertà? Certo, c’è un po’ di assistenza sociale, sempre contestata e in bilico perché neanche quella si sa fare decentemente.

Del resto che cosa potrebbe inventarsi di nuovo una sinistra socialdemocratica? Immaginate di avere una bacchetta magica che vi permetta sia di rendere il lavoro più economico per chi lo compra e di pagare di più per chi lo vende. Tutto ciò si ottiene, dicono, con la riduzione dei cosiddetti oneri sociali e contributivi, dall’altro riducendo la spesa pubblica inefficiente e ovviamente con la mitica lotta all’evasione fiscale (con le multinazionali con sede legale e fiscale all’estero!).

È la quadratura del cerchio. Vorrai mica toccare i profitti, cosicché le multinazionali lasciano in massa l’Italia? Non se ne esce. Chiedete a me quale alternativa? Suvvia, pensate con la vostra testa, non con la mia.

2 commenti:

  1. Socialdemocrazia, becchino della classe operaia! GS

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  2. Matteo Renzi: il miglior leader di destra che la sinistra abbia mai avuto!
    😁

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