martedì 24 settembre 2019

Equiparazioni


Nazismo e impero romano furono due totalitarismi, l'equiparazione contenuta nella risoluzione del Parlamento europeo è relativa a questo tratto comune, che è incontestabile.

Nazismo e monarchie assolute furono due totalitarismi, l'equiparazione contenuta nella risoluzione del Parlamento europeo è relativa a questo tratto comune, che è incontestabile.

Nazismo e rivoluzione francese furono due totalitarismi, l'equiparazione contenuta nella risoluzione del Parlamento europeo è relativa a questo tratto comune, che è incontestabile.

Nazismo e impero napoleonico furono due totalitarismi, l'equiparazione contenuta nella risoluzione del Parlamento europeo è relativa a questo tratto comune, che è incontestabile.



Alleati dei fascisti.

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La ricchezza da sola non costituisce il vero potere; è un mezzo per avere potere. Ma chi ha il potere oggi? Forse quei miliardi di esseri umani, schiavi, che ogni giorno devono vendersi e stentare la vita? Forse la piccola e media borghesia, con i suoi professionisti, avvocati, giudici, notai, medici, commercianti, direttori, artisti, predicatori di questo e quello, eccetera? Neppure. La media borghesia avverte la sua impotenza, il guscio vuoto della rappresentanza politica. Chi detiene il vero potere di governo delle nazioni e del mondo? Chi controlla le risorse naturali, l’industria, i mercati, la finanza? Chi ha il potere di stabilire i prezzi, di strozzare gli agricoltori, di sfruttare la forza-lavoro, di piegare il piccolo commerciante, di saccheggiare impunemente la natura? Chi possiede il controllo su quei grandi mezzi di comunicazione che stabiliscono il clima mentale di tutti noi? Il Parlamento europeo non ha tempo e volontà di occuparsi realmente del tallone di ferro che ci schiaccia nel presente, perciò si dedica ai totalitarismi ormai innocui del passato.


19 commenti:

  1. Sono 12.000 anni che il Potere, con un perverso accordo tra Re e Religioni, persegue un unico obiettivo: Controllo Sociale e Sfruttamento. Finchè ci sono stati gli assolutismi il controllo sociale era ottenuto con la violenza. Dopo, in "democrazia", finchè è possibile, si ottiene con l'ottundimento di menti e coscienze da parte di venditori di fumo e la guerra tra poveri. altrimenti con la Guerra Vera. Il fascismo è il braccio armato del capitalismo!

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    1. il fascismo si afferma laddove alla borghesia non è possibile far altro o gli conviene. dove alla borghesia conviene e le è possibile far altro, essa diventa antifascista. la borghesia è sempre ambigua, politicamente e culturalmente, specie in epoche incerte come la nostra. è sempre anticomunista, ovviamente, e celebra il suo trionfo laddove il sedicente comunismo è ridotto a una utopia regressiva, semplice etichetta.

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  2. http://www.tazebao.org/antifascismo-borghese-e-antifascismo-proletario/

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    1. Non sono in sintonia con quelle cose che vengono dette nell’articolo, quando per esempio leggo di lotta al capitalismo. Marx ed Engels non parlano di “lotta al capitalismo”, perché sarebbe come parlare di lotta al feudalesimo. Capitalismo e feudalesimo sono due modi storici di produzione. Quindi, si può parlare di lotta contro la borghesia, contro i padroni, contro lo sfruttamento, per il superamento dei rapporti di produzione borghesi, ma è improprio affermare che si lotta contro un modo storico di produzione. È meglio parlare di lotta per il superamento della società di classe e dunque di lotta per il superamento della società borghese. Casa Pound è contro il capitalismo, ma non è, tra l’altro, per il superamento della società di classe.

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  3. Non si ha concetto di totalitarismo prima del XX secolo, dunque direi che le quattro affermazioni che aprono il post sono assurde in premessa. Non così quella cui esse - diciamo così - di ispirano e che forse è il caso di riproporre: "Nazismo e comunismo sono due totalitarismi, l'equiparazione contenuta nella risoluzione del Parlamento europeo è relativa a questo tratto comune, che è incontestabile". Non comprendo dove sia lo scandalo in tale affermazione: prim'ancora che nelle forme conosciute di edificazione di una società comunista (tutte venute male rispetto al progetto, benignamente si conceda), è nell'impianto teorico del comunismo che appare implicito il fine del controllo pieno sull'individuo. Ma alla affermazione qui riportata ne seguiva un'altra che rendeva superflue le obiezioni relative ai moventi che fanno del comunismo un totalitarismo: "Le differenze sul piano ideologico o su quello storico non sono discussione, dunque non fanno argomento valido". Non comprendo d'altronde donde possa nascere l'irritazione di un comunista all'affermazione che "il comunismo è un totalitarismo": dal significato assegnato all'economia nella storia individuale e collettiva umana e dall'intento di sovvertirne l'impianto discende abbastanza chiaramente il progetto di "rifare l'uomo". Può esaltare o fare orrore, de gustibus. Ma è totalitarismo. Poi, basta una garzantina, leggerne la definizione, e con un pizzico di onestà intellettuale il termine "totalitarismo" potrà perfino finire per piacere a chi si esalta all'idea di una società comunista, ancorché edificata senza gli sgradevoli incidenti che fin qui sono stati la regola: potrebbe addirittura arrivare a rivendicarlo.

