martedì 18 giugno 2019

Rimpianti



Il professor Massimo Cacciari rimpiange il centralismo democratico, ma non ha il coraggio di chiamarlo per nome e cognome. Lo evoca come “cultura politica”, locuzione che nel vago non significa un cazzo. Il partito democratico, fin dalla sua nascita e per costituzione propria, si è rivelato inadatto a qualsiasi forma di centralismo, così come qualsiasi altra forma di direzione e di leadership è assolutamente insufficiente a ricomporre le beghe da pollaio di un partito che è solo un’accozzaglia di personalismi e interessi non solo differenti ma fortemente contrapposti.

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