martedì 31 agosto 2021

Gli schiaffi del generale

 

Si racconta che presso la stazione ferroviaria di Mukden (oggi Shnyáng), in Manciuria, nel 1905 s’incontrarono due generali russi: Paul von Rennenkampff (†1918) e Aleksandr Samsonow (†1914). Era in atto la guerra russo-giapponese e i due generali, dopo la battaglia di Mukden, litigarono. Samsonov accusò il suo collega di non averlo assistito durante i combattimenti. Il litigio si concluse con Samsonov che schiaffeggiava con rabbia Rennenkampff. “Non lo dimenticherò, Samsonov”, pare sia stata la risposta dello schiaffeggiato (non è difficile crederlo).

Facciamo un passo indietro di cinque secoli: la battaglia di Grunwald, chiamata battaglia di Tannenberg dalla storiografia tedesca e battaglia di algiris da quella lituana, fu una battaglia di grandi proporzioni avvenuta il 15 luglio 1410 nel corso della guerra polacco- lituano-teutonica. A Tannenberg, l’Ordine Teutonico fu sconfitto e la maggior parte degli esponenti di spicco dei cavalieri teutonici morì nello scontro o fu fatta prigioniera.

Tannenberg è il nome che i tedeschi, segnatamente Paul von Hindenburg, diedero alla più grande battaglia sul campo della prima guerra mondiale, combattuta nell’agosto 1914. Il fronteggiarsi tra le forze tedesche e quelle russe nella Prussia orientale con ogni probabilità decise le sorti della battaglia della Marna tra tedeschi e francesi. Com’è possibile che due eventi bellici così lontani geograficamente siano interconnessi?

Sul fronte occidentale il piano Schlieffen avrebbe avuto successo se la manovra di aggiramento dal Belgio fosse stata portata a termine con rapidità e con il massiccio impiego di tutte le forze tedesche.

Tali imprescindibili condizioni non si realizzarono per diversi motivi: dapprima per l’eroica resistenza opposta dai belgi che ritardarono l’avanzata tedesca; poi per la decisione del generale Charles Lanrezac (†1925) di non attaccare i tedeschi perché si trovava in situazione d’inferiorità e quindi ordinò il ripiegamento, fatto che permise la salvezza della 5a Armata e con ciò il successivo riscatto francese. Per questa sua provvidenziale decisione Lanrezac fu silurato da Joffre.

Meno noto un altro motivo dell’arresto dell’avanzata tedesca, che riguarda una singolare decisione dello stato maggiore tedesco.

Nel momento cruciale dell’avanzata, quando le truppe conquistarono Namur, Mons e Charleroi, lo stato maggiore tedesco, credendo ormai raggiunto l’obiettivo, decise di sottrarre forze essenziali al proprio slancio offensivo per inviarle in aiuto sul fronte russo. Il generale Erich Ludendorff (†1937), a capo delle operazioni sul fronte russo, fu sbalordito dalla notizia che gli dava il colonnello Tappen dal quartier generale di Coblenza, cioè dell’invio per ferrovia (benché le ferrovie belghe fossero distrutte) di alcuni corpi d’armata dal fronte occidentale a quello orientale.

Ludendorff, rendendosi conto dell’incredibile errore che si stava commettendo, supplicò lo stato maggiore dal desistere nell’inviare rinforzi sottraendoli al fronte occidentale, dove giudicava fossero indispensabili, oltretutto perché la battaglia di Tanneberg (Laghi Masuri) era già in pieno e vantaggioso svolgimento e quelle forze aggiuntive, quando fossero sopraggiunte, non avrebbero avuto peso in quello scontro. L’appello di Ludendorff rimase inascoltato, poiché pesarono considerazioni prevalentemente di carattere non strettamente militare.

Dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, due armate russe entrarono nella Prussia orientale tedesca. A Rennkampff era stato affidato il comando della 1a armata dello zar. La 2a armata, schierata più a sud, era comandata da Samsonov. Entrambi insieme avrebbero dovuto dar luogo alla promessa dello zar a Francia e Inghilterra di aprire le ostilità nella Prussia orientale due settimane dopo l’inizio della guerra. Ciò avrebbe sconvolto il piano Schlieffen dello stato maggiore tedesco, che prevedeva di sconfiggere la Francia prima di voltarsi contro la Russia.

La Prussia orientale venne occupata dall’esercito russo mentre il grosso delle truppe tedesche marciava verso Parigi. Il 19 e 20 agosto Rennkampff, proveniente da ovest, incontrò vicino a Gumbinnen (Gusev) l’ottava armata del generale Max von Prittwitz und Gaffron (†1917), incaricata di difendere la Prussia Orientale. Dopo lo scontro di Stallupönen e nel corso della battaglia di Gumbinnen, dall’esito incerto e dove i tedeschi non erano riusciti a sfondare e anzi erano stati ricacciati dai russi, Prittwitz seppe che Samsonov stava avanzando da sud, minacciando d’intrappolare la sua armata. Perciò interruppe la battaglia e ordinò la ritirata dietro la Vistola. Ciò avrebbe significato l’abbandono della Prussia Orientale, cosa che lo Stato maggiore generale tedesco riteneva inaccettabile sotto tutti i punti di vista.