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    1. Luigi, mi sento piuttosto comunista (o comunista sui generis, ben lontano dal folklore militante di un iscritto al Pmli) da non pensare affatto di voler "rifare" l'uomo, bensì ritenere che l'uomo debba liberarsi da certe catene che tu sai (chiamali se vuoi: "rapporti di produzione"). Finora i tentativi di liberazione si sono dimostrati fallimentari e quasi in ogni dove hanno portato a società totalitarie. Ma precludere all'uomo (alias: all'umanità) il tentativo di rivoluzionare tali rapporti perché si darebbe necessariamente luogo a future società dispotiche, è condannare l'uomo a un'oggettiva e sempre più imperante schiavitù di classe, questa sì che controlla pienamente e già ora l'individuo.

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    2. Sostieni che se ancora non esiste il concetto per indicare un fenomeno storico (il totalitarismo), allora anche il fenomeno stesso non è classificabile come tale. Conseguentemente, deduco, nemmeno la dittatura cesariana è qualificabile come cesarismo poiché il concetto di cesarismo è venuto dopo. Ancora e all’infinito: anche l’imperialismo non è dato fino a quando Hobson (o chi per lui) non ha fatto uso di quel concetto.

      Sostieni: “è nell'impianto teorico del comunismo che appare implicito il fine del controllo pieno sull'individuo”. Prego precisare poiché in Marx ed Engels non vi è nulla del genere, anzi, non vi è “impianto teorico del comunismo”.

      Sostieni: “Le differenze sul piano ideologico o su quello storico non sono discussione, dunque non fanno argomento valido”. Sono in discussione eccome le differenze qualora si vogliano identificare gli ideali del comunismo (fine dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo e eguaglianza nella libertà) con il nazismo. Se invece ti riferisci all’esperienza storica concreta dei regimi sedicenti comunisti, allora il discorso si fa necessariamente, sul piano STORICO, più complesso e articolato. Non si può dirimerlo con un semplice anatema.

      Sostieni: “dal significato assegnato all'economia nella storia individuale e collettiva umana e dall'intento di sovvertirne l'impianto discende abbastanza chiaramente il progetto di "rifare l'uomo".” Quella di “rifare l’uomo” l’hai letta in qualche catechismo stalinista, ma non in Marx ed Engels, poiché è palesemente una cazzata. Costruire una società su basi nuove, questo sì.

      Non mi “esalto all’idea di una società comunista”, quello che scrivo in questo blog conferma ad abundantiam che non invento ipotesi.

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    3. La contesa non mi interessa, ma non mi permetterei di intervenire solo per dir questo. Mi interessa che miei stipendiati, lì a Strasburgo, perdano il loro tempo in questo modo.

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    4. e invece secondo me dovresti prendere posizione, anche se ovviamente non è un obbligo, ma dovresti avvertirlo come tale.

      quanto alle valutazioni e ai giudizi storici si tratta di un compito che va lasciato al libero confronto tre le diverse interpretazioni e opinioni, alla ricerca degli studiosi, e non ai parlamenti per farne un'arma per la battaglia politica immediata

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    5. Il merito della questione è, mi pare, legato al metodo. Il metodo sopporta bene l’analogia. Prendiamo l’UNESCO. C’è una commissione che decide che cosa sia o non sia patrimonio dell’umanità. Per esempio, c’è il consiglio comunale di Venezia, che decide di candidarsi. I signori commissari si riuniscono, e discutono tutti sussiegosi: Venezia ha i titoli per essere patrimonio dell’umanità? Mica basta discutere: prendono un aereo, e vanno a verificare di persona. Scendono al Danieli, etc.etc. Alla fine, a maggioranza, concedono a Venezia lo status di patrimonio dell’umanità. Che si comporti bene, però. Per esempio, se qualcuno fa una soffiata, del tipo: a Venezia le grandi navi transitano per il Canale della Giudecca, allora lo status di patrimonio dell’umanità si può perdere, e Venezia non è più patrimonio dell’umanità.
      Ecco: io dico che il consiglio comunale di Venezia e, più in generale, la cittadinanza non doveva sottoporsi a questa umiliazione da parte di una commissione di sfigati ben remunerati. E, analogamente, in qualità di cittadino europeo io rifiuto l’umiliazione di farmi imporre un giudizio preso, a maggioranza semplice da una massa di sfigati, su come interpretare la storia degli ultimi 100 anni. Che dico, il giudizio. Mi rifiuto di farmi imporre l’agenda, ossia di discutere se gli sfigati hanno ragione o torto.
      Però se lo chiedi tu è diverso, e ti rispondo. Non so se a tono, perché avete un po’ scarrocciato sul nocciolo della questione. Io dico che sono nato e cresciuto sotto la DC, che visse e prosperò come centrista, ossia come difesa da fascismo e comunismo. Per mutuare, molto opportunamente, un termine pretino, era consustanziale al regime democristiano l’equidistanza dai due totalitarismi. Per cui, poiché, parafrasando Croce, non posso non definirmi democristiano, non posso che avallare l’equiparazione fra i due totalitarismi, non nel senso che siano uguali, ma nel senso che nessuno dei due mi va agenio. La mia impressione è che chi protesta lo faccia perché gli piace uno dei due, un po’ come la vera madre dopo la decisione del re Salomone. prendi, per esempio, quel povero cristo che, intervenendo da Malvino, cita come esempio di comunismo uno stato della federazione indiana.
      Poiché scrivo queste cazzatielle da un treno e su un Ipad, non sono in grado di riprendere in mano La connaissance inutile di J-F Revel, che ti può far storcere il naso, ma in calce al quale libro ci sono alcuni scritti di dissidenti sovietici che mi tornerebbero utili per sviluppare meglio i miei troppo scarni argomenti

