venerdì 3 maggio 2019

La resistenza comunista in Germania



Quando si parla della resistenza interna al regime nazista, il riferimento è pressoché scontato: si ha notizia del gruppo studentesco di Hans e Sophie Scholl, denominato Rosa Bianca e di orientamento marcatamente cattolico (uno dei motivi per i quali ha goduto di largo favore mediatico) e della congiura militare che ha condotto all’attentato a Hitler il 20 luglio 1944 (Circolo di Kreisau).

Dietro la bella figura del colonnello von Stauffenberg, un autentico antinazista secondo la vulgata (il libro di Thomas Karlauf, StauffenbergPorträt eines Attentäters, ci offre un diverso profilo biografico del colonnello), troviamo militari e politici reazionari che fino a quel momento avevano servito fedelmente Hitler, talvolta avendo contribuito direttamente a farlo salire al potere. Ciò che rimproveravano a Hitler, in ultima analisi, era di aver fallito nel progetto di costruzione della grande Germania e di condurla all’annientamento.

Vi sono storici che negano che fino al 1938 vi sia stato in Germania alcuna resistenza organizzata, e quanto agli operai scrivono che essi furono “incapaci di organizzare la benché minima resistenza efficace”. L’inesistenza di una resistenza comunista è opinione unanime, ma ciò è falso, e vi sono abbondanti prove di tale falsità. Così com’è fuorviante la tesi sulla effettiva denazificazione avvenuta nella Repubblica federale tedesca.

Questo si può misurare nel fatto che dopo il conflitto nessuno dei giudici che avevano pronunciato complessivamente decine di migliaia di condanna morte contro gli oppositori, tra il 1933 e il 1945, dovette rendere conto del proprio operato. Mentre qualsiasi giurista che avesse collaborato all’elaborazione all’applicazione della legislazione del III Reich veniva radiato dall’apparato giudiziario in Germania dell’Est, per contro 1.310 giuristi dei “tribunali speciali” nazisti erano stati reintegrati nei tribunali  della RFT. Tali “tribunali speciali” avevo pronunciato più di 50.000 condanne a morte. Costituiti nel marzo 1933, essi erano collocati al di fuori della giurisdizione ordinaria, al fine di “sterminare totalmente i nemici del III Reich”.

Ciò dovrebbe essere sufficiente come motivo per comprendere perché venga ufficialmente negata una opposizione reale di matrice comunista all’interno della Germania nazista. Inoltre, nel 1965, la Repubblica federale tedesca promulgò una legge di amnistia. Essa fu annunciata dal presidente della Repubblica federale, Heinrich Lübke, il quale era stato collaboratore della Gestapo di Stettino e direttore del lavoro concentrazionario a Peenemünde e Leau, un campo annesso a Buchenwald (naturalmente di questo ruolo le biografie ufficiali non parlano).

Scrive a tale riguardo T. Derbent, nel suo libro Resistenza comunista in Germania 1933-1945, Zambon editore, euro 8,90: «Così fu per giornalisti e storici, come per militari e giuristi. Tutti sono rimasti al loro posto. Non meraviglia, dunque, che la storiografia tedesco-occidentale si sia accanita a nascondere la resistenza comunista per poter alimentare la tesi “siamo stati tutti abusati da Hitler, tutti vittime di Hitler”». Solo la resistenza comunista ha ingaggiato contro il regime nazista tutte le forme di lotta possibile (propaganda, sabotaggio, guerriglia, spionaggio, lotta sindacale eccetera).

3 commenti:

  1. La Storia la scrivono i vincitori(il Potere): il processo mediatico di Norimberga serviva come paravento per Paperclip (graffetta) il piano segreto che prevedeva il trasferimento in Usa degli scienziati tedeschi.

    http://www.linterferenza.info/cultura/la-resistenza-comunista-germania-dal-33-al-45/

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  2. Riguardo al periodo storico che qui hai trattato, il comunismo era completamente inesistente, "sostituito" dallo stalinismo. Purtroppo non mi riesce ancora a pubblicare la mia "Seconda guerra mondiale", dove si può vedere che ideologie, quali "democrazia", "comunismo", "nazismo", contarono poco a confronto della lotta mondiale per l'egemonia... non a caso "vinta", nella "Seconda guerra mondiale" dagli Stati Uniti d'America e, in subordine, dall'URSS.

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    1. hai perfettamente ragione, il comunismo era completamente inesistente. qui mi riferisco al movimento politico, che sarebbe troppo unilaterale definire stalinista, essendovi in esso posizioni assai diversificate. d'altra parte sarebbe troppo riduttivo e fuorviante declinarlo semplicemente come un movimento di "sinistra". concordo sul fatto che la II guerra mondiale, non meno della prima e non meno di altre, fu combattuta per l'egemonia. Non a caso a Terranova Roosevelt chiese per prima cosa a Churchill l'abolizione nel Commonwealth dei dazi per le merci americane. In cambio di fraterno aiuto.

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