Fiume / Rijeka, per noi italiani prima di essere una città, un luogo geografico, è un
concetto politico. E quando c’è di mezzo la “politica”, storia e geografia
diventano melassa (*).
A
Fiume, allora una piccola città, storicamente molto contesa, Gabriele D’Annunzio,
poeta e mediocre romanziere (**), aveva buon gioco, tra il 1919 e il 1920, ad
atteggiarsi a dittatore rivoluzionario e libertario. Sapeva bene che quella
avventura sarebbe finita presto (al primo colpo di cannone), dunque meglio
offrire ai posteri dei tableaux vivants di gioia
e gloria. Ora vorrebbero dedicargli una statua, non a Fiume ma a Trieste. Inevitabili le barricate fatte di chiacchiere e il rilascio di patenti varie.
Fu
fascista D’Annunzio e dunque bisogna opporsi a tale iniziativa commemorativa e
celebrativa? Che importa stabilire oggi se fu fascista o diversamente fascista,
è questa una diatriba rauca e irritante che non finirebbe mai. Il minimo che vi
possiate beccare, sia in un caso ma anche nell’altro, non sempre a torto, è di
essere degli ignoranti. Si può quindi lasciar correre nel caso di Gabriele ciò
che è stato perdonato a molti altri con minor merito poetico e patriottico? Sì,
sì, sì, mettiamogliela questa statua da qualche parte, cosicché i piccioni possano
dileggiare anche lui, in effige almeno, e purché non sia uno degli ordinari
obbrobri che negli ultimi decenni usano deturpare i nostri parchi e le circonvallazioni.
Eleviamo in quel di Ferrara una statua anche a Italo Balbo, quale “atlantico” se la merita per dio! E pure a Benito Amilcare Andrea Mussolini (questa sua da piazzare in Vaticano), che di cose buone ne ha indiscutibilmente fatte fare, pur tra tante di pessime che fece di suo. Del resto non abbiamo dei licei intestati a Caio Giulio Cesare, ossia a uno stragista seriale? Bisogna essere realisti e al passo con i tempi. Storicizziamo, dunque, cari legionari, lasciamo da parte i preconcetti e anche la storia, i posteri capiranno e soprattutto ci assolveranno per insufficienza, se non di prove, sicuramente d’interesse.
Eleviamo in quel di Ferrara una statua anche a Italo Balbo, quale “atlantico” se la merita per dio! E pure a Benito Amilcare Andrea Mussolini (questa sua da piazzare in Vaticano), che di cose buone ne ha indiscutibilmente fatte fare, pur tra tante di pessime che fece di suo. Del resto non abbiamo dei licei intestati a Caio Giulio Cesare, ossia a uno stragista seriale? Bisogna essere realisti e al passo con i tempi. Storicizziamo, dunque, cari legionari, lasciamo da parte i preconcetti e anche la storia, i posteri capiranno e soprattutto ci assolveranno per insufficienza, se non di prove, sicuramente d’interesse.
(*)
A proposito di melassa, avevo pronosticato che ci sarebbe stato D’Annunzio e
Fiume tra le “tracce” del tema d’italiano. Un abbaglio, il mio, dovuto a
sopravvalutazione. Meglio il più innocuo e apparentemente meno compromesso e smutandato Ungaretti.
(**)
Mi picco di essere tra le poche persone temerarie ad aver letto, quasi mezzo
secolo or sono, non solo L'innocente, ma perfino Il piacere, di prima
mano e fino all’ultimo palpito. Dunque si tratta di giudizio motivato per aver
pagato cospicuo dazio.
Taci..
RispondiElimina(Ermione)
Disse il Maghetto.
Oggi Europa ,medita..
Sulle sorti di Calabria..
E per favore procurami un ombrello !
caino
Il Piacere l’ho letto anch’io. Era uscito negli Oscar Mondadori, e ritengo probabile che anche tu abbia usato questo veicolo. L’Innocente no, ma ho visto il film di Visconti. Pochi dubbi sulle affinità elettive fra regista e poeta. Pochi dubbi anche sul fatto che il film fosse un capolavoro. Sarà estetica crociana, non so.
RispondiElimina