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    6. qui si tratta di stabilire se l'idea stessa di comunismo sia totalitaria. un'assurdità, specie se una cosa del genere deve essere decisa da un parlamento a maggioranza. se dovesse passare una cosa del genere nutro serie preoccupazioni per il futuro.

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    7. Tranquilla. Stanno parlando dell’Unione Sovietica.

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    8. per niente, stanno parlano del comunismo tout court, credimi

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  4. ma il concetto di "unificazione europea " non è intrinsecamente totalitario ? Cosa c'è di più totalitario di pretendere che un francese sì senta europeo prima che francese ? Cosa c'è di più totalitario del pretendere che un cittadino accetti di buon grado di pagare per dei debiti contratti dallo stato ? Detto questo, io penso che al concetto di totalitarismo vada sostituito quello di pretesa totalitaria. Sempre il potere ha avuto di queste pretese, molto raramente, o mai, è riuscito a realizzarle. Emblematico il caso dell'Italia in cui alla caduta del fascismo tutti si scoprono improvvisamente antifascisti. E dire che al regime non è certo mancato il tempo o i mezzi per formare un nuovo tipo di Italiano. Ma la stessa cosa si può dire del regime nazista o sovietico. E che diremo di Napoleone che pretendeva in nome degli ideali della rivoluzione francese di imporre i suoi congiunti come re di mezza europa ? Dunque piuttosto che di totalitarismo io parlerei di pretese totalitarie.

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  5. Nel concreto...

    L'"oggi" è il concreto sul quale misurare le affermazioni (anche nel merito,sul passato).
    Ho assistito alle dichiarazioni della Meloni ,la "brava donna" oltre a fare un "peana" alla"meglio" gioventù del passato ,con tanto di richiamo al vate di Pescara sfida a scendere in piazza.
    Se ne possono trarre conclusioni abbondanti.

    caino

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  6. la solita europa della kantiana pace perpetua che si compiace dei propri superiori principi morali

    e questi vorrebbero formare un polo imperialista di rilevanza mondiale?

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    1. che non sa distinguere tra giudizio morale e quello storico e che imputa la II GM pari e patta tra germania e russia. i reazionari gongolano

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  7. Sono 12.000 anni che, grazie al perverso accordo tra guerrieri e chierici, esiste la violenza, la sopraffazione e lo sfruttamento
    dell'uomo sull'uomo. Non si può pretendere di ribaltare questa “INCULCATIO” Psicologica e Culturale nel giro di 100 anni.
    Per me il comunismo è: “Ognuno secondo le sue capacità, a ognuno secondo i suoi bisogni”.

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  8. Il sitema comunista è inevitabilmente totalitario, in quanto, sempre inevitabilmente, ingerisce nella vita privata del cittadino, o compagmo, o soviet o come lo si voglia chiamare, al punto che tutta la sua vita ne è condizionata. Allo stesso modo si può definire totalitario il sistema neoliberista nel quale viviamo, per gli stessi motivi. Obiettare che nel corpus marx - engels non ci sia accenno alla futura devastante ingerenza nelle vite umane che ha avuto il cosiddetto socialismo reale è come dire che Gesù Cristo non ha nulla a che fare con la santa inquisizione, il che è verissimo. Sulla polemica Marx - comunismo è inutile soffermarsi, non se ne viene a capo. Il fondatore di una religione o di un sistema di pensiero non ha mai a che fare con quello che diventa secoli dopo. Questo però non serve a evitare che il giudizio storico sia inappellabile. Non si può ritornare a una "purezza cristiana" (che forse non è mai nemmeno esistita) più di quanto si possa tormnare a una "purezza marxista" (idem). E' tempo perso. La storia (rigorosamente minuscola) ansrà avanti come vuole, come ha sempre fatto, al di là delle nostre pretese e illusioni. E il giudizio sarà inappellabile. Lo stesso avverrà, nel futuro, con il liberismo. In che modo? E chi lo sa. Una delle cose belle della vita è che, a dispetto di tutti i profeti e le profezie, il futuro è totalmente inconoscibile.

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