Quando si parla della resistenza interna al regime
nazista, il riferimento è pressoché scontato: si ha notizia del gruppo
studentesco di Hans e Sophie Scholl, denominato Rosa Bianca e di orientamento marcatamente cattolico (uno dei
motivi per i quali ha goduto di largo favore mediatico) e della congiura
militare che ha condotto all’attentato a Hitler il 20 luglio 1944 (Circolo di
Kreisau).
Dietro la bella figura del colonnello von
Stauffenberg, un autentico antinazista secondo la vulgata (il libro di Thomas Karlauf, Stauffenberg, Porträt eines Attentäters, ci offre un diverso profilo biografico del colonnello), troviamo militari e politici reazionari
che fino a quel momento avevano servito fedelmente Hitler, talvolta avendo
contribuito direttamente a farlo salire al potere. Ciò che rimproveravano a
Hitler, in ultima analisi, era di aver fallito nel progetto di costruzione
della grande Germania e di condurla all’annientamento.
Vi sono storici che negano che fino al 1938 vi sia
stato in Germania alcuna resistenza organizzata, e quanto agli operai scrivono
che essi furono “incapaci di organizzare la benché minima resistenza efficace”.
L’inesistenza di una resistenza comunista è opinione unanime, ma ciò è falso, e
vi sono abbondanti prove di tale falsità. Così com’è fuorviante la tesi sulla
effettiva denazificazione avvenuta nella Repubblica federale tedesca.
Questo si può misurare nel fatto che dopo il
conflitto nessuno dei giudici che avevano pronunciato complessivamente decine
di migliaia di condanna morte contro gli oppositori, tra il 1933 e il 1945,
dovette rendere conto del proprio operato. Mentre qualsiasi giurista che avesse
collaborato all’elaborazione all’applicazione della legislazione del III Reich
veniva radiato dall’apparato giudiziario in Germania dell’Est, per contro 1.310
giuristi dei “tribunali speciali” nazisti erano stati reintegrati nei
tribunali della RFT. Tali “tribunali speciali” avevo pronunciato più di 50.000
condanne a morte. Costituiti nel marzo 1933, essi erano collocati al di fuori
della giurisdizione ordinaria, al fine di “sterminare totalmente i nemici del
III Reich”.
Ciò dovrebbe essere sufficiente come motivo per
comprendere perché venga ufficialmente negata una opposizione reale di matrice
comunista all’interno della Germania nazista. Inoltre, nel 1965, la Repubblica
federale tedesca promulgò una legge di amnistia. Essa fu annunciata dal
presidente della Repubblica federale, Heinrich Lübke, il quale era stato
collaboratore della Gestapo di Stettino e direttore del lavoro
concentrazionario a Peenemünde e Leau, un campo annesso a Buchenwald
(naturalmente di questo ruolo le biografie ufficiali non parlano).
Scrive a tale riguardo T. Derbent, nel suo libro Resistenza comunista in Germania 1933-1945,
Zambon editore, euro 8,90: «Così fu per giornalisti e storici, come per
militari e giuristi. Tutti sono rimasti al loro posto. Non meraviglia, dunque,
che la storiografia tedesco-occidentale si sia accanita a nascondere la
resistenza comunista per poter alimentare la tesi “siamo stati tutti abusati da
Hitler, tutti vittime di Hitler”». Solo la resistenza comunista ha ingaggiato
contro il regime nazista tutte le forme di lotta possibile (propaganda, sabotaggio,
guerriglia, spionaggio, lotta sindacale eccetera).
La Storia la scrivono i vincitori(il Potere): il processo mediatico di Norimberga serviva come paravento per Paperclip (graffetta) il piano segreto che prevedeva il trasferimento in Usa degli scienziati tedeschi.
RispondiEliminahttp://www.linterferenza.info/cultura/la-resistenza-comunista-germania-dal-33-al-45/
Riguardo al periodo storico che qui hai trattato, il comunismo era completamente inesistente, "sostituito" dallo stalinismo. Purtroppo non mi riesce ancora a pubblicare la mia "Seconda guerra mondiale", dove si può vedere che ideologie, quali "democrazia", "comunismo", "nazismo", contarono poco a confronto della lotta mondiale per l'egemonia... non a caso "vinta", nella "Seconda guerra mondiale" dagli Stati Uniti d'America e, in subordine, dall'URSS.
RispondiEliminahai perfettamente ragione, il comunismo era completamente inesistente. qui mi riferisco al movimento politico, che sarebbe troppo unilaterale definire stalinista, essendovi in esso posizioni assai diversificate. d'altra parte sarebbe troppo riduttivo e fuorviante declinarlo semplicemente come un movimento di "sinistra". concordo sul fatto che la II guerra mondiale, non meno della prima e non meno di altre, fu combattuta per l'egemonia. Non a caso a Terranova Roosevelt chiese per prima cosa a Churchill l'abolizione nel Commonwealth dei dazi per le merci americane. In cambio di fraterno aiuto.
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