giovedì 30 maggio 2019

Classi subalterne e radical-chic


Vedo di dire due cose a riguardo della stucchevole diatriba sull’uso della locuzione “classi subalterne”. Si tratta di un’espressione che designa la realtà quale essa si presenta effettivamente nelle nostre società di classe. Esempio il caso di un salariato qualsiasi, costretto dalla necessità a procurarsi i mezzi del proprio sostentamento a trascorrere le sue giornate dentro una fabbrica o altro luogo di lavoro, sotto il controllo di capi e capitetti, quindi a dover chiedere il permesso per recarsi in bagno, a dover rispettare orari e tempistica dei processi lavorativi, e tutto ciò e molto altro ancora per la maggior parte della sua esistenza. Come vogliamo chiamarlo questo tipo di lavoratore, non è forse egli, qualunque sia il suo reddito, un lavoratore subalterno? È vero che ogni tanto anche a queste classi di persone è concesso di recarsi alle urne per votare, dunque di sentirsi parte del cosiddetto “popolo sovrano”, tuttavia la condizione oggettiva di queste persone è quella della subalternità. Definire subalterne le classi sociali alle quali appartengono questi individui è pertanto un’espressione appropriata e anzi in certo qual modo eufemistica.

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Che cosa s’intende per radical-chic? Leggo: “Che riflette il sinistrismo di maniera di certi ambienti culturali d'élite, che si atteggiano a sostenitori e promotori di riforme o cambiamenti politici e sociali più appariscenti e velleitari che sostanziali”. Gad Lerner è un radical-chic? Certamente, anche se veste da stracciaiolo.

3 commenti:

  1. A proposito di...
    Proprio iersera e presumo ,cara Olympe,tu abbia sentito, Il Gad affermava che anche Leopardi poteva assere catalogato come Radical-chic,quando parlava di certe tendenze del "popolaccio" italico.
    Orbene mi pare tu abbia ragione quando affermi che le discussioni su tale argomenti siano stucchevoli e servano per confondere e sviare,tanto per additare qualche categoria al pubblico "ludibrio".
    infatti rispetto ai tempi correnti da un punto di vista puramente scientifico anche Newton,Copernico e Galileo ai loro tempi si sarebbero potuti definire "radical-chic",per la loro testardaggine a definire la realtà ,qualche cosa di differente da quello che agli occhi dei più sembrava confacente da un lato al "popolaccio" e dall'altro ai soliti noti.
    Allora se per dirla con Thomas Kuhn nella scienza ciò che realmente accade è l'elaborazione di un nuovo paradigma possiamo affermare che nelle scienze sociali il paradigma marxista ancora non si è affermato,ovvero si sta raschiando il barile del nulla per rimanere ancorati al vecchio.
    Non v'è da disperarsi, i tempi sociali sono molto più lunghi di quelli tecnico scientifici,ma prima o poi bisognerà ammettere che contro tutte le apparenze è la terra che gira intorno al sole e che nonostante tutte le apparenze anche l'acqua che bolle emette luce ,anche se noi non la vediamo.
    Già, per arrivare alla realtà bisogna pur qualche volta fare dei ragionamenti astratti per scoprire..quello che "bolle veramente in pentola.
    Nel frattempo si divaga..

    caino

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    1. la definizione di radical-chic che riporto si può condividere o no ma essa è chiara. pertanto, a mio avviso, Newton, Copernico e Galileo non rientrano in questa categoria. E nemmeno Leopardi, poiché egli esprimeva un giudizio di merito e non mi pare si possa paragonare agli attuali sostenitori e promotori di riforme o cambiamenti politici e sociali più appariscenti e velleitari che sostanziali. E poi ai poeti è permesso dire ciò che vogliono e come credono meglio.
      Sul rapporto astratto-concreto il discorso sarebbe molto lungo e non potabile per il "popolaccio", che già di suo deve lavorare per mantenere gli "astrattisti".

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  2. Lungi da me nutrire particolari simpatie per i personaggi sopracitati (radical-chic),temo di essere stato equivocato.
    Piuttosto volevo rimarcare il tuo tema principe, e cioè quello della stucchevolezza del dibattito in corso sull'argomento.
    Semmai potrebbe essere un dibattito interno alla "borghesia" che ovviamente si divide tra "becerismo" in questo momento più gradito al "popolaccio" elettore e quella più acculturata.
    Del "popolaccio" non elettore ..vedremo..intanto "godiamoci""le magnifiche sorti et progressive"

    caino

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