A Berlino molti Junker prussiani supplicarono il Kaiser Guglielmo II di fare qualcosa contro il “diluvio russo”. Prittwitz fu quindi sostituito al comando dell’8a Armata da Paul von Hindenburg e dal suo aiutante di campo, Erich Ludendorff, nel tardo agosto 1914. I loro primi ordini fermarono la ritirata e ordinarono un raggruppamento su larga scala delle truppe tedesche. Queste dovevano staccarsi da Rennkampff e costituire un nuovo fronte contro Samsonov. Per questa azione, era fondamentale che Rennkampff non avanzasse.

Mentre Rennkampff si stava lentamente preparando per prendere la fortezza di Königsberg (Kaliningrad), dove solo pochi soldati tedeschi erano stati posti a sua difesa, Samsonov marciò con 190.000 uomini attraverso foreste e paludi. Sia lui che il lontano quartier generale russo non avevano idea di dove fossero i tedeschi.

Non fu solo una cattiva leadership russa e una scarsa comunicazione che permisero a Hindenburg e Ludendorff di concentrare forti forze sui fianchi di Samsonov. Le truppe zariste erano state portate alla frontiera in treno. A causa dello scartamento ridotto delle loro ferrovie, i rifornimenti dovevano essere scaricati a grande distanza. Ciò causò presto il collasso della logistica nella Prussia orientale, soprattutto perché le numerose unità di cavalleria russe richiedevano grandi quantità di foraggio e le artiglierie alimentazione di proiettili, che tra l’altro spesso non esplodevano sul terreno sabbioso.

Quando le sue truppe marciarono su Allenstein (in lituano Olsztyn) il 27 agosto, Samsonov pensò di aver vinto. Il giorno dopo, però, dovette rendersi conto che le sue divisioni erano state invece intrappolate dai tedeschi nelle paludi. Mentre il suo esercito sbandava e scioglieva, il generale si sparò il 30 agosto in una zona boscosa.

Che il generale Samsonov sia caduto nella trappola tesagli dai tedeschi nell’agosto 1914 è un fatto attribuito al comportamento del suo collega Rennenkampff, non dimentico di quanto avvenne nel 1905 alla stazione ferroviaria di Mukden.

Che Rennkampff potesse salvare Samsonov è una questione aperta, perché i tedeschi avevano chiuso i pochi ponti del distretto dei Laghi della Masuria che proteggevano i loro movimenti come una barriera a nord. Con la vittoria, Hindenburg e Ludendorff fondarono il loro mito e assunsero la guida della guerra imperiale nel 1916. Si guardarono poi bene dall’assumersi le responsabilità della sconfitta finale.

Considerazioni: le sorti del primo conflitto mondiale furono decise in gran parte nel primo mese di guerra, vale a dire nell’agosto 1914. Diversi fattori vi concorsero nel loro insieme: l’accennata strenua resistenza belga, che ritardò l’avanzata tedesca; l’indecisione dello stato maggiore germanico e la sottrazione dal fronte occidentale di corpi d’armata e il loro invio nella Prussia Orientale. A mio avviso il fattore che si rivelò più decisivo di tutti fu la dichiarazione del 2 agosto 1914 di neutralità dell’Italia, cosa che consentì alla Francia di non dover schierare un cospicuo contingente di truppe sulla frontiera alpina per fronteggiare gli italiani e verosimilmente anche gli austriaci, alleati in quel momento dell’Italia. Peraltro la dichiarazione di neutralità italiana costringeva Vienna a lasciare schierato sul fronte con l’Italia un consistente contingente di truppe in gran parte impiegabili altrimenti sul fronte russo. Dalla fine di aprile 1915 fino alla sua effettiva entrata in guerra (25 maggio), l’Italia fu alleata (ma non belligerante), in forza di un trattato sottoscritto e più volte rinnovato, da un lato alla Germania (cui dichiarerà guerra nel 1916) e all’Austria-Ungheria; dall’altro divenne contemporaneamente alleata di Francia, Inghilterra e Russia, contro gli Imperi centrali, sulla base del Patto di Londra, firmato segretamente dopo lunghe trattative dal governo italiano il 26 aprile 1915 all’insaputa del Parlamento, in netta maggioranza contrario alla guerra. Durante il conflitto, il blocco marittimo imposto alla Germania e all’Austria, nonché i cospicui crediti concessi dagli Usa agli Alleati, decisero infine le sorti della guerra.


3 commenti:

  1. molto interessante. aggiungerei, se mi è permesso, che le sorti della guerra furono anche decise dall'intervento Usa:
    https://comedonchisciotte.org/bernays-e-la-propaganda-il-marketing-della-guerra/

    RispondiElimina
  2. Sai, Ernesto, nel precedente commento ho fatto un po' di ironia, ma non c'è dubbio che il tuo sommario sia utile alla maggior parte dei lettori.
    Non mi permetterei di dettare i tempi e i modi del dibattito in casa d'altri, ma mi pare che, a un certo punto, dovrebbero cessare le citazioni e le indicazioni bibliografiche, e subentrare le opinioni del bibliografo.

    RispondiElimina