A leggere il rapporto semestrale della Federal Reserve, una persona dotata di buon senso potrebbe chiedersi come faccia a stare in piedi il sistema finanziario internazionale. Tutto ciò mentre ci stiamo occupando d’altro, ossia come se la cosa non ci riguardasse. E invece un crollo del sistema finanziario trascinerebbe, ben più gravemente del 2008, tutta l’economia, con ripercussioni che l’epidemia virale potrebbe apparire a quel punto come un problema secondario. Non siamo alla favoletta di Esopo, del lupo e il pastorello, poiché il capitalismo si salverà, ma si tratta pur sempre di saper fare due più due e chiedersi chi salverà noi.
Debiti e trading, solo grandi debiti e delirante speculazione. Che cosa facciamo quando non abbiamo soldi? Ci indebitiamo. Credito immobiliare, per l’auto, per un po’ di tutto. Tutti questi debiti alimentano bolle, sia perché in parte non verranno ripagati, sia perché quando vendi il debito di un paese, i tassi d’interesse aumentano (prima o poi è inevitabile). È da oltre un decennio che le banche centrali distribuiscono denaro alle banche e alla speculazione, in modo che le banche finanzino le imprese (ma in realtà comprano titoli) e non crollino i corsi azionari.
Oppure come la Cina, dove il governo ha chiesto fino a ieri l’altro alle grandi aziende di indebitarsi sempre di più per alimentare la folle crescita senza la quale la nuova borghesia e la popolazione nel suo insieme si ribellerebbero e farebbe cadere il regime. E ora quelle società indebitate chi le salverà? Il proletariato cinese, come sempre.
Intanto la Federal Reserve ha fatto sapere che ha iniziato a ridurre il ritmo dei suoi acquisti di titoli pubblici e privati. Si comincia questo mese per 15 miliardi di dollari complessivi, vale a dire che dai 120 miliardi mensili si scenderà a 105 miliardi: 70 sui Treasuries e 35 su titoli bancari garantiti da mutui. A dicembre, poi, si calerà di altri 15 miliardi, da 60 sui Treasuries e 30 miliardi sui titoli legati ai mutui, e così via.
Powell ha rassicurato Wall Street che, nonostante la decisione di ridurre gli acquisti di buoni del Tesoro e titoli garantiti da ipoteca al ritmo di 15 miliardi al mese, ciò non implica un aumento immediato del tasso di interesse di base della Fed. Vedremo, anche se penso che sarà costretto a farlo dalle dinamiche stesse del mercato, e l’aumento dei tassi porterà a una grande correzione dei prezzi delle attività, soprattutto quelle più rischiose. Possibili dei flash crash, ossia dei crolli improvvisi, a ripetizione.
Ho dato un’occhiata a questa voce di Wikipedia. Per quanto ho potuto capire (la mia idiosincrasia per certe novità c’entra fino a un certo punto), siamo in un vortice di follia, di delirio purissimo. Oppure prendiamo in considerazione i cosiddetti titoli meme, come GameStop, che hanno attirato i giovani nel commercio di azioni. Powell ha osservato che lo sviluppo di app di social media ha fatto sembrare il trading azionario un gioco per investitori più giovani e meno esperti (eufemismo). Com’è noto, a Napoli adoperano una frase molto colorita ma plasticamente aderente per definire queste situazioni paranormali.
Insomma, il racconto dei famosi bulbi di tulipano olandesi, è, in rapporto a quanto accade oggi nel sistema finanziario, l’innocua fiaba di Cappuccetto rosso. Penso che nessuno, anche ai più alti livelli di responsabilità politica, abbia davvero chiara la situazione sulla direzione del sistema finanziario americano e globale.
Infine, il rapporto della Fed è tornato anche sulla questione del congelamento del marzo 2020 del mercato del Tesoro statunitense. La risposta tipica a un grave stress finanziario globale è l’acquisto di titoli del Tesoro Usa, ma in quell’occasione c’è stata una pressione di vendita massiccia, anche da parte di governi e banche centrali, in quella che è stata soprannominata una corsa al denaro (liquido).
Da allora la Fed ha istituito un sistema di pronti contro termine, in base al quale le autorità monetarie estere possono utilizzare le loro disponibilità di Treasury come garanzia per prestiti a breve termine in dollari e quindi non devono vendere le loro obbligazioni per ottenere contanti. Il rapporto afferma che ciò ha contribuito a stabilizzare il mercato. Si è trattato allora di “soli” 287 miliardi di dollari di titoli, vedremo cosa farà Zio Paperone quando potrebbe trattarsi di trilionate di dollari.
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